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«Vuoi dirci cosa è successo ieri? Perché è sola in quel tavolo?»
Lauren guarda nella stessa direzione di Dinah e scrolla le spalle, non sa cosa dire.
È da quando si sono svegliate che Camila non parla con nessuna, le ignora. Arrivata l'ora di pranzo, prende posto lontana, mette dei quaderni sul tavolo e ricopia alcune cose, bevendo solo un caffè, rimanendo a stomaco vuoto.
«Ci siamo baciate, abbiamo chiarito i nostri sentimenti e quando lo stavamo per fare ho sentito delle cicatrici sulla sua schiena, pochi minuti dopo è scoppiata a piangere. Non l'ha voluto ammettere ma è chiaro cosa le sia successo» confessa, tenendo un tono di voce basso, per non farsi sentire da alte persone «Non so cosa le sia preso, spero solo che non si sia pentita»
«Magari è solo scossa per tutto quello che è successo ieri» la tranquillizza Normani, vedendo quel faccino triste «Amore, non posso vederti così» sospira, prendendo la mano tra la sua
«Ha ragione Mani: tra la conferenza, la sua reazione, i ricordi di ieri sera. Non penso si sia pentita, lei è pazza di te da quando ha posato gli occhi sulla fotografia in cucina, il primo giorno»

Guardano Camila che è due tavoli avanti a loro. I capelli sono sono sciolti, tutti da un lato, ha gli occhiali da vista che le danno l'aria di una perfetta studentessa e la fronte corrugata mostra quanto sia concentrata, non alzando mai lo sguardo dai quei fogli.
Sembra tutto tranquillo, finché qualcuno non arriva a rompere le scatole a Normani.
«Nigga» sghignazza un cretino alle sue spalle «Dammi i tuoi appunti»
«Cosa, Bradley? Sei troppo ritardato per poter stare attento durante la lezione» prende le sue difese Lauren
Lui inizia ad alzare la voce, cosa che irrita Camila. Si toglie gli occhiali e con passo pesante si avvicina a questo tipo.
«Hai dei problemi?»
Bradley sbatte la palla da basket sul tavolo, facendo un gran fracasso e guarda dall'alto in basso la piccola cubana.
«Che vorresti fare, tappetto?» ringhia, prendendosi gioco di lei
Camila si sposta al centro, senza nascondersi dietro la sedia di Dinah, e alza le mani in aria.
«Non ti conviene metterti contro di me» lo guarda con aria di sfida, facendo ridere lui e buona parte dei presenti
«Attenta!»
Le tira la palla ma lei prontamente, come se l'avesse previsto, allunga un braccio e la blocca subito, zittendo tutti. Guarda la marca della palla, alza un sopracciglio e se la passa da una mano all'altra, riservando due occhi di fuoco verso quello che dovrebbe essere il capitano del college.
«Ridammi la palla, bestia» farfuglia, abbastanza nervoso
«Sai, Bradley, mi dispiace per te»
«Tu non mi conosci»
«Ohw, sì, fin troppo bene» afferma sicura di sé
Fa ruotare la palla sul dito medio e inizia a camminare, andando dietro questo tipo.
«Tu sei il manico, capitano della squadra di basket, questo è il tuo regno» intima, continuando a camminare prima di tornare davanti a lui e iniziare a fargli fare una figura di merda, davanti a tutti.
«Dovete sapere che Bradley è un bullo. Perché?» ridacchia «Troppo facile dire che è un cazzone!» esclama facendo ridere ogni ragazzo «No, no»
Ferma la palla e allungando il braccio, con essa in mano, lo indica. Sta iniziando a divertirsi come i vecchi tempi.
«Il nostro Bradley è molto più complesso di questo» continua, iniziando a farlo sentire a disagio
Torna a far ruotare la palla sul medio, tenendo tre dita alzate.
«Stando al parere di imminenti psichiatri, Bradley fa il bullo per una di queste tre ragioni»
Sposta la palla sull'indice e lo guarda con un ghigno malefico.
«La prima: sotto tutta questa maschia spavalderia, si nasconde una signorina insicura che bussa alla porta del cesso per uscire»
Qualcuno fischia per il suo coraggio, quella che si sente di più è la risata di Lauren.
Continua a fare dei giochetti con la palla con cui dimostra il suo autocontrollo e il coordinamento e passa al secondo punto.
«La seconda: come l'uomo delle caverne, il cervello di Bradley è sottosviluppato, perciò non è in grado di esercitare l'autocontrollo»
Tiene la palla sulla mano destra e la fa fa ruotare sul mignolo, pronta a farlo derire da chiunque. 
«E la terza ragione: Bradley ha il pistolino piccolo»
Mentre applaudiscono, tra le tante risate, Camila inizia a palleggiare, passa la palla tra le gambe più volte, si muove velocemente verso quel bamboccio, quest'ultimo allunga le mani per riprendersi il giocattolino ma la cubana tira la palla indietro. Fa un palleggio così forte da far sentire l'eco e la rimette tra le sue braccia.
«Non farti male bambinone» sussurra, ammiccando

Senza aggiungere altro, torna al suo posto, rimettere gli occhiali e, con la sua roba sotto il braccio, sparisce dalla mensa, lasciando le sue uniche amiche senza parole.

Lionheart ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora