CAPITOLO -13-

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TAKUMI

Apro l'acqua calda liberandomi del resto degli indumenti. Ho scaricato la maggior parte della tensione e l'angoscia che mi era montata dentro. Il ballo ha avuto sempre quest'effetto su di me. E' stato proprio questo ad aiutarmi da piccolo a sedare il mio dolore.

Mi infilo sotto la doccia, alzo la testa e faccio scorrere l'acqua sul viso. Apro gli occhi per afferrare lo shampoo. Ma che cazz... stupito osservo attentamente un capello arrotolato intorno al tappo. Incazzato lo srotolo lentamente e lo osservo in tutta la sua lunghezza, ed è col cazzo che mi sbaglio, questo capello è dannatamente rosa. Scoppio a ridere in maniera assurda al pensiero che lei sia stata qui, nuda, dentro la mia doccia. Ghigno, me la pagherai ragazzina... ahh se me la pagherai e con tanto di interesse. Questa è un altra tacca da aggiungere ai suoi crimini già commessi. L'incazzatura prende il posto del divertimento di poco fa. Finisco di lavarmi, cercando di non pensare a lei. Afferro un telo e me lo avvolgo ai fianchi. Prendo anche un asciugamano per strofinarmi i capelli. Entro in camera bloccandomi di colpo. Prendo maggiore coscienza... é stata qui, dentro la mia doccia, nella mia stanza da letto e sicuramente si sarà messa a frugare nelle mie cose... cazzo! questo mi fa ribollire il sangue. Dovrei farla arrestare per tutto questo, ma c'è sempre qualcosa dentro di me che me lo impedisce. Osservo accuratamente tutta la camera... non manca niente, tutto è come prima. Nulla è fuori posto, tranne il capello avvolto intorno al tappo del bagnoschiuma. Dio... quanto mi fa incazzare tutto questo! Questa ragazza sta diventando un problema dannatamente difficile da gestire.

Scosto le coperte dal letto e mi sdraio.

Dove sarà adesso?

Cosa starà pensando di me, dopo avermi visto scopare a quel modo?

Che le serva da lezione, questo non è niente... è solo l'inizio per lei!

Spengo la lampada sul comodino. Incrocio le mani dietro la testa, aspettando che arrivi il sonno. Resto al buio a riflettere. Vago con la mente e penso a tutte le volte in cui mi sono sentito osservato, spiato. È possibile che dal mio arrivo sia rimasta appostata da qualche parte ad osservare i miei movimenti? sarebbe così stupida? Cazz... vengo assalito da un dubbio atroce. Scatto giù dal letto, mi fiondo alla finestra che affaccia sul giardino e mi metto a scrutare nel buio in direzione dell'aria giochi. Fisso quel punto cercando di trovare un segno della sua presenza... ma niente, tutto tranquillo. Sorrido per la mia stupidità, questa ragazza mi sta facendo diventare paranoico. Solo una pazza fuori di testa potrebbe fare una cosa del genere.

Ritorno a letto, scrollandomi di dosso questa strana sensazione di inquietudine. Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi per dare spazio al sonno... Perdo i sensi con l'immagine di lei nuda, dentro la mia doccia.

IL GIORNO DOPO

Mi sveglio al suono della maledetta sveglia che ho impostato poche ore fa. Apro un solo occhio, perchè è un impresa aprirli tutti e due. Allungo la mano per spegnerla. Sbuffo, avrei tanto voluto dormire fino a tardo pomeriggio. Guardo l'ora, cazzo! mi strofino gli occhi. Mi devo sbrigare, alle nove arriva il fabbro. Mi alzo dirigendomi diritto in bagno. Mi sbrigo in un lampo e corro di sotto. Questo è il giorno della resa dei conti Evans!

Mi preparo un thè verde. Mentre aspetto che l'acqua arrivi alla temperatura giusta, mi siedo massaggiandomi le tempie. Sono ancora molto stanco, ho solo poche ore di sonno e la giornata è lunga. Nella testa ho solo un pensiero che mi ossessiona, "la micetta". Voglio punirla... avverto anche una maledettissima, inconsueta forma di rimorso nei suoi confronti e questo, mi fa sentire scombussolato... non mi piace, non mi piace per niente l'effetto che sta avendo su di me quella ragazzina. Lei é come un veleno che agisce uccidendoti lentamente. Stanotte è stata la mia ossessione, mi ha tormentato fino al mio risveglio. E i suoi occhi... mai visto degli occhi così belli! ti perdi solo a guardarli, questa ragazza è pericolosa, non mi fa essere lucido cazzo! questa situazione deve finire oggi, o rischio sul serio di impazzire.

Vengo distratto dal suono del videocitofono, dev'essere sicuramente il fabbro. Ci siamo!

Apro la porta per fare entrare il fabbro, nel farlo avverto addosso l'aria pungente del mattino. D'istinto strofino le mani sui jeans per riscaldarle. Sorrido al signore calvo e paffuto, di mezza età. Lo invito ad entrare, gli spiego quello che voglio e lo lascio lavorare.

Mentre mi organizzo per quello che ho in mente di fare scrivo a Josh e aspetto che lui mi risponda. Contatto anche Will, dobbiamo parlare di lavoro, deve aggiornarmi sui dettagli del videoclip che dobbiamo girare per una famosa cantante pop americana.

Dopo più di un quarto d'ora di attesa, Josh mi chiama.

<<Dove cazzo sei?>> sbraito.

<<Buongiorno anche a te, coglione>> ribatte lui << secondo te dove sono? apri il cancello stronzo>> replica Josh.

Riattacco. Quel bastardo una volta tanto è puntuale. Stanotte appena uscito dalla villa l'ho chiamato, gli ho chiesto di passare da me, perchè mi doveva aiutare a sbrigare una faccenda importante e non gli ho detto altro, ho bisogno del suo aiuto.

Inabissato nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora