Camila rientra in casa, sbatte la porta.
Corre per le scale con passo pesante e si chiude nella stanza sbattendo anche quest'altra porta, tanto da far tremare i vetri. Butta tutto all'aria, qualsiasi cosa le capiti tra le mani, tra cui una sedia che finisce per frantumare uno specchio. Si china a raccogliere i cocci, si mette in ginocchio e si piega in avanti sentendo una enorme fitta.
Stringe un pezzo di vetro e si taglia superficialmente il palmo.Il telefono inizia a squillare, immagina sia Lauren. Non si muove di un millimetro. Rimane a terra, guarda il suo riflesso sui cocci. Rivede tutta la sua vita attraverso essi, attraverso i suoi occhi rossi dal pianto.
Si porta una mano sulla bocca, soffocando i singhiozzi, quando sente la voce di Dinah. La sente ridere forte con Normani.
Normani.
Quanto sta iniziando ad odiarla.
Normani "è la stella polare."
Normani.
Perché il suo destino le ha riservato il peggio? Perché non ha avuto la fortuna di Lauren...
Ripensa alla sua di storia, sentendo ancora la voce di Lauren come un fastidioso ronzio e fa uscire un singhiozzo. Poi un altro ancora. Non riesce più a trattenerli e le manca il respiro, sta andando in iperventilazione.Dinah la sta chiamando, sente due passi differenti salire le scale di corsa.
Si butta all'indietro, guarda il soffitto e lascia bagnare il pavimento con le lacrime. Sta morendo di rabbia, sta morendo di dolore.
Vorebbe solo essere a Cuba, picchiare qualcuno come era abituata a fare. Urlare. Sentire la vena del collo pulsare così forte quasi da farla scoppiare. Tornare a notte fonda con le nocche violacee, piena di sangue.
«Mila!»
Dinah si precipita da lei, l'aiuta a rialzarsi insieme a Normani e la fanno sedere sul letto.
«Dio, Camila, cosa ti è passato per la mente?» boccheggia, guardando tutto il macello «Che hai fatto alla mano? Mila, sfo...»
«Uscite da qui!» urla «Andate via»
Il suo petto si alza e si abbassa velocemente. Il cuore pompa veloce.
È irriconoscibile. Come se si fosse trasformata in un animale. L'animale che ha tenuto a cuccia per troppi giorni. Sapeva che sarebbe scoppiata prima o poi.
«Non andiamo via» si oppone Normani «Hai bisogno di qualcuno e noi siamo qui ad aiutarti»
«Sto benissimo da sola» ringhia, fulminandola con lo sguardo «Vai via o te ne pentirai» continua avvicinandosi con cattive intenzioni
Dinah si mette davanti a lei, pronta a difendere la sua fidanzata. Le mette le mani sulle braccia e la scuote cercando di farsi ascoltare.
«Che cavolo ti è preso! Parla, Camila!» esclama con tono duro
La strattona e avanza verso la nera, arrivando ad un palmo da lei, sbattendola al muro.
«Perché Lauren!» le urla contro «Perché hai incontrato lei e non me quella mattina?! Io ero a Cojimar! Perché non eri in strada quando mi stavano portando via, perché cazzo!? Perché non hai salvato me? Pe-pe-perché»
Finisce le parole biascicando, in ginocchio davanti a Normani. Quest'ultima è completamente terrorizzata dalla reazione di Camila. Per un attimo ha avuto paura che la picchiasse.
Senza dire nulla, tremando, esce dalla stanza e scappa di casa, lasciando Dinah da sola con lei, con quella ragazza che deve avere per forza una rotella fuori posto.La bionda è dietro di lei. Si inginocchia, così da arrivare alla sua altezza, e l'abbraccia da dietro, ascoltando il suo pianto.
Camila posa le mani sulle sue, macchiandola con il sangue. Da sfogo e spazio ai suoi singhiozzi. Questa volta non è sola come ogni fredda notte passata ad Havana. Per la prima volta si sente protetta da una forte presa che la sostiene.
«Mila» sussurra «Basta piangere. Sei qui con me, nessuno ti farà del male, sei al sicuro»
«Scu-scusa» tira sul col naso «Scusami, per favore»
«Shh» la zittisce
Si mette davanti a lei, le alza il viso, prendendolo dal mento, e le asciuga le lacrime, poggiando, poi, la fronte alla sua.
«Non è successo nulla, va tutto bene» la rassicura «Andiamo a medicare quella ferita e non ci pensiamo più. Va tutto bene, ci sono io con te»
Camila scuote la testa e si incupisce.
Si vergogna troppo della sua reazione. Sicuramente Normani lo dirà a Lauren, lei andrà su tutte le furie e non avrà il coraggio di sostenere i loro sguardi.
«Vuoi che faccia venire Lauren qui? Può farti sentire meglio»
«Avrei preferito morire tredici anni fa che soffrire così tanto» trema «Io avrei potuto avere la vita di Lauren. Io ero a Cojimar, io avrei potuto incotrare Normani. Io sarei potuta essere felice» geme l'ultima parola «Avrei po-potuto... Perché il destino è stato così crudele?»
«Non hai bisogno di altro, sei con me, sarò io la tua famiglia»
Sussurra, commossa, abbracciandola forte. Fa appoggiare la testa sul suo petto e le lascia un bacio, cullandola.
«Sarò io la tua famiglia, Chancho»
STAI LEGGENDO
Lionheart ||CAMREN||
FanfictionAccade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso. E tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo: è successo una volta e quindi può succedere di nuovo.