10. Un giorno avrai la tua voce.

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Phoebe

E' Mercoledì mattina quando invece di essere a scuola, sono sdraiata sul lettino dell'ambulatorio della dottoressa Mitchell mentre mi visita.

"C'è del miglioramento?" chiede mia madre una volta che Julia torna a sedersi alla sua scrivania.

Lei mi guarda dispiaciuta e scuote la testa. "No"

Lo immaginavo, ormai non c'è più speranza.

Usciamo dall'ambulatorio e con mamma alla guida ci dirigiamo verso casa.

Mentre guardo fuori dal finestrino i miei occhi si inumidiscono.

Quando arriviamo salgo in camera mia e chiudo la porta alle mie spalle appoggiandomi ad essa.

Do il via libera alle lacrime di scendere sul mio viso.

Tolgo le scarpe e mi siedo sul letto con la schiena appoggiata alla testiera del letto mentre abbraccio forte un cuscino.

Mi scappa un singhiozzo.

In momenti come questi mi chiedo, perché doveva succedere proprio a me? Io vorrei solo essere normale e non uno sbaglio della natura.

*****

Aaron

Il banco accanto a me è vuoto.

Per tutto il tempo delle lezioni controllo di continuo l'ora ma di Phoebe non c'è neanche l'ombra.

Non è da lei mancare un'intera giornata di scuola senza avvisare.

Le ho mandato due messaggi ma non ha ancora risposto.

Che le sia successo qualcosa?

Che sia ammalata?

Quando l'ultima campanella suona, raccolgo velocemente le mie cose e raggiungo Vivian prima che esca dalla classe.

"Ehi, sai perché Phoebe non c'era oggi?" domando.

Scuote la testa. "No, le ho mandato dei massaggi e l'ho chiamata durante la pausa pranzo ma non risponde.." dice preoccupata.

"Ah okay, grazie. Ci vediamo" la saluto uscendo di corsa da scuola.

Ho una strana sensazione che mi dice che lei non stia bene.

Salgo sulla mia Jeep e guido fino a casa di Phoebe, fortunatamente ricordo l'indirizzo.

Parcheggio vicino casa sua e quando arrivo davanti alla porta inizio ad agitarmi.

Rimango circa 5 minuti a rimuginare se suonare il campanello oppure tornare a casa e mandarle un altro messaggio.

All'improvviso la porta davanti a me si spalanca e quella che credo sia la madre di Phoebe dice "E' da più di 5 minuti che sei qui fermo, cerchi mia figlia?"

Sento le mie guance scaldarsi.

Annuisco imbarazzato.

"Entra pure" dice facendosi da parte per farmi passare per poi chiudere la porta.

"Sono Olivia, sua madre" mi allunga la mano sorridendo.

"Aaron" dico stringendo la sua mano.

"Sei un compagno di classe di Phoebe, giusto?" chiede.

"S-sì, oggi non l'ho vista a scuola, io e la sua amica ci siamo preoccupati, non risponde ai messaggi e chiamate. V-volevamo sapere se l'era successo qualcosa" rispondo a disagio.

Una voce nel silenzio {#Wattys2019}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora