Want You Back. [L.H.]

2.3 Tear in My Heart.

🍕🍕🍕

"She's the tear in my heart...
I'm alive!
She's the tear in my heart...
I'm on fire!
She's the tear in my heart...
Take me higher
than I've ever been."

Alexandria

- Punto primo, se un ragazzo ci prova con me e vedi che ci sto, non osare intrometterti. - Lo avverto puntandogli il dito contro.

Per anni Luke aveva terrorizzato letteralmente chiunqhe mi si avvicinasse oppure si limitava a rovinare quelli che potevano essere primi baci con altri o primi appuntamenti.
Qualche anno prima un ragazzo aveva chiesto ad Ashton di me e alla fine ci era stato combinato un appuntamento.
Casualmente, quella sera Luke e la sua ragazza del momento, si erano presentati al nostro stesso ristorante ed Hemmings aveva prenotato, sempre casualmente, il tavolo accanto al nostro.
Era stata una serata imbarazzante, io ed il mio accompagnatore non avevamo fatto un discorso senza che Luke Hemmings ci facesse sapere la sua opinione.
Arriccio il naso in una smorfia di disgusto al ricordo.

– Non mi sono mai intromesso. – Osa dire.

Quante volte dovrò ribadirgli che è inutile mentirmi prima che lui lo capisca davvero?

– Vogliamo parlare di quando hai detto a Jason che ero lesbica? Di quando hai poggiato poco delicatamente la tua manaccia dietro il collo di Andrew mentre stava per baciarmi, facendo in modo che il suo drink si rovesciasse sul mio vestito? O del fantastico appuntamento a quattro con Travis Linton e Amanda McClaire? – Poggio le mani suoi fianchi aspettando una sua reazione.

Luke fa roteare gli occhi al cielo, infastidito e mette su un broncio adorabile. Il vecchio Luke avrebbe giocato con il labret per il nervosismo, ma ora il piercing non c'è più, dunque si limita a portare il labbro inferiore tra i denti.
Se continua così, iniziamo male, veramente male.

– Punto secondo, non fare scenate – dice con uno sguardo di sfida.

- Io non faccio scenate! - Mi lamento portandomi i capelli su una spalla.

Luke scoppia a ridere prendendomi in giro. Sbuffo e porto le mani sui fianchi mentre batto ritmicamente il piede sul pavimento.
Ma che ne sanno i batteristi, tengo il tempo meglio di loro.

Luke mi si avvicina e si separa i capelli in un punto ben preciso, dove si intravede una piccola cicatrice.

- La vedi? È di quella volta che mi hai lanciato una lampada in testa solo per aver detto a Janet che era bella. - Mi ricorda.

- Le avevi detto che aveva un bel culo! - Ci tengo a precisare.

Subito dopo me ne pento. Mi ero comportata da pazza quella sera e con il senno di poi ne sono pienamente consapevole.