12- Nuova casa

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Sì, frittata con pancetta ed erba cipollina... Oh, e c'è anche un meraviglioso hamburger colante di grasso. Ti a-do-ro, Jan. Mi dispiace per te Lidia, quel panino vegetariano non sembra buono quanto il mio...

"Ah!" aprii gli occhi di scatto quando sentii qualcuno toccarmi la spalla
"Finalmente! È da cinque minuti che ti chiamo! E pulisciti quella bava..."
"Vieni" aggiunse subito dopo, mentre si avvicinava per prendermi a mo' di principessa
"Non toccarmi!" sbraitai improvvisamente, il cuore che batteva a mille, le pupille dilatate per l'adrenalina. Il brusco risveglio doveva avermi dato alla testa perché Alec si bloccò immediatamente sul posto, fissandomi negli occhi con le sue due ossidiane.
"Per favore..." borbottai "Non toccarmi per favore, scendo da sola, grazie" dissi flebilmente. E in un movimento fluido gli scivolai sotto al braccio ed uscii dall'auto.
"Almeno questo posso prenderlo?"
Mi girai di scatto, vedendolo che reggeva con un dito il mio borsone e l'espressione perplessa.
"Sì... grazie"
Mi sentivo a disagio, gli avevo proprio risposto male e alla fin fine non se lo meritava visto che voleva solo aiutarmi. Così mentre ci avviavamo sul vialetto al portone di casa colsi l'occasione
"Scusa se ti ho risposto male. Non sono abituata a trovarmi un paio di zanne aguzze così vicine al collo, diciamo che non è stato piacevole"
Gli lanciai una rapida occhiata, ma non aveva nessuna espressione particolare in viso
"Ma so che volevi solo aiutarmi e non hai fatto altro da quella notte, quindi... beh... grazie. Davvero!" aggiunsi tutto d'un fiato. Forse non è stato proprio carino dargli dell'animale assasino, però oh! È la verità!
Accennò un sorriso, ma non rispose, anzi. Accelerò il passo, precedendomi sul vialetto di casa sua per poi aprire la porta
"Benvenuta, questa è casa mia. Spero ti troverai bene qui"
La sua espressione ancora una volta non lasciava trapelare nulla, sembrava quasi avermi ignorata. E i miei sensi di colpa continuavano a crescere.
Senza dire nulla a mia volta lo seguii, salii i tre scalini del portico e una volta dentro mi ritrovai ad osservare una casa bellissima. Lo stile era un misto di neoclassico e moderno insieme: fuori tutto colonne e pareti bianche, dentro mobili squadrati e laccati di bianco e di nero.
"Ti faccio vedere la casa" aggiunse dopo poco. Annuii e lo seguii, di nuovo.
L'entrata era enorme, una scala a sinistra portava al piano di sopra, mentre al di sotto c'era una porta. Forse il bagno, o forse lo sgabuzzino... ok, il bagno, pensai non appena mi aprì la porta. A destra dell'entrata, invece, c'era la cucina super moderna in stile italiano: fornelli in acciaio, piano cottura di granito, frigo con freezer  laccato di nero... tavolo centrale in vetro e legno con sedie di design... un sogno. Ma quanti soldi aveva?
Notai che sia dalla cucina che dall'entrata si apriva una porta sul salotto. Non appena varcai la soglia restai a bocca aperta. Era meglio di un hotel a cinque stelle. Una stanza enorme apparve davanti ai miei occhi già di per sé sognanti: nella parte di sinistra c'era il classico salottino con un tv al plasma di tutto rispetto appoggiato sopra un mobile color tortora scuro, tappeto e un meraviglioso divano; a destra, invece, delle poltrone e un divanetto disposti a cerchio attorno ad un tavolino di vetro, oltre a qualche altro mobiletto, ovviamente. Ma il pezzo forte stava sulla parete di fronte. Era interamente ricoperta di vetro e dava sul piccolo giardinetto esterno a ridosso della foresta, sembrava una piccola oasi privata, vista da là. Scoprii poco più tardi che si trattava di una porta scorrevole. Una volta fuori, infatti, si era su di un secondo portico attrezzato con altri divanetti e una stufetta per mantenere il calore, era una specie di mansarda.
"Ti piace?" Una voce ruppe la magia
"Se mi piace? È meravigliosa! Meglio di un qualsiasi hotel!"
"Bene, vieni! Manca la parte di sopra" aggiunse dopo aver riddacchiato un po' per la mia espressione.
Lo seguii per le scale. Rimasi un po' delusa nel constatare che c'era solo un lungo corridoio con tre porte chiuse e una finestra che dava sull'esterno.
"Che c'è?"
"Tutto qua?" chiesi perplessa
Alec non rispose, mi fece solo cenno di seguirlo con la sua solita espressione divertita/compiaciuta stampata sul volto.
Quando aprì la prima porta a destra quasi non riuscii a trattenere un "wow!". Era il bagno, o meglio, doveva essere come una spa perché altrimenti non mi spiegavo tutto quel lusso! Era quasi tutto di pietra, dal mobile con i lavandini ai sanitari. La vasca, enorme, era al centro della stanza.
"Tutto per me?" chiesi speranzosa
"Ovvio che no, è di entrambi. Purtroppo ho dovuto scegliere: o stanze enormi e un bagno soltanto, oppure due bagni e due stanze minuscole"
Successivamente mi fece vedere anche le due camere da letto. Erano arredate in modo simile, ma con disposizione diversa. Erano infatti ad L una rispetto all'altra ed entrambe davano sullo stesso terrazzo condiviso che stava proprio sopra la mansarda. Era bello perché spazioso, ci poteva stare benissimo un altro tavolo da sei persone. La ringhiera era interamente in pietra e delle colonne sorreggevano il tetto, in modo da creare un ambiente riparato alle intemperie. Eravamo pur sempre in Canada.
"È... è meraviglioso" e gli sorrisi davvero contenta mentre mi avvicinai un po' di più a lui
"Grazie" rispose soltanto facendo spallucce, le mani in tasca. E tornò a fissarmi in volto, senza muoversi di un millimetro dall'alto del suo metro e ottanta.
"Ma come hai fatto? Intendo a costruire tutto questo"
"Sai, quando sei un vampiro..." ma lasciò la frase in sospeso. Avevo capito benissimo. Quando sei un vampiro dopo un po' capisci come vanno le cose e non sbaglierei di tanto a pensare che possa essersi arricchito in maniere non proprio... lecite, oserei dire.
Poi, senza dire nulla, si girò allontanandosi. Sembrava abbastanza rigido. Ce l'aveva ancora con me per prima? Be', non avrebbe avuto tutti i torti.
"Dove vai?"
"Ho da fare, tu intanto sistemati nella tua stanza e riposa un po'"
Annuii, anche se ormai non poteva più vedermi. Era andato via.
Un leggero vento si alzò, causandomi dei brividi. Solo in quel momento realizzai tutto quello che era successo: dall'omicidio, al nostro primo incontro, fino al rapimento, Noah, la sala degli schiavi e infine lui che invece di uccidermi mi porta via da quel posto infernale. Ero lontano da casa, senza nessuno, sì, ma ero viva.

Strinsi un po' di più la ringhiera del terrazzo mentre ammiravo la foresta attorno a noi. Era mattina inoltrata, ormai, eppure la stanchezza mi colpì come un macigno.

Avrei seguito il suo consiglio.

Così rientrai, sistemai le poche cose che avevo e mi infilai a letto.


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Buonasera!
Ho come l'impressione che la trama si stia sviluppando a rilento, eppure ritengo che queste scene siano necessarie per capire bene i protagonisti. Poi non è che sia un libro d'avventura. Sì, ci sarà dell'azione ad un certo punto, spero solo di esserne in grado.
Sto approfondendo la trama. È bello perché ogni volta che penso ad una scena e a come collegarla a quella dopo mi si scatenano di quei film mentali in testa fantastici ahah

Come vedete ho tenuto molto a descrivere la casa. Me la immagino veramente bellissima, se solo sapessi usare programmi di rendering vi farei il modellino xD Posso ripiegare facendovi vedere qualche immagine.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto,
alla prossima!

Un abbraccio,
Rin_Quil

Capitolo revisionato 8/07/2019

Mi chiamo Nora. - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora