CAPITOLO -11-

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TAKUMI

Rientro a casa, sbattendo la porta dietro di me. Sono dannatamente sicuro che lei non c'è più. Vado immediatamente verso la cucina. Faccio scorrere l'anta... e in effetti come pensavo, è scappata a gambe levate. Peccato... avrei tanto voluto avvolgere le mie mani su quel bellissimo collo delicato per strangolarla. Ma per questo dovrò aspettare. Sono sicuro che il topolino tornerà alla carica e io sarò quì a darle il benvenuto. Mi chiedo come cazzo si è permessa di entrare di nuovo in casa mia, nonostante i miei avvertimenti. Questa ragazza ha davvero dei seri problemi. Quando mi sono accorto di lei, mentre versavo il vino, non potevo credere ai miei occhi. In quel momento ho desiderato tanto non avere la compagnia di Tiff, ogni cellula del mio corpo mi urlava di tirarla fuori da lì sotto e... cosa?! non lo so, cazzo! ma farlo davanti alla mia amica non mi è sembrata una buona idea. Ho scelto invece di fargliela pagare diversamente. Frustrato mi passo le mani fra i capelli. Sospiro stanco. Mi sono davvero rotto le palle di questa storia. È arrivato il momento di darci un taglio. Dopo aver accompagnato Tiffany, ho chiamato Will, per fortuna mi ha risposto subito. Gli ho chiesto di mandarmi un fabbro. Devo assolutamente cambiare serratura. Will mi ha chiesto per quale motivo e siccome non mi va di raccontargli di questa faccenda, gli ho detto semplicemente che è una precauzione che voglio prendere. In realtà questo è un modo per cercare di risolvere la situazione con quella pazza. Pensavo di averla spaventata abbastanza, ma evidentemente non è così. Quando l'ho beccata per la prima volta, sono stato distratto dalla sua bellezza. Lei è bellissima. Davvero bella, cazzo! ma resta il fatto che la ragazzina sta giocando col fuoco, non immagina con chi sta avendo a che fare, ma sarò ben felice di darle una bella lezione, quello che le ho mostrato poco fa con Tiff... è solo un piccolo assaggio.

Il mio telefono vibra, è Will: "Apposto. Domani fabbro da te ore 09:30 (ma questa me la devi spiegare)" poi aggiunge "tra un'ora in villa, quella dell'ultimo incontro, ma stavolta siete richiesti solo tu e Jad, nessun altro mi dispiace amico... ancora per un po' e tutto sarà finito".

Cazzo! questo è per concludere la mia grandiosa giornata di merda. Anche se il pezzo forte è stata la discussione con mio padre. Lui e la sua vita perfetta. Lui che non sa mai chiedere scusa a nessuno, lui che giudica di continuo tutto quello che faccio, lui che non sbaglia mai...

Frustrato salgo di sopra a farmi una doccia e a prepararmi, sto cominciando sul serio ad odiare questi incontri maledetti con persone influenti, uomini depravati, donne capricciose, licenziose e corrotte addirittura peggio degli uomini che frequentano questo circolo vizioso, di cui purtroppo da quasi cinque anni io e i miei amici facciamo parte contro la nostra volontà. Non so proprio come hanno fatto per tutto questo tempo Antony e Jad ad affrontare tutto questo, visto che hanno le ragazze, devono sopportare davvero molto. Io, Dom e Josh cerhiamo di aiutarli il più possibile, ma questo non serve a far tacere la loro coscienza. Che casino... non vedo l'ora che termini questo lungo periodo di ricatto merdoso, per me ma sopratutto per loro.

QUALCHE ORA DOPO

Spengo il motore dell'auto, sto per uscire quando il cellulare mi vibra in tasca, è Jad... "Grazie Taki per aver limitato alcune situazioni per me". È il minimo che potessi fare per lui, le "signore" erano in tre questa volta, quindi...

Entro in casa. Sono le tre di notte, sono avvolto nel silenzio. Mi fermo in mezzo alla stanza, alzo la testa verso il soffitto, stringo gli occhi... vorrei gridare per la frustrazione che provo.

Vado a prendere una birra, la stappo e ne svuoto la metà. E giù ancora un'altro sorso. Sento agitarsi il mostro dentro di me e questo mi capita quando sono totalmente solo a fare i conti con me stesso, con i miei ricordi dolorosi, con tutto quello che mi è capitato... Scuoto la testa, devo liberare la mente. Metto un po' di musica. La bellissima voce di "Sinead'o'Connor" canta Nothing compares to you. Le note si diffondono in tutta la stanza. Chiudo gli occhi, ispiro profondamente, sento i miei polmoni aprirsi, devo calmarmi. Faccio fluire le note della musica dentro di me. Non voglio che questo tetro stato d'animo abbia la meglio su di me. Mi do una scrollata, ho bisogno di scaricare altra tensione e c'è solo un altro modo. Questa volta le scopate, non mi sono bastate. La colpa è sopratutto di una persona, lei, la ragazza dai capelli rosa che sta tormentando la mia testa. Cazzo!

Vado alla portafinestra. Guardo fuori. È buio pesto. Amo guardare la distesa oscura della notte. Mi è sempre piaciuto farlo, mi da un senso di pace. Alzo lo sgurado, la luna è bellissima. La luna... chiudo gli occhi, Harumi, la mia bellissima sorellina. Quando osservo la luna, non posso fare a meno di pensare a lei. Io e Harumi trascorrevamo molto tempo ad osservare la luna, con la sua vocina dolce e con i suoi occhioni bellissimi, assumeva delle espressioni buffe quando mi diceva <<amo guardare la palla bianca della notte>> poi mi saltava al collo, mi stringeva forte dandomi tanti baci. <<Fratellone tu per me sei bello come la palla della notte>>. Sento la sua voce nitida nelle mie orecchie. Porto un dito sulla guancia e mi asciugo una lacrima. Chiudo gli occhi, vedo Harumi dietro le palperbre chiuse, con il suo vestitino bianco e rosa, proprio come il giorno del suo compleanno... No. Non posso più pensare a lei in questo momento, mi sto facendo di nuovo del male. Ci ho messo molto a non avere gli incubi tutte le notti, ho impiegato tanto ad arrivare a questo punto... sospiro. Scruto ancora fuori nella notte e non so perchè lo faccio. Fisso un punto in particolare. Questa è la seconda volta che ho l'impressione di essere osservato. Possibile che sono diventato paranoico? Prendo il telecomando dello stereo dalla tasca posteriore dei jeans, scorro la playlist e scelgo il brano che voglio: "Linkin Park" New Divide. La mia band preferita. In questo momento sento la necessità, il bisogno fisico e mentale di scaricare tutta la mia sofferenza, comincio a muovermi, è così che mi libero la mente. Amo ballare, danzare mi ha salvato da me stesso. La danza può rivelare tutto ciò che la musica racchiude e far trasparire tutte le tue emozioni nel bene e nel male e quando questo accade è pura passione. È squisita emozione. Mi sfilo la maglietta, togliendomi le scarpe e inizio a ballare. Mi muovo liberamente, chiudo gli occhi e mi faccio trascinare dalla canzone fino a sentire solo le vibrazione della musica fluire dentro di me, dandomi la carica e la grinta che mi serve per sfogare i miei tormenti. Sento il sangue scorrere veloce nelle mie vene, i muscoli si tendono e si gonfiano, il mio corpo mi da quello che gli chiedo. Ballerei fino allo sfinimento per sentirmi meglio. Ho iniziato a ballare a undici anni e ora ne ho ventisette. All'inizio era solo per sfogare l'inquietudine che avevo dentro. Ballare è per me una via di fuga. Quando ballo smetto di pensare chi sono e posso andare ovunque ed essere chiunque. Penso che per definire la sensazione non esista un aggettivo adatto perchè è impercettibile, ti sovrasta e allo stesso tempo è una sorta di pace che si istaura tra me (ballerino) e lo spazio. Lo so, è complicato da spiegare ma è una sensazione dannatamente stupenda.

Inabissato nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora