Sono sempre stata quella persona che vuole vivere nell'ombra, che odia avere attenzioni ma a causa del mio problema alla voce non mi è mai stato possibile essere invisibile agli altri. Quando ero piccola stavo sempre in disparte dagli altri bambini perchè non volevano giocare con me pensando che fossi difettosa. Mi hanno sempre definita "la ragazza muta", per colpa del bullismo di certe persone i miei genitori mi hanno trasferita in molte scuole. Essere etichettata con quel fastidioso nomignolo mi fa sempre venir voglia di urlare in faccia a tutti che ho un nome vero e dei veri sentimenti, ma a nessuno importa di questo.
Ma oggi sono pronta a costruire il mio futuro.
Respira Phoebe.
Mi guardo per l'ultima volta nello specchietto della mia auto prima di raccogliere il mio zaino dal sedile del passeggero accanto a me e il quaderno a portata di mano quando dovrò "parlare", esco dal veicolo chiudendolo e mi dirigo verso l'ingresso.
Academy of Art University
Sorrido, finalmente, mi sembra un sogno.
Ho lottato più che potevo in tutti questi anni, ho subito le peggior parole che avessi mai sentito e i peggior gesti, in ogni scuola che ho frequentato, per arrivare fin qui.
Mentre sono incantata davanti all'ingresso non mi accorgo di una voce che mi urla di spostarmi e vengo catapultata per terra.
Quando apro gli occhi davanti a me trovo degli occhi castano chiaro che mi fissano.
Mi alzo di scatto dal ragazzo dato che ero spalmata sopra di lui e raccolgo il mio zaino mentre cerco il mio quaderno.
"Scusami, ti ho vista all'ultimo secondo" dice mentre raccoglie il suo skate.
Non riesco a trovare il mio quaderno. Sono finita.
"Cercavi questo?" chiede il ragazzo e mi giro verso di lui che ha in mano il mio quaderno.
Lo osservo per qualche secondo.
E' molto più alto di me, ha i capelli castani e un bel sorriso ad essere sincera.
Annuisco.
Lo afferro velocemente, ringrazio il ragazzo con un leggero sorriso e mi affretto ad entrare nell'edificio lasciandomi alle spalle il ragazzo.
Ci metto un po' a cercare il mio armadietto poi finalmente lo trovo, metto il codice e lo apro.
E' vuoto, ovviamente. Ci infilo lo zaino e prendo il libro di storia con l'astuccio e il mio quaderno. Non penso che lo decorerò mai questo armadietto.
Nel mentre lo chiudo sento il telefono vibrare, segno che mi sono arrivati due messaggi. So già a chi appartengono.
Tiro fuori il cellulare e li leggo.
Da: Papà.
"Buon inizio scuola piccola!"
Da: Mamma.
"Buon inizio Università amore mio, oh mio dio la mia piccola è cresciuta così tanto! Torno a piangere, ciao tesoro!!"
C'è parecchia diversità tra i due quando mi mandano messaggi..ma lasciamo perdere.
Li ringrazio e metto il telefono in silenzioso.
Mi appoggio con la fronte all'armadietto e sospiro.
Ce la farai Phoebe..devi farcela, è per il tuo futuro.
Raddrizzo la schiena e vado alla ricerca della mia classe di storia che con difficoltà trovo.
Quando entro noto il professore sulla sua sedia intendo a leggere un libro con le gambe distese sulla cattedra e nell'aula ci sono per ora circa cinque studenti, quindi vuol dire che non è ancora iniziata la lezione.
Preparo il mio foglio che ho scritto ieri sera per presentarmi e mi avvicino all'insegnante toccandogli con un dito la spalla.
Distoglie lo sguardo dal libro e mi fissa "Cosa c'è?" chiede.
Ha il viso tondo, degli occhiali calati sul naso e i capelli bianchi intonati alla barba del medesimo colore, e il corpo un po' cicciottello, mi ricorda Babbo Natale.
Gli mostro la mia presentazione.
Salve, sono Phoebe Hill, mi sono iscritta a questa Università per studiare l'arte ma ho un problema alla voce, io non posso parlare. Ho già lasciato tutti i certificati in segreteria.
Dopo aver letto ciò mi guarda "Mi avevano accennato di te, va bene vai pure a sederti" mi sorride cordiale.
Dato che è mezza vuota l'aula ne approfitto dei posti in fondo e ne occupo uno accanto alla finestra.
Preparo tutto il materiale sul banco e aspetto che suoni la campanella guardandomi attorno, alla lavagna c'è scritto Henry Anderson presumo il nome del professore.
Noto con la coda dell'occhio che proprio lui ogni tanto mi lancia delle occhiate.
Che ansia.
Mentre guardo fuori dalla finestra la mia attenzione viene catturata da una voce.
"Salve professore!" dice il ragazzo che mi è venuto addosso nel cortile.
L'insegnante lo guarda un po' infastidito "Il tuo buon umore mi fa vomitare" dice per poi tornare al libro.
Ridacchio.
Forse mi piacerà storia.
Quando gli occhi del ragazzo incontrano i miei il suo sorriso si allarga ancora di più.
Ma è possibile sorridere così tanto?
Distolgo lo sguardo da lui a disagio e torno a guardare fuori dalla finestra e sento il banco accanto a me occuparsi.
Con la coda dell'occhio vedo lui che tira fuori il suo materiale e poi mi guarda.
Sembra uno stalker. Che ha da guardare?
Mi volto verso di lui tenendo le braccia incrociate sul banco e alzo un sopracciglio per chiedere che vuole.
Sorride "Io sono Aaron e tu?" chiede.
Sul mio quaderno scrivo il mio nome e glielo mostro.
"Phoebe" sussurra leggendo. "Bel nome ma perchè l'hai scritto?"
La campanella per fortuna suona e non rispondo ad Aaron.
Gli studenti entrano e il professore svogliatamente chiude il libro sbuffando.
Quando sono tutti seduti e deve fare l'appello dice "Fate silenzio o vi lancio dalla finestra".
Inizia e quando sento il nome "Aaron Collins" il ragazzo accanto a me urla felice "Presente!"
Il professore lo guarda nello stesso modo di quando è entrato in classe.
Quando arriva il mio nome..
"Phoebe Hill" mi guarda "Alzati per favore" mi chiede gentilmente.
Annuisco.
Il mio cuore batte velocemente. Respira.
Tutti gli occhi sono puntati su di me di nuovo, come ogni volta.
"Ragazzi, vi informo che questa giovane ragazza ha un problema alla voce, non può parlare, quindi siete pregati da parte della scuola e obbligati da me, di non prenderla in giro o vi do in pasto ai leoni, sono stato chiaro?"
Faccio un leggero sorriso per la sua minaccia buffa.
Si alza un coro di "Sì".
"Bene, puoi sederti Hill, continuiamo" dice.
Quando mi siedo il ragazzo accanto a me mi fissa sbalordito.
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Una voce nel silenzio {#Wattys2019}
RomancePhoebe Hill è una ragazza chiusa in se stessa che a causa del suo problema alla voce fin da piccola ha subito tanti trasferimenti, ma ora è determinata a diplomarsi all'Università di San Francisco e lì conoscerà Aaron Collins, un ragazzo altruista c...