18- Lupi

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In macchina nessuno sembrava voler parlare: io guardavo avanti, ostinata e con mille pensieri in testa; Alec, invece, guidava a tutta velocità per le strade del Canada in direzione Alaska. Sembrava avesse il diavolo alle calcagna tant'era teso. Non una parola, non uno sguardo, solo il respiro pesante e il viso corrucciato come di chi avesse un compito di vitale importanza e non potesse sbagliare.
Intanto la foresta viaggiava veloce fuori dal finestrino, era buio e aveva incominciato a piovere.

Sospirai e finalmente lo guardai.
"Che vuoi" la sua voce, sebbene secca, finalmente ruppe quel silenzio assordante.
Non risposi subito, mi limitai ad abbassare lo sguardo sulle mie mani intrecciate e guardare di nuovo fuori
"Stiamo fuggendo" non era una domanda, solo una constatazione
"Sì" e annuì
"Prendi questi..." si allungò col la mano dietro al mio sedile, frugò in una borsa e poi mi gettò sulle gambe due coltelli nella propria fodera "... e vedi di non ferirti, intesi? Ti serviranno solo come difesa, non è difficile"
"Lo so" risposi pensierosa
Presi uno dei due strumenti e lo estrassi. Era completamente in argento, il manico era molto semplice e la lama aveva il doppio filo, questo mi diede la certezza che fosse un pugnale. Subito ripensai alle guardie del palazzo, forse sono le armi d'ordinanza...
"Lo sai?" mi chiese con una nota di curiosità nella voce
Feci cenno di sì con la testa
"Papà mi ha insegnato a maneggiarli e lanciarli"
La mia mano corse ad accarezzare l'arma, un piccolo sorriso mi si aprì in volto.
"Diceva che non si sa mai. Mamma era contraria a questo, ma lui e mia zia invece ci tenevano molto..." Corrucciai il viso e ripresi a parlare
"...Mi chiedevo sempre perché non mi insegnassero a sparare, ma la risposta era sempre 'è troppo pericoloso, questo è più che sufficiente'" la tristezza mi assalì improvvisa, accarezzai di nuovo il pugnale e lo riposi nella sua custodia. Uno lo legai alla cintura, mentre l'altro lo nascosi negli anfibi che indossavo. Ok, tuta e anfibi non erano proprio il must dell'eleganza, ma dato che dovevo fare velocemente non mi ero preoccupata di essere alla moda.
"Bene. Almeno avrò la certezza che non ti affetterai un dito" e sorrise compiaciuto.

"Da chi scappiamo?" provai a chiedere di nuovo
"Lupi"
"Intendi lupi mannari?" mi girai completamente verso di lui
"Mmm"
Sembrava non voler continuare, ma poi riprese
"Mai sentito parlare di tracciamento informatico? Di indirizzi ip? No, eh? Secondo te perché non volevo ricontattassi i tuoi amichetti?"
"Io non... pensavo. Oddio. Scusa..." potevo sentire il criceto nella mia testa lavorare e lavorare
"Ma... aspetta un attimo. Cosa c'entrano loro con i lupi? Perché dovrebbero volermi male?"
Alec fece una risatina ironica e sprezzante.
"Jan, il tuo caro amico d'infanzia, è un mannaro e Lidia, la sua compagna, lo seguirà a ruota. Sempre che non sia già stata trasformata"
"Ma... non è vero! Siamo sempre stati insieme, non ho mai visto comportamenti strani!"
"Certo che non li hai visti! Mica si fanno scoprire così facilmente. A Salt Lake stavamo, anzi, stiamo acora indagando sulla comunità di lupi mannari. A quanto pare il loro nuovo alpha vuole prendere il controllo sulla città e sbarazzarsi di cacciatori e vampiri, principalmente, ma anche di altre creature sovrannaturali se possibile"
Sul mio viso si dipinse un'espressione di totale stupore e incredulità
"Quindi anche Jan è coinvolto e Lidia lo sapeva!" Mi sentivo amareggiata "Loro volevano solo arrivare a te..." sussurrai
"Esatto. Sono io che coordino la guardia vampira dato che sono l'unico che conosce i lupi mannari come le proprie tasche. Siamo in guerra"
Mi accasciai sul sedile. Troppe informazioni, troppe rivelazioni. Di chi potevo fidarmi?

Stetti per diverso tempo in silenzio a guardare fuori, la pioggia continuava a battere sui vetri e la foresta sembrava non avere mai fine. Era notte fonda, ma non riuscivo proprio a dormire. Ad un certo punto mi si accese la lampadina in testa che mi riscosse dai pensieri.
"Come fai ad essere il massimo esperto di lupi?" chiesi assottigliando gli occhi, decisa ad avere una riposta.
"Non ti riguarda" rispose lanciandomi una rapida occhiata per poi ritornare a guardare la strada
"Avanti, dimmelo" dissi ferma
Alec espirò velocemente tutta l'aria, scocciato.
"Si chiamava Alexa, era la sorella maggiore di Morgan"
"E?" una strana sensazione mi chiuse lo stomaco. Ero curiosa e arrabbiata allo stesso tempo. Quel Morgan?
"Sì, esatto. Sono lupi anche loro. Eravamo fidanzati, io e lei. Era una relazione mal vista perché lupi e vampiri non possono stare insieme, siamo nemici naturali ed è impensabile una cosa del genere"
Poi fece una pausa e guardò un attimo fuori
"Ma poi suo padre, l'alpha, conoscendomi capì che non ero come gli altri e mi accolse nel loro branco. Imparai molto su di loro, sulle loro tradizioni, leggende ed usanze... finché un giorno non arrivò un umano che si innamorò perdutamente di lei e me la portò via.
Erano compagni di vita ed io non ero più nulla.
Fine della storia, non c'è nient'altro da sapere"
"E lei, Alexa, che fine ha fatto?"
"Morì. Una fuga di gas. Il suo palazzo esplose con lei e suo marito all'interno. Fu una tragedia terribile..." detto questo si rinchiuse nel suo mutismo e non parlò più per tutto il resto del viaggio.
Mi sentivo strana, scombussolata, gelosa. Non c'erano motivi per esserlo, lo sapevo bene, ma la cosa mi infastidiva parecchio. E poi quando ripensai ai miei amici un mix di tristezza e rabbia mi assalì.

Perché non mi hanno mai detto niente?
Mi hanno esclusa.

- - -

Non mi accorsi di essermi assopita fino a quando l'auto su cui viaggiavamo sbandò, sfiorando miracolosamente un albero e causandomi un, a dir poco, brusco risveglio.
Aprii di scatto gli occhi, il cuore martellante per la paura e la porta del conducente che sbatté. Solo qualche istante dopo mi accorsi che Alec non era più in macchina e che davanti a noi, sotto la pioggia fitta, due enormi lupi digrignavano i denti e ringhiavano, mentre un terzo si avventava letale sul vampiro.

Urlai.

Mi guardai attorno per cercare di capire cosa stesse succedendo. Purtroppo la luce fioca, merito della macchina ancora accesa, non mi permetteva di comprendere fino in fondo la situazione.
Presa dal panico e dall'istinto uscii dalla macchina, senza pensare. Desideravo solo salvarlo, ucciderli, andare via da lì.

"Nora! Che cazzo fai? Torna in macchina!" doveva essersi accorto di me tra un lupo e l'altro.
Non so bene come, ma riusciva ad ammazzarne diversi con la forza bruta e quella che doveva essere per forza una daga.  Tuttavia più ne uccideva e più ne accorevano.
Il suo urlo, purtroppo, più che salvarmi servì solo a farli accorgere di me.
Due grossi animali si avvicinarono minacciosi, finché uno non saltò nella mia direzione, le fauci spalancate e le zanne ben in vista. Estrassi il pugnale e lo posizionai davanti al mio viso, poi appena fu abbastanza vicino chiusi gli occhi. Un gemito strozzato e un fiotto di sangue mi investì in pieno. Quando li riaprii vidi un ragazzo dal cranio aperto in due, agonizzante, il pugnale infilzato dalla bocca e gli occhi spalancati.
Non ebbi nemmeno il tempo di processare quell'immagine che subito l'altro lupo si diresse verso di me intenzionato a farmi fuori. Estrassi frettolosamente il pugnale dalla mia prima vittima, ne saggiai il peso e... lanciai. Un latrato. L'arma si conficcò esattamente in mezzo ai due occhi, non lasciandogli scampo e avviando il processo di metamorfosi inversa. Era la prima volta che la vedevo. Disgustoso.

Recuperai nuovamente la lama, mi accucciai tra il cofano dell'auto e l'albero lì affianco e sbirciai la scena.
Tre lupi: uno addosso a lui, che morì all'istante non appena gli lacerò il muso; uno sotto che ringhiava, facendolo arretrare; e uno dietro.
Successe tutto in un attimo.
Gettò a terra il primo mannaro ormai morto, il secondo davanti a lui gli attaccò il fianco, mentre quello dietro saltò puntando alla testa.

Un altro latrato.

Il mio pugnale conficcato sul cranio della creatura.

L'altro lupo morto ai piedi di Alec.

Il vampiro mi guardò, sgranando gli occhi, nonostante mi fosse riconoscente. Io, invece, ansimavo.
Fu l'istinto che mi portò a lanciarlo, a salvarlo. Ora eravamo pari. Potevo leggere gratitudine nei suoi occhi, ma durò poco.
Inizialmente non capii perché, finché non mi sentii cingere i fianchi e sbattere addosso al petto muscoloso di una persona.
"Eccoti finalmente, fra poco sarà tutto finito. Porta pazienza, eh?"
Una voce maschile, sussurrata, mi alitò all'orecchio. Sembrava affannata, ma la riconobbi subito. Del resto come non farlo? Con lui avevo i ricordi migliori della mia infanzia e adolescenza, eravamo un trio. Eravamo.
"Lasciami!" urlai
Mi dimenai più che potei, cercai di dargli una testata senza successo, finché qualcosa di morbido e umido mi tappò la bocca e il naso, facendomi perdere lentamente le forze.

"Shh"

L'ultima cosa che vidi fu l'urlo straziante di Alec mentre preso da una furia cieca infilzava un altro lupo.

- - -

Buonasera!
Questo capitolo mi ha fatto sudare, ma alla fine ne sono più che soddisfatta.
Adesso arriva il bello, siete pronti?

Che ne pensate?

Come sempre grazie per il sostegno che mi date ♥

Un abbraccio,
Rin_Quil

Capitolo revisionato 9/07/2019

Mi chiamo Nora. - Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora