13- Cena

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Mi svegliai nel tardo pomeriggio, mi sentivo come se mi fosse passato sopra un treno. Dopo aver fatto il giro del letto per almeno tre volte, finalmente decisi di alzarmi. Nonostante tutte quelle ore di sonno mi sentivo stanchissima, probabilmente sarei di nuovo crollata quella sera.
Dopo una breve visita al bagno scesi in cucina. Ad aspettarmi c'era Alec che sembrava stesse cucinando qualcosa di buono, a giudicare dal profumino.
"Ti sei svegliata finalmente! Hai dormito un sacco oggi"
"Sì, il viaggio mi ha stancata molto. Cosa cucini?"
"Bistecca al sangue con patate al forno in salsa"
A sentire quelle parole mi salì l'acquolina in bocca e il mio stomaco prese a fare strani rumori.
"Fame eh?" disse lui, ridendo. Arrossii
"Eh sì" ammisi e mi sedetti vicino al tavolo. Poco dopo arrivò la mia cena dritta dritta sul piatto. Mi ci fiondai sopra, una vera delizia, del resto non mangiavo da almeno ventiquattr'ore.

"E tu? Non mangi?" chiesi quando ormai ero a metà bistecca "vuoi un pezzo?"
"No, grazie, ho già fatto"
Al che mi accigliai
"Hai già mangiato? Quando? Dove?" e mi guardai velocemente le braccia, per poi passarmi distrattamente le dita sul collo. Non c'era nulla. Niente ferite, niente dolori. Tornai quindi a fissarlo in attesa di una risposta. Lui di contro mi sorrise, mettendo ben i mostra i canini. Mi facevano sempre uno strano effetto: ne ero attratta, ma allo stesso tempo intimorita.
"Tranquilla, non ti mangio! Quante volte devo ripetertelo ancora? Ho mangiato prima, mentre dormivi. Sai, nel bosco girano molti animali..."
Tirai un sospiro di sollievo, meno male, e ritornai a concentrarmi sul mio pasto.
"Quindi sono davvero un dessert" e lo guardai di sottecchi "nel senso che in una dieta sana ed equilibrata i dolci vanno mangiati con moderazione e tu... be'... mi hai assaggiata solamente un paio di volte". Ero molto in imbarazzo, sapevo che non ne voleva parlare eppure a me non bastava la sua versione. Insomma! Doveva esserci un altro motivo valido per cui non mi aveva ancora dissanguata e anzi, si premurava che stessi bene.
"Certo che sei dura eh?" e nel mentre alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente "Mangio animali, non umani. Ed è capitato solo due volte, quindi non fa testo"
Poi si girò nuovamente verso le pentole per lavarle
"Il tuo sangue è una vera delizia, ma a quanto pare lo è solo per me. Il che è strano..." ma lo disse a voce bassa, sembrava quasi avesse paura ad ammetterlo
"E la vampira che poi hanno ucciso? Anche lei mi ha assaggiata e sembrava piacerle" replicai con disappunto
"Era vampira solo da qualche decina di anni. Quando sei in quelle condizioni te ne freghi del gusto del sangue, basta berlo"
"Ah" dissi soltanto per tornare subito dopo alla mia buonissima bistecca.
"Cucini bene"
"Grazie"
E calò nuovamente il silenzio

"Teoricamente sei libera di fare e andare dove vuoi" aggiunse ad un tratto
"In pratica?" Alzai il sopracciglio, la forchetta a mezz'aria
"In pratica se torni in America mi metti nei casini perché mi avevano ordinato di ucciderti e non l'ho fatto. Inoltre non ci metterebbero due secondi in più a decidere come rimediare alla cosa... ma" e si girò nuovamente verso di me, asciugandosi le mani. Aveva appena finito di lavare le pentole, il resto avrei dovuto pulirlo io.
"Sei senza un soldo e senza un posto dove andare, il Canada è grande e per di più hai il mio odore addosso. Questo vuol dire che vampiri e licantropi potrebbero usarti come bocconcino"
"Fantastico!" Sprizzavo contentezza da tutti i pori. Sì, come no.
"Se vuoi puoi andartene" disse soltanto per poi accennare alla porta con il movimento della testa. Mi stava fissando con i suoi bei occhi neri e a mia volta mi persi a guardarlo. La mandibola era ben serrata, ma il suo volto era completamente impassibile come la sua voce. Indossava una t-shirt nera su pantaloni del medesimo colore, pure i calzini erano neri. Era alto, il fisico asciutto, i lineamenti dei muscoli si notavano molto bene. Sembrava rilassato, ma qualcosa mi diceva che in realtà non voleva che me ne andassi.
"Rimango qui... per ora. Sembri affidabile e stranamente mi sento a mio agio con te nei paraggi. Troverò una soluzione. Intanto... grazie per avermi strappato da quella prigione" e guardai in un altro punto visibilmente in imbarazzo
"Ottimo" gettò lo straccio sul ripiano e come se nulla fosse lasciò la stanza per distendersi sul divano con la Playstation.

- - -

Il giorno successivo mi svegliai presto, sempre se le nove di mattina potessero considerarsi così. Per me sì.
Dopo aver fatto colazione ed essermi preparata andai fuori, Alec non si vedeva ancora. Avrà altre cose da fare.
Ultimamente pensavo spesso a lui, se non fosse per il particolare dei canini e del sangue, avrei detto che fosse un ragazzo normale. Peccato.
La villetta era immersa completamente nel bosco. A ovest si stagliavano le montagne in tutta la loro bellezza. L'aria era fresca, ormai era estate. Poco lontano dalla villa c'era un altro edificio, molto probabilmente il garage dato che non vedevo nessuna macchina parcheggiata fuori. O forse è andato via, genia che non sei altro. Mi schiaffeggiai mentalmente la fronte per poi fare spallucce.
Mi diressi verso l'unica stradina sterrata, certa che mi avrebbe portato al paese più vicino.

Raggiunsi un villaggio di pochi edifici dopo circa tre chilometri a piedi. Ero stanchissima e avevo sete, dannazione! Ma perché ha deciso di abitare proprio in mezzo al nulla! Sbuffai e mi diressi verso la bacheca sulla piazza principale. C'erano solo avvisi del comune e pubblicità, nulla di interessante.
Individuai poco dopo quella che doveva essere la biblioteca, mi affrettai a raggiungerla e... noooo! Chiusa anche questa! Ma quando mai chiudono di domenica!
Ero totalmente scoraggiata e stanca. Volevo solo bere e mangiare qualcosa, peccato che ero pure senza soldi. Non me ne va bene una!
Feci dietro-front e per poco non andai a sbattere contro una persona
"Hey! Guarda dove vai! E che cavolo!"
Una voce maschile abbastanza irritata mi giunse alle orecchie. Lo stavo per travolgere.
"Scusa... non ti avevo visto"
"Immaginavo. Sei nuova di qui?" Chiese subito dopo con curiosità
"Sì, arrivata da poco"
"Capisco"
"Hai un odore particolare" aggiunse dopo poco, squadrandomi
"Odore?" ero interdetta. Di solito non sono questi gli argomenti quando si parla con sconosciuti.
"Profumo! Un profumo particolare"
"Ooook" dissi soltanto, stranita. Era un ragazzo ordinario se non fosse per la stazza. Sembrava un orso da quanto era imponente, ma il viso era quello di un ragazzo normale. Barba appena accennata, naso dritto, occhi chiari e capelli castani. Aveva in mano delle casse di birra.
"Cosa ci fai con tutta quella birra in mano?"
"La stavo portando a lavoro... nel pub qui vicino" e mi fece un cenno verso la direzione del locale
"Vuoi accompagnarmi? Mi chiamo Morgan. Tu?"
"Ok! Nora"
"Da dove vieni?"
"Stati Uniti"
"Ah, come mai sei venuta qui in mezzo al nulla?"
"Lunga storia" risposi in imbarazzo mentre lo accompagnavo al locale
"Mi sono trasferita dal... dal mio ragazzo!" Cielo, Nora! Come ti è venuta in mente questa? Trovarne una migliore no eh?
"Oh, capisco. Quindi sei fidanzata"
"Già" dissi soltanto abbozzando un sorriso. E addio possibilità di farsi amici, brava!

Arrivammo poco dopo al locale. Non era pieno, c'erano solo poche persone. Pensavo si sarebbe riempito più tardi per l'ora di pranzo. Era arredato interamente in legno, sembrava anche un po' cupo a dire il vero, ma non era male.
Morgan sparì un attimo nella stanza dietro al bancone per depositare le casse di birra, poi ritornò da me
"Hai fame? Offre la casa" chiese. Un bel sorriso gli incorniciava il volto
"Sì! Ho una sete!" dissi con enfasi. Forse un po' troppa perché lui fece una smorfia per poi girarsi di scatto e coprire il tutto con un colpo di tosse
"Arriva subito il piatto della casa, tu intanto siediti dove vuoi" e sparì nuovamente
Ci rimasi un po' male, ma feci come mi aveva suggerito. Avevo davvero fame.

- - -

Buonasera!
Ecco a voi il capitolo! Come avete visto ho introdotto un nuovo personaggio, Morgan. Servirà per dare una svolta alla storia. Per quanto riguarda la città, invece, questa volta me la sono inventata per poter avere un più ampio spazio di manovra.

Alla prossima!

Un abbraccio,
Rin_Quil

Capitolo revisionato 8/07/2019

Mi chiamo Nora. - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora