17- Sangue

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Era domenica. Era già passata una settimana da quando iniziai a lavorare al pub insieme a Morgan e altrettanto dall'ultima volta che sentii i miei amici. Mi mancavano, eccome se mi mancavano. Ma non volevo mettere nei guai seri Alec, a dire il vero non volevo proprio deluderlo. In quei giorni mi ero scervellata più del dovuto per trovare una soluzione a tutta quella situazione ed ero giunta alla conclusione che la via più facile sarebbe stata quella di mettere da parte dei soldi e poi, appena possibile, trasferirmi in un'altra città più grande, sempre in Canada o in Alaska. Là avrei potuto far arrivare i miei amici in tutta sicurezza sia per loro che per noi e poi... be', ci saremmo sicuramente iscritti all'università e magari preso un appartamento insieme per dividerci le spese. Alec probabilmente sarebbe tornato alla sua vita di prima e pure Morgan, ma magari ogni tanto sarei andata a trovarli. Sì, avrei fatto così. E avrei dovuto sistemare anche quella piccola questione del rapimento, magari ne avrei parlato con Al per trovare insieme una storia convincente da raccontare. Poi sarei stata finalmente libera.

Fu con quei pensieri che mi avvicinai alla porta di casa quella sera, dopo il turno. Morgan era già svanito fra gli alberi a bordo del suo fuori strada. Sembrava che tutti ne avessero uno là in Canada.
"Sono a casa!"
"Mmmm!" mi arrivò dal salotto. Ridacchiai fra me e me. Il vampiro doveva essere sul divano a metà fra il mondo reale e quello dei sogni, nonostante la tv tenuta bassa.
Mi avviai di sopra, presi tutto il necessario per una bella doccia calda e mi rintanai in bagno.
Uscii da lì solo diverso tempo dopo. Mi sentivo rigenerata.

Dopodiché mi diressi in cucina, ma non c'era nulla di particolare da mangiare. Optai quindi per un panino. Meglio star leggeri...
Presi il piatto e mi appoggiai contro lo stipite della porta che dava sul salotto, mangiando in silenzio: un po' guardando la tv e un po' Alec.
Lui dal canto suo se ne stava bello disteso sul divano, ormai completamente addormentato.

Una volta finito riposi il piatto in cucina e mi sedetti affianco al vampiro.
Rimasi ad osservarlo per diverso tempo. Mi sembrava un ragazzo così normale, era difficile credere cosa fosse in realtà. Fino a qualche mese prima non avrei mai creduto esistessero creature sovrannaturali, eppure la realtà mi si era parata davanti in tutta la sua crudeltà. Se non fosse stato per lui... brividi freddi mi corsero lungo la schiena. Gli ero riconoscente, ma non mi bastava. Non più. Volevo conoscerlo davvero, volevo che diventassimo amici nel vero senso della parola.

Appoggiai delicatamente le punte della dita sulla sua guancia. Vagai leggermente su tutto il viso: fronte, naso, barba... la sentivo pungermi leggermente le mani, tuttavia non potevo farne a meno.

In quella settimana vissuta insieme a lui avevo avuto la possibilità di conoscere un po' meglio le sue abitudini, il suo modo di fare. Era brusco, a volte burbero, ma mai cattivo. Sapevo che lavorava perché spesso tornava a casa dopo di me la sera, anche se non avevo mai avuto l'occasione di approfondire il discorso. Ci vedevamo la mattina, invece. A volte gli portavo la colazione in camera, altre mi faceva compagnia in cucina. Avevo scoperto che poteva mangiare cibi "normali", semplicemente non lo saziavano tanto quanto il sangue.

Gli passai delicatamente la mano fra i capelli morbidi. Ripetei il gesto più volte e sempre con estrema lentezza.
Un mugolio mi giunse alle orecchie, per ritrovarmi poco dopo lui abbracciato alla mia vita e la testa nascosta fra il divano e la mia gamba. Sembrava un bambino.
Scesi con la mano di nuovo sul viso, per poi accarezzargli le spalle e la schiena. Con l'altra mano, invece, gli accarezzai distrattamente il braccio avvolto intorno alla mia pancia e poi mi adagiai sospirando sul divano.

Forse mi ero spinta troppo in là. Non so perché, ma sentivo il desiderio di baciarlo, di stringerlo a me.
Assottigliai le labbra. No, tanto fra poco sarà tutto finito.

Sospirai.

Quando abbassai distrattamente lo sguardo vidi un paio di occhi scuri con riflessi rossi guardarmi.
"Già finito?" Chiese sorpreso.
Sorrisi velocemente e gli ripassai la mano fra i capelli
"I tuoi occhi..."
"Hai risvegliato la mia parte vampira con tutta questa dolcezza"
"Non che ti dispiaccia, vedo"
Alec non rispose, incurvò soltanto all'insù le labbra.
"Questo legame che sento, è..." le parole mi morirono in bocca. Volevo capire se anche lui lo sentiva o se era dato dalle circostanze.
"Il sangue?" Alzò un sopracciglio.
Annuii.
"No"
Sfilò delicatamente le braccia da me, poi mi prese la mano accarezzandola lievemente.
"Il sangue è come la carne: ti attrae, ti strega. Ma poi il suo effetto finisce. La tua influenza su di me è svanita già dall'episodio del rapimento"
"Capisco..." ora ero abbastanza pensierosa.
"Comunque dobbiamo sistemare anche quella questione là, sai?" chiesi per riallacciarmi al discorso "Scomparsa".
"Uff... già" e si allontanò da me stiracchiandosi, il viso visibilmente infelice.
"Vorresti che rimanessi qui con te?"
"Se vuoi, sei libera di andare"
"Sì, ma tu cosa vuoi?"
Scrollò soltanto le spalle, rifuggendo il mio sguardo.
Sorrisi di nuovo,uno di quelli teneri questa volta. Non voleva che me ne andassi, eh?
Colta dall'istinto avvicinai di nuovo la mano al suo viso, ma questa volta la scansò infastidito.
"Non vuoi assaggiare?"
Alec sgranò gli occhi "Cosa?"
"Ti sto offrendo volontariamente il mio sangue. Hai gli occhi rossastri. Accetti? Mi farebbe piacere, sai?" dissi con finta innocenza. In realtà volevo davvero fargli questo regalo, non solo per riconoscenza, ma anche per qualcosa che non sapevo bene spiegare.
"Ok..." disse dubbioso. Forse temeva che non fossi totalmente lucida.

Si avvicinò nuovamente alla mia mano, la prese fra le sue e la abbassò al livello del suo volto. Mi scostò la manica, avvicinando il polso alla bocca, ma non mi morse. Prima lo baciò delicatamente, quasi con venerazione, poi mi guardò nuovamente, come a chiedere se fosse veramente quello che desideravo. Allora gli sorrisi a mia volta, toccandogli i capelli con l'altra mano. A quel contatto Alec chiuse gli occhi e qualche secondo dopo affondò i canini nella mia carne.

Non avevo calcolato il dolore di quella mia scelta. Chiusi gli occhi, trattenendo il respiro. Restammo in quella posizione per un tempo indefinito, fino a quando non mi mollò bruscamente il braccio. Ansimava.

Aveva ancora la bocca sporca di sangue e gli occhi color cremisi spalancati. Un misto di emozioni gli attraversavano il viso senza che potessi minimamente capire cosa stesse succedendo.
L'unica cosa che feci fu riportarmi il braccio ancora sanguinante al petto per tamponare la ferita. Strano, di solito mi fermava il sangue leccandomi...
Avevo paura, ora. Specialmente dopo aver incontrato il suo sguardo a dir poco furioso.
"Hai... hai contattato i tuoi amici, vero? Quante volte ti avevo chiesto di non farlo, eh? Ci sarà stato un motivo. Mai ascoltarmi, eh!" Ora urlava, passandosi più le mani sui capelli in un gesto nervoso. Era completamente fuori di sé, non più disteso, ma seduto, e io in preda al panico mi feci piccola piccola sulla parte opposta del divano. Gli occhi gonfi e lucidi che minacciavano di piangere. Di nuovo.
"Ma cos...?" riuscii soltanto a balbettare
"Il sangue" disse laconico
"Fila di sopra, prepara uno zaino. Ce ne andiamo. Subito, muoviti!" ordinò

Sussultai e corsi di sopra senza guardarmi indietro, senza guardarlo. Impanicata al massimo e col volto ormai rigato dalle lacrime.
Avevo ormai capito la mia gaffe, era successa la stessa cosa quando mi aveva rivelato di Noah.

Che stupida che sono...

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Ciao!
Eccomi finalmente col nuovo capitolo. Scusate per la lunga attesa, spero ne sia valsa la pena.

Come sempre se avete domande o osservazioni lasciatemi un commento.

Noi ci vediamo alla prossima!

Un abbraccio,
Rin_Quil

P.S.
Siamo a 100 stelline e a quasi 1000 visualizzazioni!
Voglio ringraziare tutti quanti i miei lettori, ma in particolar modo voglio ringraziare Ariel_welt e Ncgc8224 per l'immenso supporto e affetto. Grazie, davvero ♥

Capitolo revisionato 9/07/2019

Mi chiamo Nora. - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora