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Finii la doccia in fretta e sorrisi guardando i vesti del maggiore, non vedendo l'ora di indossarli al solo pensiero di poter sentirmi accarezzato dal profumo di Yoongi. Confermai poi che sapeva di rose ed io ero follemente innamorato di quel fiore. Uscii dal bagno, leggermente truccato e sistemato a dovere e sentii ancora dell'acqua scorrere. Ne fui felice, almeno per una volta non ero io quello in ritardo e decisi di sedermi sul divano. Mi ricordai di quando passavo l'inverno a casa di mia nonna, poiché con ardore quel camino stava consumando la legna, producendo un tiepido calore ed un'atmosfera romantica.

Sorrisi, incrociando le gambe e chiusi gli occhi, con il solo ricordo delle labbra di quel bel ragazzo quasi appoggiate alle mie. Passarono minuti e non mi accorsi nemmeno che il rumore dell'acqua cessò e che sulle mie spalle, due mani calde si posarono leggere, massaggiando quest'ultime. «Ehi Jiminie» udii la sua voce, la stessa che con un sospiro caldo mi si appoggiò su un'orecchio. «Ehi...» risposi, riconoscendo le mani di Yoongi scendere sui miei fianchi ed ansimai, senza volerlo, chiedendoli implicitamente di continuare ad accarezzarmi. Mi accontentò e si spostò con il corpo davanti a me, sedendosi al mio fianco. Sorrise ed io cascai di nuovo nella sua trappola: mi soffermai sulle sue labbra sottili, così morbide che le sentivo già sulle mie. Arrossii, senza riuscire a smettere di guardarle.

Mi morsi un labbro e le sue mani mi presero per i fianchi senza che io potessi ribellarmi od in qualche modo convincermi di essere troppo sensibile ai suoi gesti. Lo guardi negli occhi, li stessi che non fecero altro che desiderare le mie labbra più di quanto non lo facessero già i miei. «Jimin...» sussurrò e sbattei le palpebre per riprendermi dai pensieri. «Sul fatto del bacio... prima stavo scherzando» disse e mi immobilizzai, non riuscendo a dire o fare altro che abbassare il volto e torturarmi le mani. «Ah... certamente Hyung» dissi, tanto stupido da essermi lasciato ingannare in quel modo. Lo stavo odiando, poiché mi incantò così bene da farmi tremare il petto. Mi tenni un labbro stretto fra i denti e lui se ne accorse, appoggiando due dita sotto al mio mento per obbligarmi ad alzare lo sguardo sul suo volto.

Mi sforzai a far nascere un sorriso per fargli capire che non ci fossi rimasto male, sebbene gli mentii; quasi morto di desiderio da poter perdere facilmente il controllo. Lo osservai e non riuscii a mantenere lo sguardo fisso sul suo per più di qualche secondo. «Dobbiamo andare Hyung» scappai dalla sua presa e mi misi in piedi, avviandomi verso la porta sapendo che avrei ceduto con il far nascere quel bacio io stesso se avessi passato altri tempo seduto su di lui di fronte al camino. «Aspetta» mi disse, arrivando per primo al portone ed appoggiò una mano sulla maniglia, costringendomi allora a guardarlo azzardare un dolce sorriso o una tenera smorfia. «Scherzavo sul fatto che sarei riuscito a resistere fino a cena» fece e mi attirò a sé come se il vento avesse voluto trasportarmi fra le sue braccia.

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