Capitolo 23

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«Preso la cena!» esordì Ethan mostrandogli lo scontrino del sushi bar. Poi notò la sua espressione cupa e aggiunse: «Tutto ok, Will?»

«Sì, tutto a posto!» esclamò il chitarrista.

Berry uscì dietro di lui ed urlò: «Non sai che sbaglio stai facendo! Te ne pentirai amaramente!»

Ad Ethan bastò sentire quelle parole per andare su tutte le furie. Si diresse minacciosamente verso Berry e gli chiese: «Di cosa si deve pentire?»

«Fatti gli affari tuoi Ethan...» disse l'uomo voltandosi.

Il ragazzo dalla cresta candida, però, lo fece voltare prendendolo per una spalla. «Sono affari miei...» gli ringhiò contro furente.

Berry lo guardò, poi passò lo sguardo su Will. «È lui l'altro?» ridacchiò guardando di nuovo Ethan.

Quest'ultimo divenne bordeaux, cercando di capire cosa diavolo gli avesse detto il suo coinquilino. Tornò a fissare il calvo proprietario del Deep. «Che cosa gli hai proposto?» gli domandò.

«E a te cosa importa?» continuò a ridacchiare Berry.

Ethan si infuriò come poche volte in vita sua. Caricò il braccio e diede un pugno in piena mandibola all'uomo, che cadde a terra.

«Sei impazzito?!» gli urlò contro Berry sputando a terra sangue misto a saliva.

«Questo è solo un acconto.» gli ringhiò contro Ethan. Poi si voltò per andare verso la macchina.

«Senti Eth, me la stavo cavando benissimo da solo.» affermò Will. Dal suo sguardo, si comprendeva perfettamente che era un po' contrariato.

«Tu sali.» tagliò corto Ethan. «Ne parliamo a casa...» Nero di rabbia salì sulla Jeep sbattendo la portiera.

«No, invece ne parliamo adesso!» replicò Will. «Io sono lusingato del fatto che ti preoccupi per me... Ma cavolo, sono un uomo, non un bambino. L'avrei sistemato senza problemi quel viscido.»

«Sei la metà di lui, piantala! E poi che diavolo gli hai detto?! Che cazzo ti sei inventato?!»

«Io nulla... Mi ha chiesto se c'era un'altra persona nella mia vita e gli ho detto di sì.. altrimenti chi se lo levava più di torno?»

Ethan sbuffò e accese la macchina, partendo a tutto gas e dirigendosi a casa. «Tu non vieni più alle prove...» sentenziò quando erano quasi arrivati. «Ti trovo un altro gruppo...»

«Cosa? Ma sei impazzito? Io... io ho preso un impegno con quei ragazzi!» urlò Will. «Non posso mollarli così per colpa di quell'idiota!»

«Quell'idiota ti darà fastidio tutte le volte che andrai lì e ti presserà ogni volta con la solita storia finchè non ti si scopa!»

«So come evitarlo, non è il caso che ti preoccupi.» disse Will.

Arrivati a casa, Ethan scese senza aspettare il suo coinquilino. Prese la busta della cena e si diresse verso l'ingresso. Aprì la porta e andò in cucina per preparare la tavola come se nulla fosse.

Will lo seguì e si sedette in silenzio. Odiava essere trattato come un esserino indifeso ed Ethan non riusciva proprio a capirlo. Mentre il chitarrista era immerso nei suoi pensieri, sentì Ethan avvicinarsi e passargli le dita fra i capelli, per poi baciarlo.

«Ti odio...» gli sussurrò all'orecchio il ragazzo dalla cresta candida.

Will si sentì fremere di piacere. Accidenti ad Ethan, sapeva sempre come farlo eccitare.

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