20-hogsmeade

213 17 0
                                    

Il giorno dell'uscita ad Hogsmeade era arrivato.
L'ansia e la tensione stavano scaldando la stanza da letto mia e di Draco. Ci stavano preparando per uscire e io finii prima del biondo.
Dopo un ultimo sguardo al mio riflesso nello specchio, mi appoggiai allo stipite della porta d'uscita osservando i movimenti di Draco.

I suoi biondi capelli erano sistemati con un po' di gel e la sua pelle non era mai stata così trasparente. L'unico colore che spiccava dalla sua figura erano le sue labbra leggermente rosee e mediamente carnose. Era impegnato a sistemare la collana in una tasca interna del suo lungo cappotto nero. Si rimise apposto ed indossò la sciarpa della casata.
Alzò lo sguardo verso di me, un po' preoccupato. I suoi movimenti erano cauti e sembravano quasi stanchi. Si avvicinò a me finché non fummo a pochi centimetri.
Il mio stomaco fece un salto nel vuoto per l'imbarazzo.
Mi baciò la fronte.
"Andrà bene oggi, cerchiamo di non fare nessun errore e di non finire nei guai per favore" alzai lo sguardo verso di lui e mi scontrai con i suoi occhi nebbia.
"Niente intoppi" sussurrai.
Ci congedammo e uscimmo dalla stanza. Camminammo in silenzio fino al giardino dove i nostri corrispettivi amici ci stavano aspettando. Ci dividemmo e mi aggregai ad Astrid.
La giornata con Astrid fu tranquilla. Dopo aver girato per i negozi e le viette di Hogsmeade, ci recammo ai Tre Manici di Scopa, giusto in tempo per assistere all'incantesimo del biondo.
La bionda chioma femminile ondeggiò verso un tavolino vicino alle finestre del locale e si sedette con un tonfo, come se avesse sforzato troppo i propri muscoli. Io la seguii appoggiando tutti i miei acquisti sulla sedia libera.
Astrid mi era mancata, era la mia amica d'infanzia ed eravamo cresciute insieme. La richiesta del Signore Oscuro mi aveva costretto ad allontanarla da me e quest fatto mi lasciava un dolore costante dentro di me.
La osservai. I suoi lineamenti eleganti e leggiadri risplendevano nella stanza. Il suo sorriso era uno dei più splendenti e il luccichio nei suoi occhi mi riempiva di gioia ogni volta che la guardavo. Era una delle poche persone a cui non avrei fatto di meno e sotto sotto, ammiravo la sua pazienza verso le mie azioni.

Ad un certo punto, venni distratta dalla figura snella di Malfoy entrare nel pub, seguito poi da Blaise e Pansy. Il mio cuore cominciò a battere come un metronomo in una composizione animata. L'ansia era ritornata.
"Ah guarda un po', il tuo ragazzo è appena entrato." affermò ironicamente Astrid giocando con il menù del locale.
"Shh Astrid, non è il mio ragazzo"
"Non ancora bella mia" rispose facendomi l'occhiolino.
La ignorai e riposai gli occhi su Draco e seguii i suoi movimenti. Si accorse della mia presenza e mi fece un cenno, sedendosi qualche tavolo più in là.
Cercai di ignorare la nostra missione, che si faceva sempre più imminente e mi concentrai su Astrid.
Parlammo per un bel po', ma io non ero abbastanza attenta per capire quello che diceva. Il mio petto si alzava e abbassava velocemente, ma non lo davo a vedere, sarebbe stato troppo sospetto.

Nell'istante in cui Draco si alzò, girai lo sguardo e lo scrutai, bloccando il discorso di Astrid.
Si spostò verso il bancone, avvicinò Madama Rosmerta e la stregò senza muovere un muscolo. D'improvviso, la donna perse l'emozione nei suoi occhi e annuí a qualsiasi cosa Draco gli stava dicendo. Prese la collana e andò verso il retro del locale.
Nessuno si era accorto di quello che aveva fatto, nessuno tranne me.
Sentivo solo il mio battito risuonare nel mio corpo come un orologio svizzero. Ce l'avevamo fatta? L'Imperio era abbastanza potente e saldo?
"Berenice, stai bene?" la bionda cercava di richiamarmi, ma le mie domande stavano offuscando la realtà. Mi sentivo sul fondo di un oceano.
"Beres? Cosa ti succede?" continuò.
"Riportami al dormitorio" biascicai guardando il vuoto.
"Spiegami cosa ti succede per favore"
La sua voce era molto più ferma e imperativa.
Mi risvegliai dallo stato di ansia in cui ero, ma il battito continuava a restare lo stesso.
"Ho tanto mal di testa, possiamo tornare?"
era una delle poche verità che stavo dicendo ultimamente.
Astrid si alzò velocemente senza proferire parola, mi aiutò ad alzarmi e ce ne andammo a braccetto.

*****

Erano passate almeno tre ore da quando ero tornata da Hogsmeade. L'ansia mi stava perseguendo come una piccola sanguisuga. Sentivo il mio battito leggermente accelerato, anche perché Draco non aveva ancora fatto ritorno. Assomigliavo ad una madre in pensiero e impaziente di sapere come fosse andata o come stesse il figlio.

Nonostante ciò, decisi di fare una passeggiata per i corridoi della scuola che davano al cortile. Il leggero strato di neve che ricopriva la vegetazione del patio e i tetti della scuola rendeva l'atmosfera magica, come quel posto dopotutto. L'aria era statica, secca e il freddo si sentiva a malapena. Non c'era anima viva, tutti stavano ritornando da Hogsmeade ma nessuno era ancora tornato.Passai alcuni minuti a riflettere fino a quando dei passi affrettati mi distrassero. Mi girai per vedere da dove e da chi provenissero.

Hagrid portava in braccio una ragazza dal cappotto rosso e ricoperta di neve che aveva perso i sensi, seguito poi da Harry, Ron e Hermione. Hermione stava tenendo in mano con estrema cura qualcosa che non riuscivo a vedere.

All'inizio non fui scossa dal fatto che i tre si trovassero in quella situazione, dopotutto i problemi a scuola erano come pane quotidiano, ma il fatto che quel cappotto mi era familiare creò un sottofondo di curiosità che mi spinse ad indagare. Li seguii ad una distanza di sicurezza per tutti i corridoi dell'istituto finché non entrarono in modo rude dentro l'ufficio della professoressa McGranitt. Mi avvicinai e cercai di origliare.

"Non era di suo possesso vero?" le voci erano molto ottuse e capivo a stento.

"................non penso proprio........sembra che un buco nei suoi guanti sia stato il problema.....ha toccato quell'artefatto." rispose una voce femminile, Hermione. Continuarono a parlare ma i suoni erano indistinti e incomprensibili.

"Conosco Katie, non l'avrebbe mai fatto...............è stata incantata" Appena sentii questa frase mi allontanai bruscamente dalla porta quasi inciampando su me stessa.

"Signorina Rosier" una voce baritonale dietro di me annunciò il mio nome. Mi voltai.

"Professore Piton........professore.....Katie-" mi bloccò.

"Sono già stato informato dalla professoressa McGrannit. Ne parleremo in privato.- sorspirò-Adesso vada al dormitorio." annuì e mi dileguai più velocemente possibile.

Il piano era fallito miserabilmente.

death eaters Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora