Varcai le porte di quell'ospedale asettico aspettando davanti agli ascensori, che se ne aprisse uno per arrivare al quinto piano: terapia intensiva. Erano settimane, quasi due, che non facevo altro che fare avanti e indietro tra ospedale, casa, allenamenti e lo stress era alle stelle.
Sospirai ricordando il momento quando lasciai Greta, che piangeva, nelle mani di mia madre e io non potevo fare altro che lasciarla a Carrara, in delle mani più esperte delle mie. E mi odiavo per averla portata dai miei, perché ero io a dovermi prendere cura di lei, soprattutto ora, ma non ci riuscivo. Benché fosse la bambina più tranquilla del mondo era come se si fosse accorta che la madre non stesse bene e i piagnistei erano all'ordine del giorno. Avrei voluto stringerla a me e tranquillizzarla, sussurrandole che sarebbe andato tutto bene, che tutto era sotto controllo, ma nulla lo era. Niente era più come prima. Persino il presidente mi aveva concesso di saltare gli allenamenti sin quando non si sarebbe svegliata ma avevo negato, allenarmi mi serviva. Dovevo sfogarmi e forse il pallone era l'unica cosa che non mi faceva mollare.
Ma in questo momento avevo più bisogno di stare con lei, di starle vicino e sperare che si svegliasse. Prenderle la mano, unica parte che potessi toccarle, e parlare con lei, raccontarle la giornata e aspettare che tutto tornasse come prima.Un'infermiera mi fermò prima di entrare nella stanza, il dottore doveva parlarmi e questo significava solo due cose...
“Signor Bernardeschi, buonasera. Volevo parlargli delle condizioni della sua ragazza.”
La mano che avevo teso rimase a mezz'aria dopo che pronunciò quelle parole.
La testa vorticava, pensieri negativi cominciarono a viaggiare senza controllo e fecero aumentare il mio mal di testa.
“Dalla TAC fatta stamattina è risultato che se entro due giorni non si sveglia i danni saranno permanenti. Domani le faremo un'altra TAC sperando che qualcosa cambi.”
Annuii piano chiedendogli di poter entrare nella stanza, e quello che mi ritrovai davanti era sempre lo stesso scenario.
Tubi ovunque, aghi di ogni tipo infilati nel suo corpo, e macchinari che emettevano suoni regolari e continui.
Se non si fosse svegliata, questa, sarebbe diventata la nostra quotidianità, una stanza di ospedale, la speranza che piano piano sarebbe svanita e una bambina che avrebbe conosciuto sua madre come un vegetale.
“Ciao Amore mio. Sono qua, anche se un po' in ritardo. Abbiamo giocato oggi e indovina, abbiamo vinto, doppietta, uno di Cristiano e uno mio, durante i minuti di recupero. Te l'ho dedicato e ho pianto come un bambino dalla paura. Perché ho paura, paura di non essere all'altezza di quello che potrebbe succedere se tu non ti svegliassi o se ti svegliassi e non ti ricorderesti nulla di quello che siamo. E ti devi svegliare, perché quando lo farai, mi aspetto per lo meno un bacio ma anche fare l'amore va bene. Perché amo farlo con te, non solo per il fatto che diventi estremamente sexy e volgare ma anche perché sei tu. Tu con tutto il tuo splendore, il tuo carattere e tutto quello della quale mi sono innamorato, perché mi sono innamorato anche dei tuoi difetti. Del tuo chiuderti a riccio quando sei offesa per qualcosa, quando diventi talmente acida che rischi un'ulcera e gesticoli in modo da enfatizzare la tua rabbia o quando sei talmente felice che ogni volta che passi lasci la scia di buon umore. E ti amo anche per avermi fatto diventare padre, di avermi regalato la gioia più grande che un uomo possa desiderare dalla donna che ama. Tranquilla, Greta l'ho portata dai miei a Carrara e vado a riprenderla domani dopo gli allenamenti mattutini. Le manchi tanto, ieri ha lanciato i giocattoli addosso a Spike e Wendy rischiando di farsi morsicare, l'ho presa al volo lasciando i cani fuori. Ripete 'mamma' ogni due per tre nella speranza che tu appaia per coccolarla e giocare con lei, come sai fare solo tu, a quanto pare io non riesco. Sta dormendo nel lettone con me perché se no piange e non lascia nemmeno per un secondo Juze, quella povera zebra è finita nella vasca, ha aspettato tutta la sera che si asciugasse per tornare a giocarci. All'asilo non vuole andare così l'altro giorno l'ho portata con me agli allenamenti, lasciandola con Chiara delle pubbliche relazioni. So che non ti piacerà ma l'ha messa davanti al computer con i cartoni ed è rimasta tranquilla, almeno sino a quando sono andato a prenderla. Da lì ha iniziato a rincorrere Paulo per tutta la sala relax, era così felice, le ho fatto un video poi lo vedrai. La coccolano tutti, persino il mister si è addolcito, non in campo, lì è sempre molto severo. Neanche Edin è riuscito a farla giocare con lui la scorsa notte. Mira ci ha invitato a cena e Greta non mi ha lasciato nemmeno per un secondo, ho dovuto imbrogliarla per poter andare in bagno.
Svegliati, ti prego. Ho bisogno di te, che apra gli occhi e mi dica che tutto è okay, che tu stai bene e che quel stupido alla guida ti ha solo sfiorato. Che hai solo qualche graffio, nulla che qualche carezza non possa curare. Con un film sdolcinato, Greta che dorme in braccio a me e te che piangi per la scena commovente, chiedendomi di abbracciarti perché ti manca l'affetto. L'avvocato mi ha riferito che hanno trovato la macchina e il proprietario, era ubriaco, dice di non averti nemmeno visto mentre andava a centotrenta in pieno centro a Torino. Ma chi è che non ti vedrebbe, persino da ubriaco marcio ti riconoscerei. Come la prima volta che ti ho visto, in discoteca, stavi insieme a Sonya e Riccardo. Non ricordo quanti drink avessi bevuto ma ricordo come ti muovevi in mezzo a quella pista, ogni ragazzo non toglieva gli occhi da te ed io ero estremamente geloso, benché non ti conoscessi. Volevo conoscerti a tutti i costi, uscire con te, conoscerti e innamorarmi di te come la prima volta. Ci siamo conosciuti e frequentati, prima di avere un tuo bacio ho aspettato due settimane ed è questo che mi ha fatto innamorare di te. Il fatto che non acceleri i tempi nelle cose, aspetti il momento e il modo adatto per ogni cosa, anche la più stupida.
Poi ti ho chiesto di essere la mia ragazza, era il giorno del tuo compleanno, in vacanza dai tuoi, a Roma. Mi baciasti mentre lacrime di felicità scendevano sulle tue guance e io sembravo un emerito coglione da quanto sorridessi. Poi arrivò la proposta della Juve che mi facesti accettare benché volesse dire stare distante da te. Ti mancava ancora un anno alla laurea e io non volevo mancare per niente al mondo, la mia fidanzata si sarebbe laureata in medicina. La mia piccola dottoressa, dottoressa di piccoli umani come li chiami tu. Credo che manchi anche a loro sai? Sonya mi ha detto che ti hanno fatto dei disegni bellissimi, finiranno sul frigo insieme a quelli di Greta. Poi sei venuta a Torino, mi hai implorato di aiutarti a cercare un appartamento, anche se ti avevo detto che saresti potuta stare da me, ne volevi uno per stare che conto tuo cosicché non avresti disturbato me. Anche se tu non disturbi mai, nemmeno quando aspettavi Greta e ti vedevo contorcerti pur di allacciarti le scarpe da sola invece di chiedere aiuto, orgogliosa come sei, quella, sarebbe stata una sconfitta. Come il giorno in cui nacque la nostra bellissima pulce, il dottore ti aveva quasi pregato di fare l'epidurale e pur sapendo che se non l'avessi fatta rischiavi, avresti preferito morire che farla. Eppure sei la prima ad odiare i genitori che negano certe cure ai figli perché troppo dolorose, ti impunti cercando di capire il perché e sin quando non ci sei riuscita non ti fermi.
E io voglio tornare a tutto questo. Al tuo impuntarti sulle cose, al volere tutto sotto controllo, al cercare di calmarmi prima di qualche partita quando sei la prima a morire di ansia. Voglio te, viva. Perché voglio chiederti di sposarmi, voglio che tu sia mia moglie. Vederti con un anello al dito, con il vestito bianco e Greta che fa la damigella d'onore. Voglio tutto questo, però devi svegliarti, aprire gli occhi." Le accarezzavo la mano mentre parlavo e lacrime di paura, dolore e sentimenti vari rigavano le mie guance. Solo quando appoggiai la testa all'estremità del materasso chiusi gli occhi, venendo svegliato qualche ora dopo durante il giro di visite da parte del medico.
STAI LEGGENDO
Want You Back
FanfictionLui voleva solo che tornasse. Che si ricordasse di quello che erano stati e che tutto tornasse alla normalità,Federico voleva solo questo, che la sua Aurora si ricordasse. Che le tornasse alla mente di quanto amore avesse messo affinché si arrivasse...