Capitolo 36 " Ti devo parlare"

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Ally procede, accompagnata da suo padre, lungo la navata centrale della chiesa.
Devo stare attenta a non calpestare il suo lungo strascico mentre cammino, lenta, dietro di lei, insieme a Joey.

Vedo Patrick seduto tra i banchi della chiesa che mima con la bocca un Sei Bellissima.

Distolgo lo sguardo, non riesco a pensare a cosa accadrebbe se lui sapesse del bambino che, non ho dubbi, non è suo. Noi abbiamo sempre usato precauzioni, mentre con Gabriel....ma cosa mi è saltato in mente l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore? Come ho potuto essere così imprudente? Eppure sono un medico, dovrei sapere benissimo che il sesso senza protezione può sfociare in una gravidanza. Ma la passione ci ha travolti, neanche lui che di solito è così attento, ha pensato ad indossare il preservativo . E ora sono incinta e non so assolutamente che pesci prendere.

Arriviamo in prossimità dell'altare e solo in quel momento trovo il coraggio di alzare la testa e di smettere di guardare la punta delle mie scarpe che esce da sotto il vestito ad ogni passo che faccio.
Eccolo. Il padre di mio figlio.
Mi fa strano anche solo pensarlo, figuriamoci dirlo ad alta voce. Gabriel è bellissimo nel suo completo blu scuro, la barba corta e curatissima, il ciuffo che gli cade sulla fronte.
I suoi occhi incontrano i miei per un lungo istante prima di avvolgermi in una lenta carezza dalla testa ai piedi prima di ritornare  lì, sul  mio seno che straborda dal corpetto. Vedo il pomo d'Adamo andare su e giù ed il suo sguardo accendersi di quel fuoco che conosco molto bene.

Arriviamo davanti al prete e io mi metto sulla sinistra, come previsto, e mi ritrovo accanto a lui. Così vicina come non sono più stata nelle ultime sei settimane... guardo con la coda dell'occhio, sento il suo profumo nelle narici.

Cosa faccio, come ne esco da questa storia.
Non posso dirlo a Patrick, lo distruggerei.
Non posso dirlo a Gabriel, non voglio incastrarlo
con una paternità che, sicuramente,?non desidera. Non posso costringerlo ad una vita con me, con una donna che lo attira ma di cui non è innamorato.
Cosa faccio, cosa faccio.

La testa mi scoppia mentre sento che Gabriel si è impercettibilmente avvicinato. La manica della sua giacca struscia contro il mio braccio.
Sento il suo calore passare attraverso il tessuto e non posso fare a meno di provare una stretta allo stomaco.

"Avery" pronuncia a bassa voce.
"Maxwell" rispondo piano.
"Il tuo seno sta per esplodere dal corpetto, non so se hai notato le occhiate del reverendo... Patrick ti lascia andare in giro così ?"

"Stai zitto, il mio seno non è affare tuo."

"Insomma... lo conosco piuttosto bene, non te lo ricordi?"

Sento le guance avvampare mentre abbasso lo sguardo. Nonostante Gabriel mi abbia vista da ogni angolazione possibile, è in grado di farmi arrossire con un solo sguardo.

"Come va la tua vita perfetta con il tuo ragazzo perfetto?" Chiede ancora

"Shhhhh. Per favore"

Mentre Ally e Jason si scambiano il tanto sospirato si, sento lo sguardo di Gabriel addosso.
Non ho il coraggio di girare gli occhi. Rimango concentrata sulla mia amica cercando di arginare le emozioni che mi provoca averlo accanto.

"Dobbiamo parlare, Jess. Dopo. Vedi di liberarti del tuo cane da guardia per cinque minuti. Ti aspetto in sagrestia, appena finisce la cerimonia."

"No" rispondo secca

"Si, vieni"

"Scordatelo."

"Ti aspetterò al massimo cinque minuti, Avery. Se non vieni scordati pure il mio nome." Mi dice a mezza bocca mentre ha un sorriso stampato sul viso e batte le mani agli sposi che  si scambiano il bacio di rito.

Sudo freddo. Riuscirò a guardarlo negli occhi e non dirgli la verità? Riuscirò a nascondergli che sta per diventare padre? Ho bisogno di tempo per riflettere. Non sono pronta per raccontargli tutto ma non sono neanche pronta a lasciarlo andare. Decido di vederlo e nella confusione generale, tra baci e abbracci tra sposi e invitati, raggiungo la sagrestia attraverso la porticina al lato dell'altare.

Gabriel è di spalle, mentre guarda fuori dalla finestra.

"Sapevo saresti venuta." Dice sicuro voltandosi a guardarmi.
"L'ho fatto solo per sapere cosa vuoi" mento spudoratamente.
"Bugiarda. Sei venuta perché ti è insopportabile il pensiero di non vedermi più"
"Sei un pallone gonfiato Maxwell! Il mondo non gira intorno a te. Dimmi quello che devi e finiamola qui"

Lui mi guarda silenzioso.

"Allora?"

"Sei bellissima, cos'hai fatto?" Mi chiede

"Nulla di particolare." Gli dico sulla difensiva incrociando, istintivamente, le braccia sul petto.

"È inutile che le nascondi, sono piuttosto evidenti..non hai bisogno di usare il push-up Avery. Il tuo seno è bellissimo." Mi dice non riuscendo a staccare gli occhi dal mio décolleté.

Mi viene quasi da ridere, pensa che abbia usato un push-up. Ecco ora gli dico:
sei un cretino, il mio seno sta scoppiando perché sono incinta.
Ma lascio stare, ho già deciso di prendermi del tempo per riflettere da sola.

"Non credo che mi hai chiesto di vederci per parlare delle mie tette. Cosa vuoi Gabriel?"

Lui si avvicina pericolosamente facendo un passo avanti e io neanche mi accorgo che, automaticamente, ne faccio uno indietro.
Lui invece  se ne accorge.

"Cosa fai, scappi da me?"

"Lo sai che non possiamo"

"Non possiamo cosa Avery?"

"Io, tu... insomma noi. Io sto con Patrick" e vorrei aggiungere:
non so per quanto visto che quando saprà che sono incinta di te , mi mollerà su due piedi.
Ma di nuovo rimango in silenzio.

"Stai con Patrick ma se ti dico che ti aspetto al massimo cinque minuti, non ti assumi il rischio di non vedermi più. Fattela qualche domanda, Jess. Io riesco ad ammettere di non aver smesso un minuto di pensarti. A lavoro, incrociarti anche solo per caso, mi faceva male. Rispetto la decisione che hai preso, ma sappi che non la condivido. Non sai cosa potremmo diventare, non hai neanche voluto provarci. Cosa vuoi che dica per convincerti? "
Gabriel si avvicina pericolosamente e io indietreggiando vado a sbattere contro il muro.
Il mio cuore galoppa così velocemente che mi sembra di non poter respirare.

"Tu ora vorresti che ti baciassi" mi dice con le sue labbra ad un soffio dalle mie.

"No..." sussurro.

"Non sai proprio mentire, e comunque non a me" mi dice, quasi sulla mia bocca ma stando ben attento a non sfiorarla.
Il suo respiro caldo accende tutti i miei sensi mentre cerco, invano, di riprendere il controllo del mio cuore impazzito.

"Cosa state facendo voi qui?"

Io e Gabriel ci stacchiamo imbarazzati mentre uno sguardo giudicante si abbatte su di noi.

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