✔Capitolo 10: you'll bring me only trouble

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Il ragazzo si pettinó i capelli velocemente con le mani. Si guardò allo specchio:due grandi occhiaie scure scavano il volto.

Sbadiglió. Aveva bisogno di un caffè.

Jungkook si diresse in cucina.
Mise la caffettiera sul fuoco e si sedette pigramente.

Era esausto.
Per fortuna quel giorno aveva chiuso lo studio.

Sinceramente il lavoro di notaio non lo faceva impazzire.
Ironico come avesse fatto di tutto per sfuggire ai suoi studi di architettura per poi ritrovarsi incollato ad una scrivania.

Era uno spirito ribelle, da sempre. Da giovane non si era controllato e si era lasciato andare a vari piaceri.

In realtà se li era goduti con la sua banda.
Jin non era cambiato molto. Era sempre egocentrico con un certo talento per gli affari.
Namjoon era sempre colui che tranquillamente stava nell'ombra per guidarli.
Hoseok bhe... era Hoseok.Troppa energia in un solo corpo.

Sinceramente era da molto che non li vedeva.
Jin era passato più volte ma con gli altri Hyung aveva parlato poco ultimamente.
Erano così uniti un tempo. Li chiamavano Bangtan.

Poi avevano capito che farsi e vendere occasionalmente droga non poteva andare bene per sempre.
La buona situzione famigliare di ognuno era stata d'aiuto per buttarsi tutto alle spalle e ricominciare.

Jin aveva aperto il locale e aveva coinvolto Namjoon e Hobi.
In un certo senso aveva aiutato pure lui a iniziare la carriera di notaio.

Ma per farla breve Jungkook non avrebbe voluto finire, appunto, dietro una scrivania.

Rimase a fissare il quadro che aveva appeso sul muro proprio di fronte al tavolo.

La cornice blu era delicata e circondava una bellissima natura morta sui toni del marrone e del l'arancione.

Pensare che fosse stata una persona estremamente sgarbata e del tutto poco fine a farlo, lo fece sorridere per la milionesima volta mentre rivedeva il volto di Yuri.

Il giorno in cui la donna li aveva porso il quadro incartato aveva le guance tinte di porpora.

Aveva blaterato qualche scusa, dicendo che se non gli fosse piaciuto avrebbe potuto anche bruciarlo.
Lui aveva sorriso davanti al suo orgoglio.

Quella notte la finirono facendo l'amore.

Il petto si strinse uccidendo quel sorriso fugace.

Sperava con tutto il cuore che fosse riuscita a realizzare il suo sogno di essere un'artista.
O che almeno continuasse a coltivare il suo talento e fosse felice.

Il telefonò squillò rumorosamente facendolo sobbalzare.
Tossí per eliminare il groppo formatosi in gola. Prese il cellulare.

"Sì... Pronto."
Riconobbe la voce calda di Karina.
Il tono era agitato.
Poteva immaginarla intenta a picchiettare le unghie sul bancone del locale.

"No... Ero già sveglio."

Karina lo supplicò di passare al locale.
Era preoccupata,la sua voce tremava.
Un giro al locale sarebbe stato anche un buon modo per vedere i suoi hyung.

"OK,sto arrivando"
Scattò in piedi.
Sapeva che sarebbe successo.
Karina non era stupida e lui nemmeno.

Era chiaro ad entrambi che Kim Seokjin stesse facendo qualcosa di strano.

Si avvicinò veloce al quadro e lo sfiorò con le dita calde.

Prese la giacca ed uscì dall'appartamento.

Live Underground -Kim Seokjin(BTS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora