Capitolo 8

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Ethan fissava il soffitto sopra il proprio letto, tenendo tra le mani il libro di storia che doveva finire per la settimana successiva. Non aveva molta voglia di studiare e voleva solo divertirsi un po', magari andando in discoteca come non faceva da quasi due settimane. Decise di alzarsi e di prepararsi per uscire.

Mise una delle sue magliette preferite, i pantaloni attillati grigi, le scarpe sportive rigorosamente in tinta e il giacchetto di pelle. Andò allo specchio e prese la spazzola e una generosa dose di gel strutturante. Ritirò poi su la cresta, alzandola fino a quindici centimetri sopra la testa. Si guardò un'ultima volta prima di prendere la sua borsa ed uscire dalla camera.

«Will, io esco!» urlò verso la camera del proprietario di casa. «Tornerò questa notte tardi, forse. Non aspettarmi!»

Will fece capolino fuori dalla camera. «Dove vai?» chiese stupito.

«Esco. Vado a farmi una pizza e, poi, in qualche locale. Vuoi.. vuoi venire?» chiese Ethan titubante.

«Non fa per me la vita mondana...» disse timidamente Will nascondendo il volto nei suoi capelli rossi.

«Beh, allora a domani. Spero di non riportare a casa nessuna, cercherò di fare il bravo, ma non prometto nulla. Quindi, se senti qualche rumore strano, non preoccuparti, sono io!» Detto ciò, Ethan chiuse il portone dietro di sé.

Will rimase di sasso sulla soglia della propria camera, sentendo un ronzio nella testa e cercando di scacciare via dalla mente le ultime frasi che Ethan aveva pronunciato. Gli facevano troppo male.

Ethan saltellò fuori di casa, entusiasta di uscire di nuovo dopo tanto tempo. In macchina fece un giro di chiamate e, come al solito, il suo gruppetto lo aspettò riunito alla solita pizzeria di periferia, adiacente all'infinita schiera di locali notturni.

«Ethan!!» lo chiamò un suo amico. «Era ora che uscissi di nuovo! Ma è vero che hai messo incinta Mara?!»

«E tu che ne sai?» domandò Ethan stupito.

«Lo ha detto a mezza città. E dice anche che tu la dovrai mantenere a vita!» concluse l'amico ridendo.

«Quella è una pazza!» affermò Ethan incrociando le braccia. «Appena gli parlo di test di paternità, balbetta. Per me c'è qualcosa sotto.» Fece cenno alla cameriera di andare al loro tavolo.

«Puoi dirlo Eth...» disse un altro ragazzo seduto poco lontano.

«Quella prova ad incularti alla grande!» disse un terzo ragazzo.

«Cosa vi porto?» disse la ragazza giunta al tavolo.

«Birra per tutti?» chiese Ethan rivolto agli altri. Un coro di sì riecheggiò nell'aria.

Mentre mangiava affamato l'antipasto, Ethan non poté non notare le bruschettine al salame che aveva nel piatto. Erano le stesse che Will gli aveva preparato la prima volta, solo che le sue erano decisamente più buone.

«Eth, ma è vero che abiti nei alti borghi?» chiese il primo amico.

«Ma chi è che si fa i cazzi miei a tutto spiano?!» rispose Ethan ridendo.

«Franny! E chi sennò!»

«Beh è vero. Abito con un ragazzetto di ventidue anni in una casa di lusso. E' un tipetto taciturno, tranquillo e molto servizievole.»

«Che testa di cazzo che sei, passi da una serva ad un'altra!» aggiunse il secondo.

«Ma che dici! Mara era una stronza. Lui, invece, è molto socievole ed educato. Mica è la fidanzatina isterica che ti rompe ogni volta che esci di casa.» Ethan divorò un boccone di pizza con i funghi e poi aggiunse: «e sa cucinare decisamente meglio di Mara.»

«Hai fatto bene a lasciarla, non è mai stata adatta a te. Tu hai bisogno di una ragazza che si sballi, che viva la vita come te!»

«O che semplicemente non rompa!» disse il terzo facendo scoppiare tutti a ridere.

Ethan pensò che anche la pizza era molto meglio cucinata da Will. Quel ragazzo sembrava avere un innato senso del gusto.

«Sai cosa c'è. È che Will è un artista, cioè... suona la chitarra e altri strumenti musicali, quindi è una persona che si fa gli affari suoi. E' un ottimo coinquilino.» Spiegò Ethan.

«Serva, direi!»

«Dai piantala cretino!» protestò Ethan.

«Hai detto che suona?» chiese un giovane dal fondo del tavolo.

«Sì e discretamente.» disse Ethan «L'ho sentito mentre provava.»

«Noi avremmo bisogno di un chitarrista al locale, digli di passare!» spiegò il ragazzo e, subito dopo, gli lanciò un biglietto da visita del suo locale, il Deep.

Ethan aveva passato molte ore li dentro a baciarsi con Mara dei salottini discreti e riservati, quindi rileggere quel nome gli fece quasi passare l'appetito. «Riferirò.» sussurrò.

La cena terminò e tutti insieme decisero di andare nei locali notturni adiacenti.

Sembrava di essere tornati hai vecchi tempi, quando Ethan era l'anima della festa ed era felice di sballarsi al ritmo di quella musica assordante. Dopo tanto tempo si sentiva libero e ballava come mai gli era capitato in vita sua. Riusciva a sentire il ritmo nelle vene mentre i timpani gli pulsavano come casse.

Da lì a poco, Ethan prese un altro drink e un altro. Poi si sedette ad un salottino, e lì vide due bellissime ragazze. Le due si scambiarono un'occhiata complice e poi presero posto accanto a lui.

«Ciao! Sei solo?» gli chiese una delle due.

«No, sono con degli amici!» rispose Ethan.

«Beh, possiamo rimanere a farti compagnia?» disse l'altra. Ethan si girò verso di lei e ne rimase folgorato. Aveva due bellissimi occhi celesti e dei capelli rossi lunghi e lisci, che si posavano su un corpo esile e snello.

«Te lo ha mai detto nessuna che sei bellissima?» le Ethan disse rapito.

La ragazza rise e scosse la testa.

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