CAPITOLO - 43 -

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AVRIL

IL GIORNO DOPO

Ho appena finito di preparare il pranzo. Kimura sta ancora dormendo, doveva essere stanco era quasi l'alba quando è rientrato. Appena è uscito dal bagno fresco di doccia si è disteso accanto a me, ma ormai ero sveglissima e pronta per delle spiegazioni volontarie da parte sua. L'ho guardato aspettando in silenzio, che lui dicesse qualcosa, sembrava molto strano, era taciturno, evitava il mio sguardo, non puntava i suoi bellisimi occhi nei miei come sempre. Gli ho chiesto se stava bene, ma lui mi ha risposto sbrigativo, rassicurandomi che andava tutto bene e che era solo molto stanco. Gli ho domandato perchè non si fosse preso il disturbo di avvisarmi che avrebbe fatto così tardi, forse avrò usato un tono amareggiato perchè lui, finalmente, mi ha guardata negli occhi, magari sarà stata la stanchezza, il sonno... ma in quel momento nelle sue iridi nere e profonde ho scorto un velo di tristezza che ha cancellato in un attimo la mia animosità. Mi sono avvicinata a lui, stringendolo a me <<mi sei mancato!>>. Mi ha sorriso facendo apparire quelle bellissime irresistibili fossette, mi ha stretta al suo petto, mi ha baciata facendomi liquefare come una fonduta di ciccolata.

Sospiro sconfitta, è inutile non riesco ad avercela con lui. Penso sorridendo, mentre strofino il canovaccio sul ripiano della cucina.

<<Buongiorno piccola!>> la sua voce roca mi risveglia dai miei pensieri.

Alzo lo sguardo su Kimura tutto scompiglio, il suo fascino trasandato, mi piace sempre di più.

<<Stai proprio da schifo. Tieni qui c'è un aspirina per te>> gliela indico con un gesto della mano <<qualcuno mi ha riferito, che al ricevimento di ieri sera, hai alzato troppo il gomito, e prima che tu, parli a sproposito: il tuo amico Jared, ha chiamato sul tuo cellulare per sapere come stavi, spero non ti dia fastidio, se mi sono permessa di rispondere al tuo posto, dormivi tranquillo come un bambino, e non me la sono sentita di svegliarti>> gli spiego frettolosa.

<<Va bene>> replica senza battere ciglio, seduto sullo sgabello non nota la mia espressione torva, ha lo sguardo pensieroso rivolto verso il giardino, è bellissimo, la sua bocca perfetta, i suoi occhi neri e profondi... quelli che mi hanno fatto perdere completamente la testa per lui. Sempre assorto, si tortura il labbro con i denti, osservo il suo pomo d'Adamo andare su e giù, sembra perso, concentrato nei suoi pensieri. C'è qualcosa che lo preoccupa, non ho dubbi. Ora basta! Mi paro davanti a lui, lo fisso dritto in faccia porgendogli, l'aspirina con un bicchiere d'acqua.

<<Sei strano, c'è qualcosa che non va?>> gli chiedo impensierita dal suo insolito comportamento...non è da lui essere così taciturno.

Prende l'aspirina dalla mia mano e se la porta alla bocca e fa lo stesso con il bicchiere d'acqua, svuotandolo tutto.

<<Sto bene bambolina. Deve solo passarmi questo mal di testa micidiale>> spiega, attirandomi in mezzo alle sue gambe aperte. Mi abbraccia forte affondando il viso tra i miei seni, strofina il naso sulla mia maglietta inalando il mio odore <<ora si che mi sento bene!>> esclama incrociando il mio sguardo, finalmente è ritornato da me! <<baciami piccola>> mi sussurra, come se ne avesse un bisogno disperato.E chi sono io per oppormi a un invito del genere? Non ci penso due volte, gli copro la bocca con la mia. Lo bacio lentamente ripetendo il gesto, giocando con lui tanto da farlo impazzire. Mi afferra i fianchi tirandomi a sè eliminando, del tutto lo spazio tra di noi. Come sempre, prende lui il comando dominandomi totalmente. Amo quando lo fa e amo ancora di più il suo modo di baciarmi. Lo facciamo a lungo, ma continuo a pensare, che in lui ci sia qualcosa che non va, avverto un senso di disperazione da parte sua. Cosa gli è successo stanotte che non vuole farmi sapere?

Ci stacchiamo solo per riprendere fiato, lui mi osserva in silenzio contemplando il mio viso <<ti chiedo scusa se ti ho fatta preoccupare. Non era mia intenzione ma, a volte per lavoro sono costretto ad assentarmi e non so mai quanto tempo starò fuori>> mi spiega distogliendo lo sguardo, per un attimo.

<<ma...>> cerco di parlare.

<<tranquilla>> continua interrompendomi mentre si alza << ad alcuni eventi potrai venire con me, ma sfortunatamente non a tutti>> chiude il discorso dandomi un bacio a stampo senza nemmeno darmi il tempo di replicare <<ora vado di sopra a fare una doccia, poi pranziamo okay?>> così dicendo va via lasciandomi la brutta e oppressante, sensazione che mi stia nascondendo qualcosa di brutto.

Inabissato nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora