Capitolo 49 "Sorprese"

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"Una meringa! Sono una stramaledettissima meringa!"  Ringhio allo specchio mentre Ally e Joey, quest'ultima in videochiamata dalla Florida, dove si è trasferita per lavoro dopo l'università, sghignazzano alle mie spalle.

"In effetti, non ti dona molto" dice Joey mentre Ally mi inquadra impietosamente con il suo i-phone ridacchiando sotto i baffi.

"Brave! Belle amiche che ho." Gli dico girandomi e battendo le mani.

"Provi questo, mi sembra più adatto alle sue forme attuali" mi dice gentilmente  la titolare del negozio di abiti da sposa, che mi sta aiutando nella scelta.

Lo prendo e sbuffando entro nel camerino per riuscirne solo un quarto d'ora dopo. Svestirsi e rivestirsi all'interno di uno spazio angusto e con la pancia di oramai sette mesi e mezzo, non è che sia proprio semplicissimo.
"Allora, che ne dite di questo... mi sembra meglio no?" chiedo alle mie amiche speranzosa.

Loro mi guardano con molta attenzione prima che un sorriso illumini i volti di entrambe.

"Sei bellissima!" mi dicono praticamente in coro, mentre mi volto e fisso lo sguardo sulla mia immagine allo specchio.

Il vestito è avorio, stile impero, con una scollatura a cuore  che esalta la generosità del mio seno mentre il tessuto leggero di chiffon scivola, carezzando dolcemente i fianchi, mimetizzando la mia taglia  attuale, curvy. È semplice ma al contempo elegantissimo.

"Questo è il tocco finale" mi dice la ragazza, porgendomi dei guanti lunghi che coprono parte delle mie braccia, altrimenti nude.

"Io direi che l'abbiamo trovato" dico mentre un sorriso mi spunta, involontario, sulle labbra.

"Si, decisamente" mi risponde Ally dopo aver attaccato con Joey .
"Jess, volevo chiederti, se e quando, hai intenzione di dire la verità a Gabriel. Tra poco nascerà sua figlia, non pensi che sarebbe il caso che lui conosca la verità ?"

Io la guardo prima di rispondere, non avendo il coraggio di dirle quello che ho deciso.

"Allora?" mi incalza la vipera con espressione bellicosa.

"Ho deciso che per il momento non gli dirò nulla. Comunque ci stiamo per sposare e lui ha volutamente deciso di fare da padre alla bambina. Evidentemente anche se non ricorda a livello cosciente, qualcosa lo spinge verso di noi. Vorrei che fosse un passaggio naturale e graduale"

"Non puoi fargli questo Jess! E se non ricordasse mai? Hai pensato a questa eventualità ?" mi chiede Ally

"Ovvio che ci ho pensato. Ma al momento preferisco fare un passo alla volta, senza fasciarmi la testa prima del tempo. Ti prego, prova a sostenermi!" imploro.

"E i suoi genitori? Cosa ne pensano?"

"Lasciano a me la decisione. Anche suo padre ritiene che un sovraccarico di informazioni potrebbe essere deleterio, è una fase molto delicata" cerco di spiegarle ma lei scuote, mestamente, la testa.

"Se fossi in lui sarei molto arrabbiata se ricordassi. Mi sentirei preso in giro da tutti." mi rimprovera la mia amica "Però la decisione non spetta a me, se tu ritieni che questa sia la cosa migliore, fai come ritieni più opportuno." conclude, lasciandomi un macigno sul cuore.

So perfettamente che quello che dice Ally è vero, Gabriel potrebbe arrabbiarsi moltissimo ma la verità è che io non penso più ricorderà, oramai è passato veramente troppo tempo per definire la sua perdita di memoria temporanea. Evidentemente, il danno celebrale riportato, ha causato un danno permanente e io non voglio, anche minimamente, intaccare il fragile equilibrio che ha faticosamente ricostruito negli ultimi mesi.

Mentre mi sto rivestendo, squilla il telefono e rispondo senza guardare il display.

"Jess..."

Il telefono mi cade dalle mani e il cuore inizia a pompare più forte che mai.

"Jess, ci sei?" mi chiede la voce all'altro capo del telefono che raccolgo da terra.

"Patrick?" chiedo con voce tremante.

"Si"

"Che diavolo vuoi, non sei in prigione?" ringhio riprendendo il controllo, mentre la rabbia sopita riaffiora con tutta la sua potenza.

"Sono in un istituto per la riabilitazione delle persone come me, ma ti assicuro è come essere in prigione. " mi spiega con voce mesta "mi hanno sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio. Ora sto meglio e volevo scusarmi con te. Io... io non avrei mai voluto farti del male, tu devi provare a capirmi non ero in me."

" Patrick, delle tue scuse non me ne frega un cazzo! Hai rischiato di ucciderlo, ti rendi conto? " gli urlo contro.
"Lo so Jessica, lo so. Io sono mortificato, ma non ero io, non ragionavo. Sei medico, tu dovresti capirlo meglio di chiunque altro. Perdonami, se puoi perdonami. Volevo solo dirti questo, lo avrei fatto prima ma il mio terapista ha ritenuto non fossi ancora pronto." conclude Patrick attaccando.

Esco dal camerino con il fumo negli occhi e racconto tutto ad Ally.

"Che faccia tosta!" commenta

"Basta ora, non voglio più sentir neanche nominare Patrick Flynn" le dico respirando profondamente, cercando di far normalizzare i battiti.

Quando mi calmo, ci avviamo fuori il negozio dove, inaspettatamente, trovo Gabriel ad aspettarmi.

"Ciao bellezza" mi dice venendomi incontro.
"Ally ci penso io a portarla al suo appuntamento " dice poi alla mia amica dopo averla salutata.

"Perfetto allora! Io vado, che Jason mi aspetta per cena"

"Coma mai sei qui?" gli chiedo.

"Ho bisogno di un motivo per passare a prendere la mia fidanzata?" risponde leggermente infastidito.

"No... e che mi fa strano pensarmi come la tua fidanzata" gli rispondo titubante.

"Beh Avery. Farai meglio ad abituarti" dice avvicinandosi e dandomi un casto bacio sulle labbra.
Devo essere diventata una maniaca sessuale, la sua sola vicinanza squote i miei sensi.

"Sbrigati andiamo." Mi dice aprendomi la portiera.

"Gabriel io non posso venire a casa, ho un appuntamento"

"Lo so Jess, l'hai segnato sul calendario in cucina. Penso di essermi guadagnato il diritto di esserci, non credi?" Dice inarcando il sopracciglio in quel suo modo sexy.

Sono completamente spiazzata, non me lo aspettavo proprio.

"Allora? Ti fa piacere o no?" mi incalza

"Si certo, moltissimo!" rispondo, timidamente, mentre un sorriso si allarga sul mio viso.

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