Prologo

26 2 1
                                    


Un piatto cadde rovinosamente in terra, andando in mille pezzi a pochi centimetri dai piedi di Ethan.

Il ragazzo fece appena in tempo a schivarne un secondo prima di prendere in pieno un bicchiere con il braccio.

«Mara calmati!» urlò contro la propria ragazza, che continuava ad attingere munizioni dalla lavastoviglie appena aperta.

«Calmarmi?! É la quinta volta che trovo delle macchie di rossetto sulle tue t-shirt!» e scagliò un altro piatto contro di lui. «Sei un porco!»

«Ti ho detto che è stato un incidente! In discoteca...»

«Basta con questa storia! Sono anni che va avanti!!» La giovane donna si portò le mani al volto, cercando di asciugare le copiose lacrime.

«Ti ripeto che sono innocente!»

«Ethan quante volte mi hai lasciato a casa perché non volevo venire a ballare?!»

«Ma tu non ci verresti mai! Sei una reclusa!»

«Reclusa?! Ti ricordo che da quando viviamo insieme tu non fai altro che uscire, comprarti quelle stupide magliette attillate e ascoltare quella musica infernale! E io sono qui a pulire e a lavare anche le tue cose!» e un altro piatto fece la fine dei precedenti.

Furiosa come non mai, Mara si diresse in camera loro sotto gli occhi atterriti dei loro coinquilini.

Ethan le correva dietro mentre la vedeva raccogliere i suoi vestiti e infilarli in un sacco nero. «Mi rovini tutti i pantaloni così!» la rimproverò.

«Sai cosa me ne frega!» e lanciò il sacco fuori dalla finestra della camera.

«Fermati!» le urlò lui prendendole i polsi.

«Vattene! Vai fuori di qui!» gli urlò Mara furente, poi si voltò e l'unica cosa che sentì Ethan fu il tonfo della porta del bagno.

«Questa le supera tutte...» disse una ragazza alle sue spalle.

«Senti Franny, sai benissimo che non ho fatto niente in discoteca, c'eri pure tu!»

«Ma il fatto che la lasci sempre a casa è vero!» aggiunse la sua coinquilina. «Questa volta avete superato il limite entrambi! E' ora che uno di voi se ne va e chiudete con questa relazione fallimentare!»

«E che se ne vada pure...» Mormorò Ethan.

«No», puntualizzò la ragazza dai capelli corvini, «sarai tu ad andartene, visto che lei era qui prima di te...» e chiuse la porta della camera del giovane.

Ethan rimase spaesato da quell'affermazione e si guardò intorno, chiedendosi come avevano fatto ad arrivare a quel punto dopo due anni di fidanzamento.

Si passò le mani sui folti capelli corvini tinti di bianco, tirando all'indietro la statuaria cresta mista di gel e lacca.

Dove avrebbe trovato un altro appartamento a quel prezzo ad anno scolastico avviato?

Mara lo mandava sempre fuori di sé non appena apriva bocca e, ogni volta che notava qualche indizio di un suo presunto tradimento, andava su tutte le furie. La situazione era andata avanti fin troppo.

Mentre rassettava le sue cose , il ragazzo ripensò a tutti i momenti passati insieme a quella dolce ragazza dai lunghi capelli castani che, nel tempo, si era trasformata in un'acida zitella possessiva, rendendo quasi impossibile quella convivenza che lui tanto aveva sognato.

Ethan prese in mano il portafogli e vi guardò dentro. Il suo lavoro par-time alla biblioteca non gli sarebbe più bastato. 

Rosso di SeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora