Il passeggino con dentro una piccola creatura addormentata era davanti a me mentre chiaccheravo con i ragazzi della partita della domenica. Erano passati cinque giorni da quando non mettevo piede a Vinovo e tutto quello, in quel momento, non mi mancava. Non mi mancava correre un pallone o seguire un allenamento di almeno quattro ore al giorno, ero troppo impegnato a badare ad una bambina adorabile che a volte piangeva per ore e poi si addormentava sfinita.
Ero tranquillo quel giorno, rilassato ma sempre sull'attenti, con il telefono davanti per qualunque cosa fosse successa. L'analcolico che avevo ordinato era ancora intatto e la cannuccia nera la facevo girare tra le mie mani in modo apatico.
La chiamata di Sonya mi distrasse dall'argomento e accettai la chiamata, rischiando di far cadere il telefono. Il "corri subito qua, credono si stia svegliando" lo sentii forte e chiaro, tutti muti mi guardavano e aspettavano una mia reazione.
"Qualcuno mi può accompagnare in clinica?" Si alzarono tutti all'unisono e mi buttarono dentro una macchina mentre Greta stava in braccio a qualcuno, si era svegliata appena il telefono cominciò a squillare.
La strada mi passava davanti, le case, le persone, qualunque cosa sembrava stesse andando ancora più veloce lasciandomi indietro come un idiota. Sentivo una sensazione strana, il cuore a mille e una voragine al petto andavano all'unisono e il cervello andava per conto suo. Le uniche due cose che potevano succedere erano l'opposto: o si svegliava, o avrebbe chiuso quegl'occhi color cacca (come diceva lei) per sempre.
Miralem che guidava mi aprì la portina per uscire, mi accompagnò, chiedeva informazioni, aveva chiamato l'ascensore ed era salito con me sino alla porta del reparto. Che diavolo stava succedendo?
"Greta, dov'è Greta?" Sembrò che un fulmine mi colpii facendomi risvegliare di colpo. Girai in torno cercando la bambina, sentendo nella testa già il suo pianto incontrollato dovuto all'allontanamento.
"È con Paulo. Fede ci sei? Greta è con Paulo sono giù, tu ora devi entrare, io non posso. Devi farlo da solo." Annuii piano e cominciai a camminare verso la porta che venne spalancata da Sonya che mi prese di colpo, mi mise quella specie di vestitino color verde e il copri capo. I suoi genitori mi guardarono male appena entrai e non smisero finché la porta della sua camera si aprì. Il medico mi sorrise andando verso i genitori per aggiornare loro della situazione, lasciandomi con il magone e l'ansia. Non ero ben visto dai suoi genitori, mi odiavano per averli portato via la loro bambina non rendendosi conto che era stata lei ad andare via. A decidere di andare a Firenze per l'università, a decidere di scegliere me come uomo della sua vita, a decidere di venire a Torino e iniziare la specializzazione. Secondo loro ero stato io a portare via la loro bambina da casa, ma lei era andata via già da tempo, ancora prima che la incontrassi. Sonya vedendo la situazione mi raccontò cosa stesse succedendo: si era svegliata, era sveglia, ma si era dimenticata cinque anni della sua vita.
"Non sa chi tu sia, non sa di avere una figlia e crede di avere diciannove anni e di star facendo il terzo anno di medicina. Ha rimosso qualunque cosa di questi cinque anni, me, Riccardo, te e Greta." Le lacrime cominciarono a scendere incontrollate, il pavimento sotto di me iniziò a cedere e tutto quello che successe dopo lo rimossi completamente dalla mia mente.×o×o
Ciao a tutti!! Come state? Spero bene.
Allora fa schifo, lo so, ma è di passaggio. Ma l'importante è che si sia svegliata no? Speriamo solo che il nostro Fede non perda le speranze.
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Want You Back
FanfictionLui voleva solo che tornasse. Che si ricordasse di quello che erano stati e che tutto tornasse alla normalità,Federico voleva solo questo, che la sua Aurora si ricordasse. Che le tornasse alla mente di quanto amore avesse messo affinché si arrivasse...