5. If Walls Could Talk.

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"Some things are meant to be secret and not to be heard
So if I tell you,
just keep it
and don't say a word."

Luke

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Luke

Sono le cinque del mattino, siamo appena atterrati nuovamente in Australia dopo tre settimane circa di interviste radio o in diretta in giro per l'Oriente.
Non ci capisco niente, il jet lag inizia a farsi sentire. Sono dannatamente stanco e affamato, ma sono di ottimo umore.
Finalmente posso rivedere Alexandria, non vedevo l'ora, dopo la storia di Trent.

Avevo fatto in modo che Ben andasse a prendere Lewis tutte le sere a lavoro, dopo quella sera. Me lo aveva descritto dettagliatamente, in modo tale che se lo avessi visto parlare con Alex in futuro, lo avrei riconosciuto.
Una volta arrivati nel nostro appartamento Michael va a gettarsi a peso morto sul letto e dopo due minuti appena, lo sento russare.
Oramai sono le sei passate, nonostante la stanchezza, non riesco a prendere sonno, così scrivo ad Arzaylea che sono giunto a destinazione. Ultimamente tra di noi i rapporti si sono raffreddati.
Probabilmente non le piacciono le varie interviste che stanno uscendo dove affermo che le canzoni del nuovo album si riferiscono alla mia ex e probabilmente il fatto che ci sentiamo spesso sta influendo negativamente.
Conoscendola, probabilmente avrà trovato qualcun altro.
In ogni caso, devo parlarle per chiudere questa storia, anche se è perlopiù una relazione occasionale per scacciare via la solitudine. Decido di mandare un messaggio anche a Lewis, ho visto dalle storie che ha postato su Instagram Janet che sono uscite. Le auguro un buon risveglio e le faccio sapere che sono a meno di cinquanta metri di distanza da lei.

Alexandria: Buongiorno spilungone.

Rimango sorpreso. Perché sono le sei e mezza del mattino e lei è sveglia?

Luke: Già sveglia?
Alexnana: Diciamo che devo ancora andare a dormire.
Luke: Dove sei stata?
So che non è affar mio, ma non riesco a trattenermi. Voglio saperlo. Devo sapere se è stata a casa di qualcuno.
Alexnana: Ricordati nella regola n°2, niente scenate Luke.
Luke: Giuro, niente scenate. È solo curiosità.
Una piccola bugia non ha mai fatto del male a nessuno, anche se so che così facendo non sto seguendo le regole che ci eravamo imposti. Anzi, la regola che io stesso avevo imposto.
Alexnana: Sono stata a casa di un amico.

Dopo aver letto quel messaggio, decido di mettere il telefono in modalità aereo.
Sono arrabbiato con Alexandria e non ho voglia di sentirla o vederla, altrimenti lo capirebbe.
Vado dritto in camera, mi getto sul letto e seguo l'esempio di Michael cadendo in un sonno profondo.
Nei miei sogni Lewis è fidanzata felicemente con un altro.
Siamo a cena dai suoi e c'è questo tizio che le tiene la mano.
Lei lo guarda come era solita guardare me, che sto zitto e fingo di essere felice per lei.
Quando mi sveglio sono tutto sudato e di pessimo umore. Guardo la sveglia sul comodino che segna che sono le quattro del pomeriggio. È stata la dormita peggiore della mia vita. Decido di fare una doccia per riuscire a sciogliere un po' i nervi, ma neanche l'acqua bollente a contatto con la pelle riesce a calmarmi.
Perché per me è così difficile esserle amico?
Perché non riesco a lasciarla andare?
Perché odio il pensiero di lei con un altro al suo fianco?
Con la mente in subbuglio inizio a cambiarmi. Indosso una tuta perché voglio stare comodo e oggi non ho voglia di fare niente se non deprimermi sul divano, guardando horror e mangiando patatine.
Se il mio personal trainer sapesse il mio programma, per punizione mi iscriverebbe alla maratona di New York.
Non appena esco dalla camera, distinguo la voce di Alexandria che parla in salotto con Michael.
Alzo gli occhi al cielo, infastidito, anche se so che nessuno è qui a fissarmi per notare il mio disappunto. Il mio grande, disappunto. Adagio la schiena al muro ed inizio ad origliare.
Ma da quando sono diventato così patetico? Mi sputerei in un occhio.
- Come procede? - Le domanda Michael.
- Cosa? -
- La vostra amicizia. È passato più di un mese e non avete litigato. È strano. - Annuisco dando ragione a Michael.
- Già. Pensa che ieri sono uscita con Janet e non mi ha fatto il terzo grado. Ho notato un po' di disappunto quando gli ho detto che sono stata a casa di un amico, ma non ha fatto scenate. Non ha neanche risposto. - Racconta Lewis.
Spero che Michael le chieda del suo amico, così io posso evitare di aprire l'argomento per il resto della nostra vita.
- In che senso sei stata a casa di un amico? - Domanda lui, probabilmente interessato tanto quanto me alla risposta.
Grazie Michel, grazie davvero.
Tendo le orecchie, spero che Alexandria racconti tutto nei minimi dettagli.
O forse no.
E se dovesse dire che è andata a letto con lui? Probabilmente finirei per strapparmi le orecchie.
- Janet era scomparsa con le sue colleghe, come al solito, e allora io sono rimasta in compagnia di Jason. -
Jason? Ed ora questo da dove diavolo è spuntato?
- E poi...? - La sprona Michael.
Sono davvero sicuro di volerlo sapere? La risposta è che no. Non voglio saperlo. Torno indietro, apro per poi chiudere la porta della mia stanza in modo tale da fare rumore e far cambiare argomento ai due. Faccio il mio ingresso in salotto e mi abbandono sul divano.
- Buongiorno fiorellino - scherza Clifford.
Faccio un cenno con il capo, mi volto da Lewis e faccio lo stesso. Devo fingere di essermi appena svegliato e di non voler parlare con nessuno.
- Stavi dicendo? - Michael riporta la sua attenzione su Alexandria, il che rende difficile per me far finta di niente.
Spero che Lewis cambi discorso com'era solita fare tutte le volte che mi avvicinavo a lei mentre parlava con Michael o Janet e non voleva farmi sapere i fatti suoi.
Ma non accade. Per una volta che voglio essere escluso dalla sua vita e non voglio sapere con chi è stata, mi nega questa possibilità.
- E poi abbiamo parlato tanto. Mi ha invitata ad uscire sabato. Potreste organizzare qualcosa anche voi, così dopo che usciamo a cena ve lo presento e vi fate un'idea. -
Mi si gela il sangue nelle vene. Ecco cosa non volevo sentire. Ecco di cosa avevo paura e che sembianze prendevano i miei sogni la notte. Non so cosa rispondere, così fingo di essere troppo interessato alla televisione per curarmi di ciò che Alexandria ed il mio migliore amico hanno da dirsi.
- Secondo me è un'ottima idea - dice Michael. Mi domando da che parte stia, se questo è semplicemente un modo per farmela pagare, per farmi capire come ci si sente a stare dall'altra parte e ad essere impotente.
Sento i suoi occhi addosso, così come anche quelli di Alexandria. Mi volto verso di loro e confermo la mia sensazione. Entrambi stanno aspettando una risposta da parte mia, come se a loro servisse il mio permesso.
- Cosa c'è? - Domando facendo finta di niente.
- Per te andrebbe bene? - Domanda Lewis titubante.
- Fate come vi pare. - Tento di rimanere calmo e di non far trapelare tutto il mio disappunto.
- Luke sei sicuro? - Insiste Clifford.
Adesso mi stanno girando i coglioni. Cambierebbe davvero qualcosa se dicessi loro che per me non va bene? Che non voglio? Che starei male a vedere un altro provarci con lei senza che io possa far niente? Costretto a starmene immobile in un angolo mentre tutti ballano, si divertono mentre il mio unico pensiero sarebbe rivolto ad Alexandria e Jason e a cosa potrebbero fare una volta tornati a casa?
È ovvio che non lo ammetterò mai. È ovvio che se voglio Alexandria nella mia vita, devo dimostrarle che sono cambiato.
Quindi il nuovo Luke non le metterà i bastoni fra le ruote. Magari berrà un po' di più e fumerà due pacchetti di sigarette in una sera, ma certamente non farà scenate.
Mi volto verso Lewis e sfoggio il sorriso più bello che riesco.
- Non vedo l'ora di conoscere il tuo amico. - Affermo.
Alexandria fa una strana espressione. Sembra parecchio confusa.
- Ricordati che non devi fare scenate e non devi interferire. - Mi ricorda.
- Lo ricordo fin troppo bene, tranquilla. - Le rispondo.
La conversazione termina lì. Anche perché poi decido di uscire a fumare.

Alexandria

Osservo Luke indossare la felpa. Ha una sigaretta tra le labbra e senza degnarmi di una parola, esce fuori al balcone, chiudendosi la porte alle spalle.
- Ha mentito, poco fa. - Faccio notare a Michael.
Il vecchio Luke mi avrebbe riempita di frecciatine e avrebbe escogitato un modo per mandare tutto a rotoli. Questo Luke Hemmings sta accettando la cosa, anzi, se la sta facendo andare bene, tutto questo senza fiatare.
- Era evidente anche a me. Credo lo faccia per il tuo bene. - Afferma serio come non mai.
- In che senso? - Chiedo confusa.
- Ha capito cosa e dove ha sbagliato in tutti questi anni e cerca di non commettere gli stessi errori. Non ti ha mai vista realmente con un altro, se ci pensi. L'unica volta in cui sei stata con qualcuno che non fosse Luke, è stato in Italia, con Riccardo, solo perché eravate lontani e dunque lui non poteva far niente per impedirlo. - Mi fa notare e capisco che ha ragione.
Ripenso agli anni passati, alla mia insicurezza, ai suoi sabotaggi. Io ero abituata a vederlo con altre, negli anni in cui eravamo stati separati, soprattutto durante gli anni delle superiori, aveva avuto innumerevoli ragazze. Mi arrabbiavo, morivo di gelosia ma alla fine ci avevo fatto l'abitudine.
Luke no.
Lui non mi aveva mai vista baciare un altro, non era mai stato sveglio la notte al solo pensiero di me che facevo l'amore con altri. Luke non aveva mai avuto paura di essere sostituito e dimenticato come se nulla fosse. Perché lui sapeva ed era sicuro di essere stato il mio primo amore, il mio primo tutto. Aveva come la consapevolezza che io gli appartenessi e quindi che sarei tornata sempre da lui.
Io questa sicurezza non ce l'ho mai avuta.
- Stai dicendo che lo sta facendo per me? Che per una volta sarebbe disposto a gettarmi tra le braccia di un altro? - Domando incredula, gettando un'occhiata fuori alla finestra.
- Sì, se essere gettata fra le braccia di un altro è ciò che vuoi. - Commenta, facendomi riflettere.
Già. È veramente ciò che voglio?
È ciò di cui ho bisogno?
Poso nuovamente lo sguardo sullo spilungone dai capelli biondi fuori al balcone. Luke ha gli occhi puntati verso il cielo, il cappuccio della felpa grigia tirato sopra la testa. Sembra perso tra i suoi stessi pensieri.
Mi domando cosa pensa in questo momento, se mi pensa in questo momento.
Vorrei lo facesse.
Non appena mi accorgo dei pensieri che mi frullano in testa, sbatto le palpebre avvilita.
Questo è un problema. Un dannatissimo problema.

•♤•♤•♤•♤•

Autrice:
Buonasera!
Domande:

1. Cosa ne pensate del fatto che Lewis esca con un altro?

2. Vi piace la reazione di Luke?

3. La storia procede come vi immaginavate?

4. Cosa succederà secondo voi nei prossimi capitoli?

Lo scoprirete solo leggendo.
Un bacio.

Alexandria Lewis.

Want You Back. [L.H.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora