Mi lasciai avvolgere dalle sue braccia mentre io, felice, lasciavo che delle lacrime scendessero lunghe le mie guance. C'ero riuscita, mi ero appena laureata e ancora non riuscivo a crederci. Erano stati forse gli anni più difficili ed impegnativi della mia vita, ma ero anche felice, felice di essere riuscita a laurearmi, addirittura in anticipo.
"Vieni, facciamo la foto" mi tirò verso i suoi genitori lasciando che Matteo, migliore amico di Fede, ci scattasse la foto. Mi erano stati accanto, sin dal momento in cui avevo messo piede in casa loro, mi avevano sostenuto e sopportata nei momenti di crisi esistenziale che negli ultimi mesi sembravano essere tanti. In quegli anni avevo imparato a volerli bene, mi avevano insegnato che la vera famiglia ti sostiene, ti incoraggia, ti aiuta. Tutte cose, che durante la mia vita a Roma, non avevo mai conosciuto. Mi girai da loro, appena la foto fu scattata e li abbracciai, li strinsi a me, ripetendoli mille volte quanto bene li volessi e ringraziandoli di avermi accolto nella loro famiglia.
"Siamo noi che dobbiamo ringraziare te. Entrando nella nostra famiglia hai fatto del bene a tutti e soprattutto a Federico, e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza" mi disse Paola mentre, ancora una volta, mi emozionavo. Era diventata come una mamma per me, quella che avevo sempre desiderato, e che avevo trovato in mia suocera. La abbracciai ancora, forte a me, cercando di farle capire quanto bene le volessi.
"Spero siano lacrime di gioia" mi disse Gaia mentre mi abbracciava. Lei, che era stata un po' la mia roccia durante quegli anni, mi aveva aiutata, consigliata, avevamo litigato ci eravamo insultate e poi eravamo tornate indietro, con la coda tra le gambe a chiederci scusa a vicenda. Annuii per l'ennesima volta ancora incapace di parlare.
Sentivo le mie gambe in trappola e, appena mi resi conto che, le mie due bimbe preferite mi stavano abbracciando mi inginocchiai intrappolandole entrambi tra le mie braccia.
"Come siete carine" li feci fare una giravolta e ammirai i loro vestiti che le proteggevano dal freddo di febbraio. Presi Olly in braccio e tenni per mano Mami mentre salutavo tutti i presenti. Dovevo essere sincera, la maggior parte erano amici di Federico ed ero ben grata che mi avessero accolto nella loro cerchia e ormai anch'io ero diventata parte integrante del gruppo, avevo esternato il mio invito a qualche cugino ma non si erano nemmeno degnati di rispondere così avevo deciso di chiudere i rapporti con tutti e lasciare che la famiglia di Federico diventasse la mia.
"Zia io ho fame quando si va a mangiare" risi all'affermazione di Mami e appena intercettati nuovamente il mio fidanzato decisi di chiederlo a lui.
"Chiedi a tuo zio" toccai la spalla al toscano, "zio quando si mangia? Qui abbiamo fame" dissi assecondando la bambina.
Federico non perse tempo a prendersela in braccio e dopo avermi lasciato un sonoro bacio sulle labbra parlò, "ora bimbe, anzi avvisiamo tutti che stiamo andando"
Il mio fidanzato aveva ben deciso di organizzare la mia festa di laurea e io mi opposi quasi subito. Avevo dei soldi da parte e poi non avrei voluto fare qualcosa di troppo pomposo, insomma, era solo una laurea.
"Oh no signorina, fai finta che sia un regalo" e così avevo ceduto. Non subito, aveva deciso di ruffianarsi per bene e alla fine avevo ceduto. Aveva fatto in modo che io scegliessi tutti i dettagli e di questo gliene ero grata. Non stavo con lui per spillargli dei soldi e lo sapeva bene.
Mami non aveva alcuna intenzione di lasciarmi andare, così, avevo preso il seggiolino dalla macchina di mia cognata e l'avevo montato in macchina di Federico ed eravamo poi partiti verso il ristorante. Avevamo fatto in modo che nessuno ci potesse disturbare e ringraziai il cielo che fu così.
Il pranzo fu delizioso e non mancarono di sicuro gli schiamazzi e le urla. Seduta a capotavola, con da un lato il mio ragazzo e dall'altra due bambine adorabili, fui costretta ad alzarmi per fare un discorso. Non so con quale coraggio lo feci, forse il vino mi aveva un po' inebriato il cervello e quasi gliene ero grata.
"Se fosse stato per i miei genitori, a quest'ora starei dirigendo una multinazionale" precisa facendo ridere tutti i presenti, "e devo essere grata con me stessa per aver scelto la mia strada da sola. Ho sempre avuto quell'istinto da crocerossina e qualcuno qua ne è l'esempio" continuai prendendo in giro Federico che se la rideva bellamente e mi mirava un ti amo. "Quando ho iniziato questo percorso ero sola, arrivata in una città a me non tanto conosciuta e dove non conoscevo nessuno se non la vecchietta del palazzo. Forse devo ringraziare Dio per avermi fatto incontrare voi e un grazie non basterebbe. Però ve lo dico perché non saprei in che altro modo potrei farlo. Quindi grazie, grazie perché mi state accanto e spero lo farete per molto tempo. Anche perché, spero mai, potrei curare i vostri figli. Grazie, veramente grazie a tutti" dissi mentre tornavo a sedermi. Un applauso mi fece tappare le orecchie e Federico, del tutto disinvolto, diede inizio ad un bacio.
"Sono orgoglioso di te" mi sussurrò poi facendomi sorridere.
"Ti amo" solo Dio sapeva quanto lo amassi.
Continuammo a mangiare tranquilli e tra una chiacchiera e l'altra il pranzo finì, non avevo spartito bomboniere né confetti e forse, se ci fosse stata mia madre, mi avrebbe obbligata a distribuirle come aveva fatto per la mia cresima. Perché si sa, la festa vale più del sacramento, e sia stato mai che in città si fosse sparsa la notizia che la festa di cresima di Aurora Valli fosse stata sciatta. Benché Gaia e Paola mi avessero aiutato nella programmazione di tutto avevo pensato che le bomboniere mi avessero riportato alla mia vita precedente così finii per annullare tutto. La trovavo una cosa carina ma il fatto che Federico si fosse offerto di pagarmi il tutto mi aveva portato a cambiare idea. Avremo ricordato a modo nostro la mia laurea, di quello ne ero più che convinta.
Sulla mia testa c'era appoggiata ancora la corona d'alloro, Paola si era presentata con quella e per poco non iniziai a piangere appena me la depositò sulla testa, così la tolsi mettendo ordine ai miei capelli ondulati per l'occasione. Per scherzo la misi sulla testa di Federico lasciando che anche lui si prendesse dei complimenti per aver ottenuto il centodieci e lode nella laurea magistrale di medicina e chirurgia nell'anno accademico duemiladiciasette/duemiladiciotto.
Non mancò la tappa nel solito bar dove tutti ci conoscevamo non facendo mancare i giri offerti, perché non bastavano già quelli del pranzo e i diversi bicchieri bevuti fuori dall'università.
"Voglio tornare a casa" sussurrai all'orecchio del mio ragazzo. Ero stanca, volevo togliermi di dosso quella tuta elegante e fare cose poco caste con il mio calciatore preferito.
"Andiamo subito amore mio" mi sorrise facendomi dare una bottiglia d'acqua da mezzo e scolandosela tutta, avrei guidato quello era poco ma sicuro. Avevo si bevuto, ma forse un quarto di quello che aveva fatto lui e non obiettò nemmeno quando mi misi al volante.
*********
Chiuse la porta di casa con un calcio e fece in modo che io mi arrampicai a lui mentre mi portava in camera da letto. La cerniera della mia tuta era già stata tirata giù e la sua camicia giaceva già in terra in qualche parte della cucina. Mi baciò ovunque quasi come se scapassi da un momento all'altro e lo lasciai fare, ero euforica quanto lo fosse lui e ridacchiò appena tirai giù i suoi pantaloni facendo in modo che se disfasse completamente come stava facendo con i boxer neri.
"Sei tutta mia" continuava a ripetermi come se fosse un mantra.
"Si Federico, tutta tua" ribaltai la situazione e appena me lo trovai sotto di me non persi tempo a baciare il suo petto scendendo sempre più in basso. Vedevo quando stesse fremendo affinché io andassi dritta al punto ma sapeva anche lui quanto mi piacesse farlo desiderare arrivando al limite.
"Ti prego baby" lo sentii implorare e appena intrappolai la sua lunghezza tra le mie labbra lo sentii boccheggiare. Mi sentivo potente, ero io a farle quell'effetto, stavo domando la tigre che c'era in lui e che ora mi stava letteralmente per mangiare.
Con disinvoltura lo sentii scanciarmi il reggiseno intimandomi di salire al suo livello, faccia a faccia. Non persi tempo a baciarlo e impaziente allineò i nostri sessi ed entrò in me.
"Anche io ti amo" gli risposi. Ci amavamo e questo mi bastava a sentirmi protetta da tutti i mali del mondo.
Cambiammo posizione un paio di volte e anche quando ci accasciammo al letto sfiniti dalla nostra attività motoria un po' intensiva non smetteva di toccarmi come se fossi l'ottava meraviglia del mondo.
*********
"Sono così fiero di te" non so quante volte me l'avesse ripetuto durante tutta la giornata ma io non mi stancavo di sentirmelo dire e lui non si stancava affatto di ricordarmelo. Mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e quel gesto scaturì in me così tante emozioni che iniziai a piangere.
Quel giorno ne era stato sicuramente pieno e poi mi ero sentita così voluta bene da tutti che quasi non mi sembrava possibile. Erano stati tutti lì per me, per rendere quel giorno uno dei più importanti della mia vita e significava tanto per me.
"Grazie" riuscii a dire tra le lacrime.
"Io devo dirtelo" incassai anche quel colpo e piansi ancora più forte, forse era anche il pre ciclo che ci metteva del suo.
"No io... aspetta. Sono io a doverti ringraziare. Durante tutti questi anni mi hai fatto sentire parte di qualcosa di straordinario che tutti chiamano famiglia. Lo sai, io non ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia genuina ma costruita sul denaro e la menzogna. Sin da piccola ho sempre sperato in una carezza genuina e che non implicasse qualche doppio gioco. Sono cresciuta tra ragazzini viziati e accontentati su ogni punto di vista e non ho mai negato di esserlo stata anche io. Ma mi sono sempre trovata fuori luogo in quel mondo. Quando ho conosciuto te ho avuto paura che tu fossi allo stesso modo, insomma sei un calciatore di fama internazionale, potresti avere chiunque al tuo fianco ma tu hai scelto comunque me. Io, che grazie a te ho conosciuto il bello della vita, il godersi ogni istante lasciando che le cattive situazioni ti scivolino addosso, lasciandoti qualche segno ma traendo sempre del buono. Tu sei buono Federico Bernardeschi e ti amo immensamente e ti sono eternamente grata per quello che fai per me ogni santo giorno e prego Dio che possa rimanere così per il resto della nostra vita".XoXo
Scusate il ritardo, lo so sono un disastro.
Innanzitutto come state? Spero tutto bene. So quanto possa essere stressante restare chiusi in casa ma è per il nostro bene e dobbiamo rispettarlo.
Ho creato un account su ig, si chiama: queenelizabethswatpd. Non ho ancora postato granché e spero mi seguiate anche lì così da essere sempre aggiornati.
Fate i bravi e sarei grate se lasciaste qualche stellina.
Alla prossima dalla vostra Litzie.
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Want You Back
FanfictionLui voleva solo che tornasse. Che si ricordasse di quello che erano stati e che tutto tornasse alla normalità,Federico voleva solo questo, che la sua Aurora si ricordasse. Che le tornasse alla mente di quanto amore avesse messo affinché si arrivasse...