19- Lacrime

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Mi svegliai indolenzita in una stanza vuota, sconosciuta che mi provocò immediatamente un flashback della prigione in cui ero finita qualche settimana prima.
Non di nuovo! pensai scoraggiata e mi alzai di scatto. Dovetti sorreggermi la testa con entrambe le mani perché il mal di testa non mi abbandonava un istante.
Quando sembrò attenuarsi provai di nuovo ad alzare il capo e mi guardai meglio intorno. Ero in una stanza, questa volta, non una prigione. L'unica luce presente filtrava da una finestrella con le sbarre che dava all'esterno. C'era anche un letto, su cui ero seduta, e la coperta che fino a poco prima mi copriva ora era ammucchiata sul pavimento.

Non c'era nient'altro.

Mi avvicinai con passo malfermo e cauto alla porta: era di metallo, liscia, lucida. Risplendeva come i pugnali che mi aveva regalato Alec qualche... ora? Giorno? Prima.

Argento.

E colta da urgenza mi abbassai tastandomi freneticamente gli anfibi. E' ancora qui, sospirai constatando che il secondo pugnale era al suo posto. In effetti non mi avevano spogliato o toccato in alcun modo, ero vestita come quella sera, solo senza giacca e più... asciutta. Almeno mi hanno evitato un accidente.

Sospirai nuovamente, ormai era diventata un'abitudine, e iniziai a vagare per la stanza senza meta. Più il tempo passava e più mi sentivo fisicamente meglio, nonostante l'ansia e la paura fossero sempre presenti.
Mi torturavo con gli ultimi ricordi che avevo: Alec, la fuga, l'attacco.
Mi fermai solo quando sentii dei passi avvicinarsi e vidi la porta della stanza aprirsi e chiudersi velocemente dopo aver fatto entrare qualcuno.

Sgranai gli occhi, non ci misi molto a riconoscerlo, e subito dopo assottigliai lo sguardo. Mi ci precipitai addosso, afferrandolo per la felpa e sbattendolo di slancio contro il muro. Ora ero furiosa, già.

"Mi devi delle spiegazioni" sputai fuori aggressiva.
"Dove siamo? Perché mi avete portata qui? Perché non mi hai detto cosa sei? Cosa avete fatto ad Alec?" lo bombardai di domande senza lasciargli spazio.

Jan spazientito mi afferrò i polsi e si avvicinò al mio viso. Mi dimenai, senza riuscire a liberarmi. Era la prima volta che vedevo i suoi occhi gialli, come quelli delle bestie.
"Quindi ora te la fai con quel succhiasangue, eh?" soffiò fuori.
Digrignai i denti, ero fuori di me, e gli sputai in faccia.
Lui subito si allontanò spingendomi via, quasi non caddi a terra, e si ripulì il viso con un braccio. Fece una risata amara e si sedette sul letto senza dire più nulla, ma solo osservandomi. Sembrava un falco che osservava la sua preda: gli occhi gialli, vigili, seguivano ogni mio più piccolo movimento. Mi avrebbe attaccata? A quel pensiero la presenza del coltello nascosto si fece ancora più bruciante.
"Quel succhiasangue mi ha salvato la vita, dovresti ringraziarlo, sai?" dissi torva "O forse tutti quei messaggi strappalacrime su Messenger erano una farsa?"
Un sorrisetto spuntò sul suo viso
"Non erano una farsa, Lidia ed io eravamo davvero preoccupati per te e tu cosa fai? Mi aggredisci, mi guardi con disprezzo e mi sputi addosso. Bel ringraziamento per essere un'amica, complimenti"
Che fine aveva fatto la persona dolce che conoscevo?
"Sospettiamo che il vampiro verrà a riprenderti, del resto devi pur contare qualcosa per lui se ti stava portando con sé in Alaska, o no?" aggiunse poi
"Quindi è vivo" dissi sorpresa
"Già" rispose Jan con una smorfia. "Dopo poco sono arrivati dei lupi del branco locale e lui è riuscito a svignarsela"
"State sprecando il vostro tempo, non verrà nessuno per me. Quindi possiamo anche tornare a casa" tentai poco convinta.
"Ti stai contraddicendo da sola, lo sai?"
Jan si stiracchiò e poi si diresse lentamente verso la porta
"In ogni caso spero anch'io di tornare presto a casa..." aggiunse poi sottovoce, ed uscì.

Rimasi nuovamente sola per un bel po' di tempo, finché qualcun'altro non irruppe nella mia stanza facendomi prendere pure un bello spavento.
"Lidia?" sgranai gli occhi
"Sei viva" farfugliò lei prima di soffocarmi in un lungo abbraccio
"Sei viva, sei viva, sei viva..." continuava a ripetere passandomi velocemente le mani sulle braccia, sulle spalle, sul viso e scrutandomi attentamente.
Annuii soltanto, ero emozionata.
"Ho visto Jan prima" dissi funèrea "sembrava diverso" e mi diressi verso il letto, invitandola a sedersi accanto.
Lei sospirò, in viso un'espressione dispiaciuta mista a compassione
"Sta attraversando un periodo difficile. In realtà anche lui come me è felice di vederti, vorrebbe ritornare subito a casa e mettere fine a tutta questa storia. Eravamo molto preoccupati, pensavamo ti avessero uccisa... e ora non capiamo perché si ostinano tanto a rimanere qua... ad aspettare quel succhiasangue" aggiunse infine con una smorfia.
"Mi ha salvato la vita" sussurrai
"Cosa?" Lidia era incredula
"Sì, e ora pensano verrà a cercarmi di nuovo. Lo vogliono uccidere... Non posso permetterlo Lidia! Dobbiamo andarcene! Posso contattare mia zia e rifugiarci da lei, ma dobbiamo andare via!" la supplicai "Andiamo via, poi troverò il modo per fargli sapere che sto bene, per favore... ti prego..." dissi sull'orlo delle lacrime.
"Nora..." mi abbracciò nuovamente
"Non possiamo, facciamo parte del branco e non possiamo non eseguire gli ordini. Per questo Jan è furioso"
"Ma tu non fai parte del branco!" protestai
"Sono stata contagiata, alla prossima luna mi trasformerò..." rivelò amareggiata
"Nora" aggiunse poi "non possiamo nemmeno tornare da tua zia..."
"Perché?" alzai la testa di scatto, confusa
"Era venuta in città a cercarti, l'hanno trovata morta sulle sponde del lago" mi rivelò con la voce rotta dal pianto.

La guardai con la bocca spalancata, senza emettere fiato.

Hanno ucciso anche lei.

Era l'unico pensiero definito che riuscivo a fare in tutto quel caos mentale.

Piansi fino allo sfinimento, fino a che non mi addormentai.

- - -

Buonasera!
Scusate l'attesa, spero che questo capitolo sia riuscito a ripagare in parte l'ansia e a dare qualche spiegazione in più.
Come vediamo c'è uno Jan totalmente in balia degli eventi e una Lidia dolce che deve fare il lavoro sporco. Nora invece è nel pallone, ma del resto chi non lo sarebbe dopo tutto quel che è successo? Forse a questo punto avrete capito che non volevo scrivere di un'eroina che scopre all'improvviso di avere super poteri o altre abilità, ma volevo scrivere di una storia d'amore e d'amicizia.

Riuscirà il nostro vampiro a salvare la principessa? Stay tuned ;)

Un abbraccio,
Rin_Quil

Capitolo revisionato 9/07/2019

Mi chiamo Nora. - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora