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Imparerò a contare per te

Finito di mangiare, Alex mi riaccompagna al parcheggio dell'Università.
La giornata è stata veramente intensa. Sono esausta come se avessi corso per miglia.
In realtà non so se sto correndo verso qualcosa o se sto scappando da qualcosa che mi spaventa.
Era da parecchio tempo che non mi sentivo così sconvolta,in entrambi i sensi.
Quello positivo, lo ritrovo in quei due occhi, che adesso non mi mollano per un momento.

Mi riprendo lo zaino e trascino i piedi verso la macchina.
《Sei sicura di stare bene?》
Annuisco e salgo in macchina,pronta a partire.
《Vengo con te.》afferma deciso.
《Alex, non preoccuparti davvero..hai fatto già tanto.》 rispondo, cercando di sembrare il più convincente possibile.
《Ti seguo fino a casa, parti》
Alzo gli occhi al cielo, ma quanto è testardo?

In meno di venti minuti arrivo a casa.
Parcheggio nel vialetto e Alex accosta, prima di andare via.
《 Ora mi sento più tranquillo..non tanto per te, ma sapendo la combina guai che sei,volevo assicurarmi che non uccidessi nessuno》
《Ah Ah ah.
Alex sei davvero simpatico, come sempre del resto》gli faccio la linguaccia.
《Ora ti riconosco,piccola impertinente》 sorride dolcemente.
《Bene..direi che posso andare..》 lo vedo tentennare, ma ora come ora, la parte più egoista di me,vuole stare sola.
Scendo dalla macchina, e imbarazzata, lo saluto con un cenno della mano.
Ma prima che io possa sottrarmi a lui,mi afferra per un braccio attirandomi a sé.
Poggia la fronte contro la mia, facendo sfiorare i nostri nasi《Giù,non fare cazzate. Hai appena iniziato a sopportarmi》.
Un sorriso stupido si insinua fra le mie labbra, e lo spingo via 《 Ma sentitelo! L'umiltà è proprio il tuo forte》 inarco un sopracciglio, ironica.

Mi stacco da lui repentinamente,e mi avvio, zoppicando ancora un po' verso la porta di casa.
Sento il suo sguardo bruciare alle mie spalle ma non mi volto, non voglio fargli vedere quanto abbia bisogno di lui.
Una volta varcata la soglia,mi appoggio con le spalle contro la porta, sospirando.
Mi lascio scivolare sul pavimento, come se le forze mi stessero abbandonando nell'immediato.

Nessun rumore.
Fantastico,in casa non c'è nessuno. Vado in bagno per prima cosa.
Dopo aver lasciato tutto nella mia stanza e presa la biancheria pulita, inizio a disfarmi di tutto mentre la vasca si riempie. L'odore del bagnoschiuma alla vaniglia ondeggia per il bagno. Mentre mi libero della sua maglia ancora umida,penso al suo odore,tabacco e menta, così diverso dal mio, vaniglia.
Diversi, contrastanti ma unici. E mentre mi perdo in queste strane considerazioni, penso di non voler restituirgliela.
La rigiro ancora fra le mani, e ripenso al bacio che ci siamo dati. Quella maglia è la prova tangente che non sto sognando.
Realmente per poco sono stata bene.
Troppo bene e deliratamente bene.
Ma il troppo, non è stata mai un'idea felice per me.

Decido di spegnere il cervello e mi concedo il bagno rilassante. Mi immergo nell'acqua calda, facendo volare le bolle per tutto il bagno. Quando sento che ormai la pelle delle mani si sta ringrinzendo,decido di uscire.
Mi avvolgo nel mio amato accappatoio, tamponando i capelli umidi e asciugandoli alla rinfusa.
Esco dal bagno ,quindici minuti dopo e getto un urlo per la sorpresa.

《Cristo, Mark! che diavolo ci fai qui?》
《La stessa cosa potrei dire io, sorellina. Non dovresti essere a lezione?》risponde ironico.
《Ehm si , ma mi sentivo poco bene..》
rispondo,stringendo l'accappatoio attorno.
《Non sai dire le bugie, Giù. Vedi che ti ho vista. Non rincasi la notte, salti le lezioni..se non fosse che grazie a quel " Alex " tu stia vivendo un po' normalmente, già gli avrei spaccato la faccia.》
Spalanco gli occhi e lo fisso incredula. Come sa che io non sono rientrata,se non era in casa nemmeno lui?
《Ho i miei informatori e osservo tutto..non sei solo tu, l'intelligentona》 e schiocca le dita sul mio mio naso.
《Ahia, Mark. Ma sei scemo? ma poi cosa ti interessa quello che faccio?》rispondo, perentoria.
《Mi interessa perché sei mia sorella, e non voglio perderti》dice seriamente.
Sento un groppo formarsi in gola,le gambe tremarmi e stavolta lascio parlare le azioni.