7- Rapita

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C'era talmente tanta gente a quella festa che si faceva fatica persino a muoversi. Parlare era inutile, la musica era talmente alta da non riuscire a comunicare col vicino.
"Hey, Nora! Vado a prendere da bere" tentò di dirmi Jan dopo avermi scosso per un braccio per richiamare la mia attenzione.
"Ok", mimai. Subito dopo Lidia, tra un gesto e l'altro, tentò di chiedermi una cosa come "Hai già trovato Noah?". Scossi la testa in segno di negazione, ero in ansia, ancora non l'avevo trovato...
"Vado a cercarlo" le comunicai guardandola dritta negli occhi (grazie tacchi) e senza aspettare oltre mi inoltrai nella mischia.

Lo trovai poco tempo dopo in compagnia dei suoi amici che ballava con una ragazza del gruppo. La prima reazione fu di delusione, perché non mi hai cercata? Un sorriso triste si affacciò sul mio volto, forse non aveva voglia di stare con me questa sera. In ogni caso cercai di scacciare quei  pensieri. Se volevo risposte, dovevo farmi avanti. Mi stampaii un bel sorriso in faccia e mi feci avanti come se nulla fosse
"Noah!!!", urlai fingendo di essere veramente sorpresa. Mi avvicinai accarezzandogli il braccio, forse un po' troppo possessiva. Lui si voltò, rivolgendomi un sorriso a trentadue denti.
"Nora!", urlò a sua volta e mi venne vicino ballandomi intorno con una bottiglia di birra in mano. Risi, non avevo capito proprio nulla, stupida gelosia. Lo seguii nei movimenti, trattenendo un altro sorriso con scarsi risultati. Iniziai a ballare anch'io, lasciandomi trasportare da lui e dalla musica.
Ben presto il tutto si trasformò in qualcosa di molto sensuale, le sue mani viaggiavano sul mio corpo e l'alcol ingerito in precedenza non mi permetteva di ragionare lucidamente sulle sue azioni. Le sue carezze, infatti, stavano diventando spinte, palpandomi quando riusciva il seno e il sedere.
Ad un certo punto mi ritrovai stretta fra le sue braccia, continuavo a dimenarmi addosso a lui con fare lascivo.
"Ti amo, sai?", gli urlai all'orecchio in modo che mi sentisse chiaramente, ma non rispose. Mi guardò negli occhi, poi fece scendere lo sguardo sulle mie labbra e velocemente si avventò su di esse, trascinandomi in un bacio che di casto aveva ben poco. Mi aggrappai a lui con tutte le mie forze, quasi intontita, mentre le sue mani si stringevano al mio lato b.
Alla fine del bacio avevamo entrambi il fiatone.
"Ti accompagno a casa, ti va?" mi urlò all'orecchio per farsi sentire, accompagnando il tutto con baci umidi sul collo.
Senza riflettere annuii e lo presi per mano, sorridendo, dirigendomi verso l'uscita.
Appena il rumore della festa si attenuò un attimo, mi fermai
"Scusa, mando un attimo un messaggio a Noah e Lidia", digitai sul telefono il messaggio in cui li avvisavo che sarei tornata con Noah e di non preoccuparsi, e ritornai a concentrare tutta l'attenzione su di lui
"Ok, possiamo andare. Dove hai parcheggiato?"
In quel momento non mi preoccupai se eravamo entrambi ubriachi, volevo solo andare a casa con lui! Ora o mai più, non volevo nemmeno pensare troppo a ciò che avremmo fatto quella notte, altrimenti avrei perso tutta la decisione. In realtà ero elettrizzata, finalmente avrei potuto dire di essere diventata grande con la persona che amo.

Ci avviammo lungo la strada buia. Noah era praticamente mi stringeva i fianchi, ogni tanto mi palpava il sedere, altre mi baciava la tempia e mi accarezzava.
"Ci siamo quasi" mi sussurrò all'orecchio. Io annuii, rabbrividendo per l'eccitazione.

Una volta arrivati al parcheggio, ci avviammo verso la sua macchina. Era scarsamente illuminato e il suo bolide si trovava in uno dei punti più bui. Mi accompagnò fino alla porta del passeggero, solamente che invece di farmi entrare, si appoggiò a me con tutto il peso, schiacciandomi contro la portiera. Riuscivo a sentire completamente il suo corpo su di me.
"Sei proprio bella"
Il suo alito caldo mi accarezzò il viso. Ero completamente persa nel suo sguardo.
Noah si avvicinò ancora di più e mi premette le labbra calde sul collo. Creò una scia di baci umidi, finché non trovò nuovamente le mie labbra.
Le mie braccia erano intrecciate al suo collo, le mani affondate fra i suoi capelli leggermente crespi, il respiro era pesante e la testa leggera.
Eravamo un unico groviglio di gambe, braccia, completamente in balia dei nostri sentimenti e istinti.

Ad un tratto sentii come una folata di vento investirci e mi ritrovai a terra, sui sassi con la testa dolorante, le mani e le ginocchia sbucciate.
Ero completamente in confusione.
Avevo improvvisamente freddo.
Mi girai di scatto per capire che cosa fosse preso a Noah per trattarmi in questo modo. Che l'avessi in qualche modo fatto arrabbiare? Ma quello che vidi mi mandò completamente in panico.

Due ombre umane si stagliavano fra me e il mio ragazzo. Erano imponenti, completamente vestite di nero e con i tratti del viso coperti. Una rapina.
Subito urlai quando notai che una delle due figure stava stringendo Noah per il collo, il quale non riusciva nemmeno a respirare. Tentava di colpirlo, ma invano.
L'altra figura, invece, mi dava le spalle, osservando l'operato del collega.
Senza pensarci due volte mi gettai su quello che stava stringendo Noah, senza calcolare che l'altro l'avrebbe difeso. Infatti poco dopo l'ombra sotto di me prese ad agitarsi ed io mi sentii trascinare via, lontano. Una mano gelida mi si posò sulla bocca e un braccio mi immobilizzò a quel corpo che sembrava fatto di marmo.
Provavo ad urlare, a farmi sentire, ma non c'era nessuno in quel dannato parcheggio!

L'uomo che teneva Noah ad un certo punto lo gettò lontano in malo modo. Il ragazzo cadde anche lui sui sassi ed iniziò a tossire per cercare di incamerare più aria possibile. Non ebbe nemmeno il tempo di girarsi per difendersi che subito l'ombra gli si avventò contro, tenendolo saldo per terra. Gli tirò indietro i capelli e con orrore, grazie ad un flebile bagliore, notai che gli si avventò col viso sul collo.
Noah non urlò nemmeno.
Poco dopo sentii distintamente un "crac", la testa ora piegata in una posa innaturale.
"Noooo! Mostro! Che cosa gli hai fatto! CHE COSA GLI HAI FATTO!", urlai con ancora la mano gelida a tapparmi la bocca. Le lacrime continuavano a scendere copiose dal mio viso.
Quando vidi la bestia allontanarsi e calciare lontano il cadavere, una stilettata improvvisa di freddo si fece strada nel mio collo.
E tutto si fece buio.

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Buonasera!
È ritornata l'ansia? Perché tutto questo?
Ho fatto una conclusione molto alla Dante Alighieri 😂
In realtà doveva starci un altro pezzo, ma non potevo rovinare l'uscita ad effetto.
Nel prossimo vedremo dov'è stata portata.

Alla prossima!
Un abbraccio,

Rin_Quil

Capitolo revisionato il 1/07/2019

Mi chiamo Nora. - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora