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«Non credevo di essere così brutto da spaventarti» Yoongi fece un tenero broncio ed io mi sentii in colpa. Non avrei mai voluto mettergli quel pensiero in testa; lo trovavo talmente bello da non riuscire nemmeno a mantenere lo sguardo fisso sui suoi occhi, rendendomi succube della sua stessa immagine procace.

Mi guardò ridacchiando, vedendo che fossi arrossito senza volerlo e mi soffermai ad ascoltare la sua risata, cosa che più soave ed affascinante non sentii prima di allora: era irresistibile. «No no, hai frainteso...» mi difesi appena la mia fantasia mi fece tornare con i piedi per terra e mossi le mani davanti alla faccia per poi rendermi conto di avere dei pessimi riflessi, poiché non feci in tempo ad allontanarmi che Yoongi mi catturò i palmi come giorni prima prese la mia lista della spesa dalle mani. Le sue erano calde ed in perfetto contrasto con le mie, fredde come la neve.

Mi sentii bruciare appena alzai lo sguardo e lo vidi sistemare con cura le sue dita fra le mie, quasi volesse intrappolarmi a lui. Purtroppo però, finii davvero per incastrarmi nei suoi occhi e feci caso a come si stesse preoccupando di riscaldare ogni minima mia parte gelida arricciando il naso e tirando fuori la punta della lingua. «Stai congelando Jimin» le strinse a sè ed io credetti davvero di star per svenire, di star per perdere i sensi od almeno li persi per un attimo, proprio quando il mio stomaco volle fare più di una capriola all'indietro.

Mi sorrise ancora ed io non riuscii a rallentare i battiti, avendo il terrore che potesse ascoltarli. «G-grazie» risposi appena, come un sussurro ed il nostro contatto finì nel momento in cui una voce alla fine del corridoio soffiò via quella magnifica atmosfera che avevamo creato. Continuai a guardarmi i palmi ed a sorridere come se me li avesse in qualche modo resi unici. Come un bambino guarda il regalo nuovo che voleva da tanto tempo e non vede l'ora di giocarci.

«Min!» Yoongi sbuffò ed io corrugai il volto. «Scusami Jimin... devo andare» mi disse e sembrava dispiaciuto, facendomi stringere i pugni per paura che rivolesse indietro tutto ció che mi aveva lasciato. Mi sorrise però e mi accarezzò una guancia, rendendomi completamente inerme e debole davanti ad ogni suo sguardo. Era così dolce e leggero il suo tocco con la mia gote ardente che per poco non chiusi gli occhi.

«Certo mh... ciao» gli sorrisi io questa volta e i suoi occhi si illuminarono durante quel trascurabile attimo nel quale anche i miei luccicarono. Girò il volto, di poco, cosicché la luce mi permise di vedere quel debole rossore sul suo volto pallido e mi si mozzò il fiato quando un sorriso leggero prese forma sulle sue labbra, ora girato a guardarmi. Prese le mie mani un'altra volta e senza fiatare, ci lasciò un pezzettino di carta prima di incamminarsi verso la persona che lo stava cercando.

Lo guardai andarsene e voltai lentamente i miei palmi per poi notare un numero di telefono. Il mio cuore perse un battito e stavo tremando, scosso dalle palpitazione come un terremoto causato dal vulcano, rialzando subito dopo lo sguardo. «Yoongi aspetta!» lo raggiunsi in fretta e lo fermai per un braccio, senza stringerlo; senza permettermi di farlo. Lui sentita la mia presa si voltò, mi guardò perplesso ed io mi feci coraggio.

«Non sei brutto... affatto» sussurrai ed abbassai il capo, non avendo la forza di sostenere il suo. Ci pensó poi lui a spingermi dallo scoglio ed a farmi tuffare nei suoi occhi alzandomi il volto con due dita sotto al mento. «Neanche tu Jiminie» soffiò, avvicinandosi al mio volto: scarlatto come il papavero.

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