18. Se cadi ci sono io a prenderti.

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Phoebe

Oggi è l'ultimo giorno delle vacanze e domani si torna a scuola, mi mancherà poter dormire qualche ora in più.

Mi faccio i complessi mentali mentre sono in cucina ad aiutare mia mamma a preparare la cena.

"Mi piace Aaron, è un bravo ragazzo" dice di punto in bianco mia madre.

Mi irrigidisco sul posto con la ciotola d'insalata in mano che stavo per posare sul tavolo.

Cos'ha appena detto?

"Sembrate inseparabili" continua a parlare.

Oh santo cielo.

Appoggio la ciotola sul tavolo e in punta dei piedi cerco di svignarmela.

"Dove pensi di andare tesoro?" la sua voce mi blocca.

E' di spalle, come ha fatto a vedermi?!

Sbuffo sedendomi su una sedia rassegnata.

Non mi farà mai evitare l'argomento.

"Sono stata giovane anche io, piccola mia, capisco quegli sguardi che vi lanciate ogni volta" dice voltandosi per guardarmi.

Mi sento arrossire.

Non ho mai avuto questo genere di conversazioni con mia mamma, nemmeno con mio papà ovviamente, quindi mi sento molto a disagio.

Abbasso lo sguardo sulle mie mani che torturano il lembo della felpa.

Sposta una sedia mettendosi di fronte a me e prendendomi le mani.

Alzo lo sguardo guardandola imbarazzata.

"Ho visto come si prende sempre cura di te. Anche in ospedale era molto preoccupato e ti è rimasto accanto tutta la notte, lì ho capito che è speciale quel ragazzo" dice sorridendo.

Cosa vorrebbe dirmi con questo?

"E so che gli piaci, me l'ha confessato lui" mi fa l'occhiolino e sento le guance surriscaldarsi.

Mia madre a volte non è brava a tenere i segreti.

Quindi piaccio per davvero ad Aaron?

"Lui ti piace, vero?" domanda sapendo già la risposta.

Annuisco abbassando lo sguardo in imbarazzo.

Una sua mano si posa sulla mia guancia facendomi alzare la testa.

"Sia io che tuo padre vogliamo vederti felice, bambina mia. Lo notiamo il tuo sorriso che spunta molto più spesso quando hai Aaron vicino. Stai crescendo e col tempo avrai bisogno di quella persona che ti rimanga accanto ogni giorno nella tua vita, oltre a me e papà. Perciò segui il tuo cuore e sii coraggiosa" dice con gli occhi lucidi.

Mi allungo per abbracciarla forte per ringraziarla.

Quando ci stacchiamo si asciuga le lacrime che le sono scappate e finiamo di preparare la cena in tranquillità.

*****
Esco dall'aula di scienze insieme a Vivian dirigendoci ai nostri rispettivi armadietti.

"Mi sta scoppiando la testa e mancano ancora due ore" si lamenta la mia amica.

In effetti il primo giorno è sempre pesante.

Dopo aver lasciato il libro di scienze nell'armadietto, Vivian mi avvisa che va un attimo al bagno e di aspettarla qui.

Mi appoggio all'armadietto aspettandola e guardandomi attorno.

Mentre osservo gli altri studenti, una faccia familiare ricambia il mio sguardo.

Una voce nel silenzio {#Wattys2019}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora