Capitolo 7

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Era passata una settimana dalla fatidica telefonata di Mara. Dopo di quella, ce n'erano state altre tre, dove la ragazza continuava ad insistere che Ethan era il padre del bambino che aspettava.

Quella mattina Ethan era intento a prendere i libri, tutto trafelato, e, intanto, rischiava di strozzarsi in un pezzo di cornetto, ovviamente preparato da Will. «Willy! Torno a pranzo!!» bofonchiò alla porta di casa. «Vuoi che ti compri qualcosa?»

«No, credo che ci sia tutto!» rispose Will dalla cucina.

«Vado!»

«A dopo!»

Quando Will sentì il portone chiudersi, si avviò verso il bagno e notò qualcosa di insolito: la camera di Ethan era aperta. Senza pensarci due volte, vi entrò. La prima cosa che lo colpì fu l'ordine con cui Ethan teneva le sue cose; niente a che vedere con la bolgia infernale che regnava sovrana nella sua stanza. Sulle mensole della libreria, oltre ad enormi volumi di storia, c'erano un'infinità di DVD e di videogiochi. A quanto pareva, il suo coinquilino doveva essere un fanatico di cinema e di Play Station.

Stranamente, Will non riuscì a trovare CD musicali. La cosa gli dispiacque: si possono capire molte cose dalla musica che uno ascolta!

Will cercò altri indizi che gli permettessero di scoprire qualcosa di più sulla personalità di Ethan ma non trovò granché. Vivevano insieme ormai da una settimana ma Will non era ancora riuscito ad inquadrare bene il suo coinquilino. Certo, sembrava un bravo ragazzo, tuttavia... C'era ancora qualcosa che non gli tornava. La sera si lasciavano sempre andare a lunghe chiacchierate sugli argomenti più disparati; Ethan, però, rimaneva sempre un po' imperscrutabile e questo faceva di lui un piccolo mistero. Will ne era stuzzicato ed intimidito allo stesso tempo. Si toccò istintivamente i capelli, come faceva sempre quando si sentiva insicuro o imbarazzato.

Dopo aver realizzato che lì dentro non vi era niente di illuminante, Will uscì chiudendosi la porta alle spalle. La sua delusione era tangibile: sperava veramente di scoprire qualcosa di più sul conto di ì Ethan, di riuscire a dipanare un po' il bandolo della matassa. E, invece, niente di nuovo.

La verità era che Ethan lo attraeva da morire. Lo aveva sempre attratto, fin dal primo istante che aveva incrociato il suo sguardo solo che, in un primo momento, Will si era rifiutato di ammetterlo. Adesso, però, l'interesse che provava per Ethan era diventato pressante. Will viveva nell'ansia che il suo coinquilino se ne accorgesse. Così aveva iniziato a mettere in atto tutta una serie di strategie. Ad esempio, si sforzava di non arrossire quando si trovava di fronte a lui o quando, per caso, lo sfiorava. Ma era così maledettamente difficile perché ogni volta che lo guardava, il suo cuore sembrava uscire dal petto.

A Will era già capitato in passato di innamorarsi di persone del suo stesso sesso. O meglio, fin ora si era innamorato solo di persone del suo stesso sesso. Alcune volte era stato ricambiato, altre no. In ogni caso, era parecchio tempo che non sentiva un trasporto simile per qualcuno. Dentro di sé, sapeva anche che c'era qualcosa di sbagliato in tutto ciò: senza dubbio Ethan era eterosessuale dato che gli aveva detto di essere stato fidanzato con una ragazza. Per questo Will non si azzardava nemmeno ad accennare ai suoi sentimenti anzi, a volte, si sentiva molto ma molto stupido. Come spiegare, tuttavia, al suo cuore che non doveva battere così forte? O alle sue guance che non dovevano tingersi di rosso? O, ancora, ai suoi occhi che non dovevano posarsi su zone proibite? La risposta era semplice: non si poteva...

Will era passionale per natura e, quando il desiderio chiamava, ne restava completamente inebriato, fino a non riuscire più a ragionare. Si lasciava trasportare, seguendo fedelmente il suo cuore e, spesso, sbatteva contro il muro invalicabile di un rifiuto. In silenzio e solitudine, doveva poi leccarsi le ferite.

Will aveva la certezza che anche con Ethan il risultato sarebbe stato fallimentare. Tuttavia, non poteva fare altro che essere schiavo della passione che provava. Il suo stupido cuore si gonfiò fin quasi ad esplodere quando, poche ore, dopo udì il portone aprirsi e richiudersi.

«Dimmi Willino, perché hanno inventato lo studio?!» sbuffò Ethan posando delle buste sul tavolo. «Ho ripreso un po' di tonno e di pelati. Erano in offerta al supermercato vicino all'università.» Poi lo guardò negli occhi.

Will si sentì gelare. «Oh, grazie... hai fatto bene.» balbettò, cercando in ogni modo di sottrarsi a quello sguardo diretto. Prese ad affettare con foga una cipolla per il sugo.

«Sai, oggi a lezione c'era una ragazza bellissima e, non ci crederai, si è seduta proprio vicino a me.» Continuò il suo coinquilino.

Udendo quelle parole, Will avvertì una sensazione di vertigine. Il coltello gli sfuggì dalle mani e, inevitabilmente, si ferì leggermente. «Ahi.» mormorò.

«Cavolo, ti sei fatto male?» chiese Ethan preoccupato.

«Non è niente, solo un graffio. Vado a metterci un cerotto!» affermò Will correndo in bagno. Si disinfettò il taglio con l'acqua ossigenata prima di coprirlo, proprio come gli aveva sempre detto di fare sua madre. Fissò, poi, la sua immagine riflessa nello specchio e trasse un lungo sospiro. Si stava veramente comportando come un idiota.

«Fammi vedere.» disse Ethan giungendo alle sue spalle. Gli prese la mano e scrutò la piccola ferita. «Potevi metterci anche la falange nel sugo già che c'eri!» gli disse ridendo. Poi guardò di nuovo nei grandi occhi azzurri quell'esile ragazzo dai lineamenti dolci. Nel suo sguardo Ethan lesse un leggero velo di imbarazzo, forse dovuto al suo comportamento troppo diretto, così abbassò lo sguardo. «Vado a mettere a posto la spesa.» disse riavviandosi il ciuffo bianco e appiattendosi la cresta.

«Sì e... io vado a finire di cucinare altrimenti mi sa che oggi pranziamo alle quattro!» affermò Will.

«Già.» replicò Ethan. «Anche perché io sinceramente ho una discreta fame!»

«Ci credo. Pure a me le lezione mettono sempre appetito.» disse Will. Finché non guardava Ethan negli occhi, andava tutto bene ma bastava uno sguardo per farlo sciogliere. Stava proprio messo alla grande!

Rosso di SeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora