capitolo 4 (parte 1)

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Il condominio silenzioso riecheggiava dei passi della ragazza, che stancamente si stava trascinando su per la lunga rampa di scale che la separava dal suo appartamento. Durante la passeggiata verso casa Elizabeth aveva riflettuto a lungo sulle parole del giovane pattinatore, che l'avevano colpita più di quanto avesse previsto, poichè non riusciva a smettere di pensarci: erano parole a vanvera oppure poteva sperare in un qualcosa di vero? Di certo non le aveva fatto per niente una buona impressione, date le cattiverie gratuite che le aveva vomitato addosso poco prima, ma quello che aveva detto e soprattutto il tono con cui lo aveva fatto l'avevano lasciata completamente di stucco.

Con le ultime forze rimaste Elizabeth aprì piano la porta, per assicurarsi di non fare troppo rumore.

Appena entrò nell'appartamento la accolse la luce della televisione ancora accesa che si spandeva sulle pareti del piccolo salotto. Sul divano malconcio stava una figura che dormiva lungo distesa, con la mano penzoloni che sfiorava appena con le lunghe dita il collo di una bottiglia di vino vuota. Con un sospiro Elizabeth poggiò in un angolo lo zaino, si avvicinò alla madre, prese la bottiglia e la portò nel cucinino a fianco, poi aiutò la donna ad alzarsi, provocando mugolii infastiditi da parte di questa, che evidentemente era profondamente addormentata, per poi accompagnarla lentamente, sbandando di tanto in tanto, verso la camera da letto. Dopo averla messa sotto le pesanti coperte, Elizabeth si sdraiò per un poco al fianco della donna, mentre la osservava attentamente come non faceva ormai da qualche tempo: la folta chioma di capelli ricci e ramati che come i raggi del sole al tramonto la avvolgeva in un'aura di calore e luce, ora era solo un groviglio trascurato di un rosso spento, con qualche capello ingrigito qua e là; il viso, prima vivido e giovanile, ora era solo il triste risultato di pomeriggi in lacrime, notti insonni, turni assurdi e qualche bicchiere di troppo. Leggeri accenni di rughe si notavano intorno agli occhi e sulla fronte, mentre le pallide labbra screpolate dal freddo erano lievemente schiuse.

Quasi senza accorgersene, Elizabeth chiuse lentamente gli occhi e ancora sdraiata si sistemò vicina alla madre; poi rilassò il corpo, dimenticandosi per un istante di tutti i suoi problemi, tutte le ansie e le preoccupazioni, e si concentrò solo su un unico ricordo che sembrava appartenere ormai a moltissimo tempo prima, ma che era ancora chiaro e vivido nella sua mente:

"La lezione di propedeutica alla danza era finita, e le bambine stavano uscendo in gruppo dagli spogliatoi, correndo incontro alle madri che, avendo assistito, abbracciavano con trasporto le figlie per poi prenderle felicemente per mano e uscire dall'accademia. Una sola bambina era rimasta indietro, e dopo aver chiuso la porta dietro di sè, avanzava con lo sguardo basso e gli occhi lucidi in mezzo all'atrio della struttura. Si fermò davanti ad un'affascinante giovane donna, che vedendo la figlia in quello stato si inginocchiò fino ad avere il viso della piccola a pochi centimetri dal suo. Dopo qualche secondo, la bambina disse, mentre dei lacrimoni le rigavano le guance rosate: (T)<Mamma, io non voglio più fare danza. Non sono capace. Tutte vanno a tempo e fanno gli esercizi bene... io continuo a inciampare e non mi ricordo i passi.> La madre allora con un sorriso la abbracciò mentre singhiozzava, e le rispose:(T)<Per me sei stata bravissima, guarda che sei la più piccola del tuo corso: dovresti andarne fiera. Se ballare ti piace, questi errori non dovrebbero preoccuparti. Non so se ti ricordi, ma quando hai iniziato dicevi che volevi diventare una ballerina professionista... è ancora così?> La bambina aveva smesso di piangere, e stava in silenzio abbracciata alla madre. Dopo qualche minuto in quella posizione si allontanò dalla donna guardandola dritta negli occhi, e annuendo disse:<(T)Si... io voglio essere una ballerina, e lo diventerò.> strinse i piccoli pugni <Ti renderò fiera!>. Allora la donna sorrise e disse:(T)<Elizabeth, io sono già fiera...>

Elizabeth si risvegliò lentamente e guardò la sveglia digitale sul comodino accanto al letto:(T)<00:09>sussurrò con uno sbadiglio.

&quot;First Position&quot; a Yuri!!!on Ice FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora