Le verità nascoste

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Quindici minuti dopo mi trovo in macchina.
Sfreccio per la città,stringendo forte il volante fino a far diventare le nocche bianche.
I vetri sono appannati, fuori fa freddo,ma io sto bruciando.
Non posso aspettare più.

Lui deve sapere.
Deve sapere anche se fosse la nostra ultima volta,che è  stato il mio primo tutto.
La prima pioggia,che arriva dopo la siccità.
La prima visione a colori del film della mia vita,da anni ormai in bianco e nero.
La prima corsa per una rinascita,la Mia.

Lui esplode,come una supernova,dentro e fuori di me.
L'ho tenuto a distanza perché avevo paura di non riuscire a contenere questi sentimenti,temevo che con la loro irruenza mi affogassero dentro.
Adesso,sto correndo più veloce che posso,per superare la mie paure.
Verso di lui,per lui.

Lo amo.
Dentro di me questa consapevolezza, si fa spazio.
Un filo d'acqua impercettibile che in pochi secondi diventa un fiume in piena.
Inarrestabile spazza via la mia diga,sapientemente costruita in questi anni.
Non rimane nel mio cuore altro che qualche frammento qua e là alla deriva.

Frammenti,che ho paura mi si conficchino in gola,impendendomi di lasciare fluire le parole come dovrebbero,come vorrebbero.
E rimarrei così sempre io.
Occhi incollati al pavimento,e un silenzio riempito da frasi balbettanti.

Questi pensieri voraci attanagliano lo stomaco e il senso di nausea aumenta vertiginosamente.Provo a non pensarci troppo,focalizzandomi sulla strada.
Dopo aver chiesto varie indicazioni, giungo a casa Peterson.
Vista alla luce del sole sembra ancora più imponente di come la ricordavo.

Parcheggio lì vicino,afferro la borsa con dentro tutto quanto.Ma ciò che mi servirebbe  sarebbe una bella dose di coraggio.
Prima di uscire mi guardo allo specchio.
Sembro Cenerentola a incantesimo svanito,la sera dopo il ballo.
La differenza è,che dovrebbe essere il principe a cercare la principessa,non viceversa.
Ma le favole sono fatte per essere raccontate,non vissute.

Ogni passo che faccio in direzione della porta di casa,mi mozza il respiro e sento le gambe sempre più pesanti.L'arrivo sembra sempre più lontano,come se non avessi mosso un passo.
La porta è di un legno chiaro, intarsiato da una bellissima etichetta, che reca il nome Peterson.
C'è qualche lieve crepa,che non sembra però stonare con il resto della porta,conferendole anzi,un aspetto piuttosto antico ed elegante.

Sono riuscita a captare i dettagli così minuziosamente,dal momento che sono rimasta dieci minuti buoni davanti la porta,con la mano a mezz'aria.
Forza,non essere codarda.
Prendo un bel respiro e mi decido a bussare.
Una volta.Due volte.Tre volte.
Ogni tocco alla porta è un fremito che mi scuote,ma non resto con i piedi piantati lì di fronte.
Ma nuovi pensieri mi attanagliano: e se mi aprisse sua madre?o se fosse uscito?o se non volesse vedermi?
Dopo dieci minuti di lotta interiore,decido di andarmene.
Ho appena sceso tre gradini,quando sento scattare la serratura alle mie spalle.
《Cosa ci fai qui?》.

Lui è li, che mi fissa da dietro la porta.
Non ha una bella cera.Gli occhi sono segnati da delle occhiaie vistose, una leggera barba gli copre in viso e le sue labbra rosse sono schiuse come se fosse leggermente stupito,quasi non credesse ai suoi occhi.
Mi avvicino a lui a passo lento.
Non abbassare lo sguardo,Giù.
《Scusami se sono piombata qui,ma devo parlarti》dico,rizzando la schiena.
《Non abbiamo niente da dirci》risponde chiudendomi quasi la porta in faccia.
《Hey ma che modi sono?Tu non puoi fare così.Volente o nolente mi ascolterai!》
《Ti ho detto di starmi lontana》 digrigna fra i denti.
《Alex tu mi devi una spiegazione. Non puoi fare così..》

Mi afferra per un braccio, stringendomi con forza.
《 Alex mi fai male..che stai facendo?》
Non mi guarda  nemmeno,mi fa salire al piano di sopra trascinandomi  per il corridoio.

《Cosa stai facendo?》
《Avrai la tua spiegazione appena vedrai questo..pensavo di sbagliarmi ma invece...》
Mi spinge dentro una stanza al buio.
Il suo odore di tabacco e menta mi fa capire quanto lui sia vicino.Sento il  cuore martellarmi nelle orecchie.

I miei occhi vengono colpiti da una luce accecante,da farmi male.
Impiego un po' di tempo prima di rendermi conto dove mi abbia portato.
Il pianoforte,le tende enormi,un ordine maniacale.

Siamo nello studio di suo padre.
《Alex non  capisco..》
Lo vedo respirare rumorosamente, chiudendo gli occhi.
《Tu sapevi tutto vero?》sputa velenosamente.
《Di che diavolo stai parlando Alex?》
《Davvero,come ho fatto a non pensarci prima..che stupido.Adesso puoi smettere di recitare.
Che cosa vuoi da me,da lei?》
《Alex non capisco..》
《Queste! Guardale bene.Osservale.》
Mi lancia addosso una manciata di foto.

Mi inginocchio per terra,a raccogliere.
Quello che vedo mi lascia di stucco.
Quella sembro io.
Mamma e Anna,la madre di Alex.
Sorridono verso l'obiettivo.Accanto suo padre,che abbraccia entrambe.

Non ci posso credere.È lei la donna misteriosa che suo padre ha sempre amato?
La realtà mi schiaffeggia e tutti i pezzi del puzzle si compongono.
Ora avverto e comprendo in parte  tutto il rancore di Alex nei confronti di mia madre.

《Non ho mai voluto vedere queste foto,non mi ci ero mai focalizzato troppo..ma quando ho visto la foto a casa tua,ho avuto la sensazione che qualcosa mi sfuggisse...siete identiche.》
《Alex io non potevo saperlo..credimi!pensi che mi sarei mai legata a te così?pensi che mi sarei mai avvicinata?non avrei mai voluto farti del male》
《Intenzionale o meno,non posso fingere che la persona che mi ha fatto stare così bene sia la figlia di colei che ha distrutto la mia integrità e sopratutto quella di mia madre, per anni.》
《Alex, sono passati anni.Mia madre ha avuto un solo uomo nella sua vita: mio padre John.Non avrebbe mai tradito la sua migliore amica,lo sai》
《Non voglio sentire altro..va via》

Sono palesemente scioccata.Incapace di parlare,di fare qualsiasi cosa,raccolgo tutto per andare via.
L'incendio che divampava per lui,si è spento,lasciando dietro cenere e devastazione.

La porta si apre alle nostre spalle, lasciandoci di sasso.
《Alex , tesoro..》.
I miei occhi verdi, incrociano gli occhi scuri della donna, che mi guarda come se avesse visto un fantasma.
《Mamma!》Alex le corre incontro per paura che la sorpresa sia tale,da poter compromettere la sua salute.
《Figliolo sto bene.. ho sentito il trambusto e salendo le scale,ho ascoltato parte della conversazione. Dio,sei identica a lei.È  giusto che tu sappia come sono andate le cose..》
Il mio sguardo vaga da lei ad Alex,che fa per andarsene.
Sua madre prontamente lo blocca per un braccio:
《No,voglio che mi ascoltiate entrambi..》.

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