Il buongiorno si vede dal mattino

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Arriviamo al Campus giusto in tempo. "Hai preso il foglio dell' iscrizione, vero?" mi chiede mentre percorriamo il corridoio.
Oh Dio. NO. NO. NO."Mandy! Maledizione! È a casa!"
Come primo giorno di Università niente male!
Mi metto a correre verso la segreteria per richiedere un modulo nuovo, trascinando in una corsa estrema la mia amica che si ritrova presto con il fiatone: "Ma tu non eri poco atletica?"
"Zitta e corri Mandy!"
Per fortuna hanno un modulo da darmi ma vedo la segreteria assumere un'espressione strana. Arriccia il naso dietro gli enormi occhiali e continua a guardarmi tra lo stupore e un leggero disgusto.
Ma perché mi fissa? Oddio è vero che non ho avuto il tempo di sistemarmi ma non è il caso di guardare così.
Sento la mia migliore amica tossire . Mi giro verso di lei a rallentatore e mi mima con le labbra: "La maglia"
Accidenti! L'avevo dimenticato! Correndo per i corridoi mi sono sfilata il giubbotto. Perfetto.
Mi presento: sono Giulia Fanti, ho vent'anni, e sono la regina della brutte figure.
Vorrei sparire, ora.

Bene o male la giornata scorre tranquilla tra una lezione e un'altra. Unico inconveniente: ci sono venticinque gradi e io sono con il giubbotto addosso. Fantastico.

Finalmente, arriva l'ora di pranzo. Penso si sia capito quanto ami il cibo. Non degno di uno sguardo nemmeno Mandy e mi fiondo al tavolo, esausta. Dopo aver sentito tutte le sue moine su Chuck, il caposquadra di football, sono pronta a dileguarmi per andare a lavoro.

Sì, lavoro in un bar vicino al Campus. Amo essere indipendente, avere i miei soldi e non pesare nulla sulla famiglia e poi, mi aiuta a non pensare.
C'è una vecchietta che viene ogni pomeriggio alle 15:30. Ormai so cosa prende, è una cliente abituale: un caffè macchiato e un cornetto alla marmellata. Le ho parlato spesso, ma non so nemmeno il suo nome. Porta sempre una giacca gialla, un rossetto color prugna e ha degli occhi che definirei magnetici. L'ho ribattezzata Mrs Yellow.
Sembra una giornata come tante, alle 15:30 Mrs Yellow fa il suo ingresso. Si siede all' angolo vicino la finestra e io mi avvicino sorridente: "Salve, le porto il solito: un caffè macchiato e un cornetto alla marmellata!" Lei mi sorride: "Oh sì, cara! Grazie, gentilissima ed efficiente! Trevor dovresti aumentare la paga a questa bella signorina!".

Arrossisco e vorrei sparire oggi, per la seconda volta. La adoro perché non ha peli sulla lingua, vorrei avere metà del coraggio di Mrs Yellow.
Trevor mi guarda a braccia incrociate sorridendo: "Vedo che la vecchietta patteggia per te. L'hai corrotta?" e poi scoppia in una risata fragorosa.

Il pomeriggio scorre ai soliti ritmi,tra caffè e cappuccini.
"Giulia, tavolo sette un succo d'arancia e un sandwich" mi annuncia Trevor.
Mi dirigo verso il tavolo, ma per scansare un cagnolino fuggito dalla braccia della padrona, inciampo facendo volare ciò che stavo trasportando dritto sul cliente verso il quale mi stavo dirigendo.
Oh merda.
Sento imprecare: "Ma dove hai imparato a servire? E da quando i cani possono stare dentro i bar?".

Sto per aprire bocca e rispondergli a modo ma, appena alzo lo sguardo per vedere a chi appartenga quella voce autoritaria, rimango stupita nel ritrovarmi un ragazzino di circa la mia età intento a pulirsi.
Non avrei mai associato quella voce a quella di un ragazzino e rimango per circa due secondi senza parole. Appena mi ricompongo per aprire bocca, mi ritrovo due occhi neri come la pece fissarmi senza ritegno e sento un brivido lungo la schiena.
Giulia, sveglia!
"Mi dispiace per l'accaduto, non era mia intenzione versarle tutto addosso. Per quanto riguarda il cane, posso dirle che gli animali sono più educati di certa gente". Sorrido beffarda ma ritrovo Trevor dietro che inspira sonoramente. Oh oh! L'ho fatta grossa!

Il ragazzo rimane interdetto per un po' ma prontamente risponde: "Ragazzina non siamo nel Medioevo, puoi darmi del tu, tsk! Ah, e quel tono saccente non si addice alla faccia che ti ritrovi! Tieni a freno la lingua, se vuoi lavorare ancora".
Le sue parole mi fanno arrossire, ma di rabbia. Nonostante tutto mi devo controllare, e trattenere perché so che Trevor mi sta osservando.

Ripulisco tutto e vedo quel sbruffone allontanarsi. Benedico il fatto che io stia a New Jersey. Spero di non incontrare più gente così cafona!

A fine turno torno a casa stremata. Silenzio. Bene, anche stasera ceno da sola. Sapevo che papà sarebbe rimasto fuori per cena, dato che il suo lavoro gli occupa molto tempo.
Ma dove cavolo si è cacciato Mark?
Gli mando un messaggio: "Mark dove sei? Almeno se non torni abbi la decenza di avvertire!".
Mi precipito in bagno per fare una doccia e poco dopo sento il telefono squillare: "Pronto? Mark?"
"Sorellina, mi sa che ho bisogno di te ora. Ho bevuto e ho mischiato qualcosa...e non sto bene" biascica per telefono. "Merda! Dove sei? Dammi l'indirizzo! Giuro che ti ammazzo con le mie mani" urlo fuori di me.
"20th street, veloce, ti prego".
Riattacco furiosa. Mio fratello mi farà morire. Letteralmente. Devo metterlo a letto prima che papà arrivi a casa. Accidenti a lui!

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