3. Woke Up In Japan.

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"I woke up in Japan,
feeling low,
feeling lonely."

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Luke

La guardo un'ultima volta prima di andare a fare il check-in. Ha spostato due appuntamenti mattutini per poter essere qui, o meglio, l'ho obbligata a farlo.
Dopo averle detto che tipo di relazione sto mantenendo con Arzaylea, qualcosa sembra cambiato. Sembra delusa e non ne capisco il motivo.

In questi ultimi giorni è stata fin troppo normale nei miei confronti. Mi ha riservato il comportamento che odio di più in lei: quello da amica.
Quello da vera amica.

Se la stuzzicavo, non stava al gioco, anzi, rispondeva come se nulla fosse per poi riportare la conversazione ad uno standard normale.

Ora sta lì, dentro una giacca di jeans troppo grande per le sue spalle esili. I capelli corvini sono sciolti e non hanno alcuna piega in particolare ed è struccata, infatti le si notano le lentiggini.

Michael si avvicina a lei e Janet e le abbraccia entrambe, anche se a mio avviso si sofferma fin troppo su Lewis. Le sussurra qualcosa all'orecchio che la fa ridere. Scuote la testa e poi i nostri sguardi s'incrociano le sorrido appena e le mimo uno "scrivimi", sperando che capisca il labiale.
Mi fa l'occhiolino.

Poco prima di salire sull'aereo che mi porterà in Giappone, sento il cellulare vibrare. Lo estraggo dalla tasca dei jeans.

Lewis: Fai buon viaggio, spilungone.

Luke: Non dimenticarti di me.

Lewis: Chi hai detto di essere, scusa?

Sorrido alla sua risposta per poi riporre il telefono in tasca e chiudere gli occhi. Sono state due settimane intense, in cui ho ripreso a parlare con l'unica persona con cui mi interessasse veramente farlo.
Ed ora è strano separarmi da lei, di nuovo. Avevo preso l'abitudine di romperle le scatole tutto il tempo, quando era a casa, e via telefono quando si trovava a lavoro.

Quando mi sveglio, siamo già arrivati a destinazione e tutti sono già in piedi per poter scendere dall'aereo. Lì fuori ci aspetta una limousine che ci porterà dritti in uno studio televisivo dove dovremo promuovere il nuovo album e fare un'intervista.

Il tutto è molto seccante e non ci da il tempo di riprenderci dal jet lag, ma questo è il lavoro che abbiamo scelto, quindi non ci resta che accettarne tutti i lati, sia quelli positivi che quelli negativi.

- Forza ragazzi! Trucco ed abiti di scena sono da quella parte, avete un'ora. - Ci avverte uno dei segretari lì presenti.

Ci dirigiamo come dei burattini dove ci viene indicato, indossiamo ciò che vogliono e mi guardano male quando dico di non volere del fondotinta sul viso. Dicono che con queste luci, senza, risulterei avere un aspetto malaticcio.

Want You Back. [L.H.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora