Capitolo 22
Drunk.
“Tu”
È tutto ciò che riesco a dire una volta aperto gli occhi di fronte alla persona che adesso mi siede di fianco.
Provo talmente tante emozioni contrastanti in questo momento che non riesco a capire quale prevale.
Vorrei picchiarlo, urlargli contro, piangere, o riempirlo di domande, ma non riesco a fare nulla di tutto ciò. Semplicemente accetto in silenzio la sigaretta che mi sta offrendo, aspirando a pieni polmoni e a occhi chiusi, lasciandomi invadere da qualcosa di diverso dei miei dannati sentimenti.
“Sei tornato” esala dopo aver preso un tiro dalla sigaretta che gli ho nuovamente consegnato.
Annuisco fissandolo mentre rilascia andare il fumo a poco a poco creando dei perfetti cerchi che fendono l’aria, risalendo lenti come lanterne guidate dal vento.
“Che ci fai qui?” domanda , spegnendo quel che resta della sigaretta ormai al limite su una delle assi bagnate del pontile.
Per un momento valuto la possibilità di inventarmi una scusa di sana pianta, solo per evitare di fargli sapere che ero venuto qui con la speranza di incontrarmi con Louis, per poterci chiarire in qualche modo. Alla fine decido che il vedere la sua reazione davanti al suo nome, valga molto di più della mia voglia di tenerli lontani.
“Aspetto Louis” e ometto il fatto che molto probabilmente non si presenterà, ma non gli darò la soddisfazione di sapere che mi ha dato buca.
Osservo la sua mascella indurirsi appena e gli occhi farsi più vigili.
Fa per alzarsi ma lo blocco, tenendolo per un polso e costringendolo a risedersi.
“Che stai facendo?” sputa nervosamente dando un veloce sguardo alla fine delle banchine, come se temesse di vederlo arrivare da un momento all’altro.
“Non verrà” asserisco serio fissando i miei occhi nei suoi, che adesso mi osservano curiosi.
“Tu sai, non è così?” chiede, ma suona più come un’affermazione.
È il momento, penso. Posso giocarmela a mio favore, questa volta sono deciso ad andare fino in fondo e scoprire la verità che si cela dietro il loro rapporto.
“Tu cosa credi?” lo sfido.
“Vieni con me” sospira nel mettersi nuovamente in piedi, questa volta senza trovare resistenza da parte mia.
Inizia a farsi largo tra le banchine, fino a che nascosta tra una piccola scialuppa e un peschereccio, noto una bellissima moto d’acqua. Non è per nulla un ultimo modello, anzi, sicuramente avrà anche qualche annetto, ma è tenuta alla perfezione, i colori sono sgargianti e l’imbottitura dei sedili è ancora gonfia e piena.
Zayn non perde tempo a salirci sopra, invitandomi a fare lo stesso.
“Mettilo” mi ordina, passandomi un giubbetto di salvataggio.
Faccio come mi è stato detto, e l’attimo dopo il ruggire del motore che si è acceso, mi impedisce di sentire qualsiasi altro rumore.
“Tieniti forte” mi guida, le mani lungo il suo busto e m’impongo di stringerlo con presa salda.
Una volta essersi assicurato che la mia presa è abbastanza forte, inizia a far muovere la moto, da prima lento tentando di non andare a finire contro le altre imbarcazioni ormeggiate, per poi scattare come un fulmine una volta raggiunto il mare aperto.
La sensazione che provo è fantastica. Il vento mi scompiglia i capelli e le gocce d’acqua salata mi bagnano il viso ogni qual volta un’onda s’infrange contro la moto.

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SCARS
FanfictionLa triste vita di Harry, cambia quando Carol, assistente sociale della cittadina marittima di Sephir, decide di prenderlo in affidamento, facendolo entrare in contatto con una vera famiglia. Louis, figlio di Carol , sogna una carriera nel surf, e gr...