5.

404 19 0
                                    

Aiutai Aurora a salire sulla macchina, e la sua risata mi perforò le orecchie. Appena finito l'allenamento si era trovata un'orda di calciatori completamente sudati e pieni di terra che la abbracciavano e chiedevano come stesse. Non nascondevo quanto fossi felice nel vedere i ragazzi cercare di farla ambientare, ancora una volta, al mondo calcistico e, a volte, estremamente sessista. Era felice come mai l'avessi ricordata e questo mi scaldava il cuore, la sua felicità era diventata la mia e quello non era cambiato, nemmeno dopo aver visto che di me non ricordava nulla.
Quel pomeriggio dopo essere tornati dall'allenamento i miei genitori erano lì che aspettavo, Greta li abbracciò e io feci altrettanto. Mi potevo definire benissimamente un mammone di prima categoria, e me ne accorsi solo nel momento in cui cercai lo sguardo mi mia madre per tutto quel tempo imbarazzante. Vidi quanto Aurora fosse a disagio, certo aveva capito chi fossero ma non sapeva minimamente come comportarsi a riguardo, non si ricordava quanto bene le volessero trattandola come una figlia. Non ricordava quante volte chiamasse mia madre al giorno solo per chiederle di aiutarla con qualche ricetta o solo per fare del gossip giornaliero, non ricordava quante volte avesse pianto sulla sua spalla come se fosse stata la sua mamma, e questo faceva male a tutti. Gli occhi lucidi di mio padre mi rimasero impressi per tanto tempo, per quanto avesse voluto trattenere l'emozione negativa ci era riuscito a stento. Oramai dopo, quasi, un decennio anche lui si era affezionato ad Aurora e stentava a credere che tutto fosse svanito in qualche antro della testa della ragazza.
L'abbraccio impacciato dato ad entrambi fece formare sul viso di mia madre lacrimoni pronti ad esplodere in un pianto senza eguali.
"Mamma vieni mi aiuti a portare le valigie in camera." La trascinai fuori dal salotto e la abbracciai sino alla camera, la tranquillizzai, piansi anche io e poi la ascoltai.
"Ho capito sin dall'inizio quanto tu ami quella donna, più di ogni altra cosa al mondo, più di te stesso e del pallone, dal primo momento che vi ho visto insieme. Sono così orgogliosa di te di come tu sia riuscito a non mandare tutto a puttane e ricominciare da zero. Dico così perché molti lo avrebbero fatto, ma tu no. Tu hai continuato a prenderti cura di Aurora, di Greta e tante altre piccole cose. Hai accantonato il calcio per starle vicino, hai lasciato che gli altri continuassero a dirti cosa dovevi fare pur non ascoltandolo minimamente. Abbiamo deciso, io e tuo padre, di prendere in affitto una casa qui a Torino e aiutarti con la bimba e tutto il resto. Fai si che lei torni ad innamorati di te, di quello che sei. Papà ha parlato con il presidente, è disposto a fare un comunicato stampa e dire che ti ritiri per mezza stagione per problemi di salute. Non arrabbiarti, fallo per Aurora. Ha bisogno del tempo per tornare a ricordare e tu ora hai tutto il tempo che vuoi. Andate a farvi una vacanza, tornate a Firenze, io e papà saremo qui per badare a Greta e se proprio ne sentirete la mancanza basta chiamare e sarà da voi. Però ti prego, fai quest'avventura. Mi ringrazierai e ti dirò 'te l'avevo detto'."
La guardai con le lacrime agli occhi. Aveva capito appieno quello che stavo passando e, insieme a mio padre, mi avevo aiutato a ricominciare da zero.

Want You Back Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora