Capitolo 17

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La mattina sorprese Ethan ancora nel letto, intento a girarsi e rigirarsi, per cercare di dormire qualche ora in più. Il ricordo di quello che era successo la sera prima lo tormentava come mai in vita sua gli era successo. Non faceva che ripensare all'eccitazione che aveva provato mentre il sapore della pelle di Will era ancora sulle labbra.

Come poteva guardare negli occhi il suo padrone di casa?

Ethan sperava che, essendo sbronzo fino all'osso, Will si fosse dimenticato tutto, ma sapeva di aver lasciato un indelebile segno sul collo di lui.

Decise di alzarsi e andare in bagno a lavarsi e a sistemarsi, anche perché doveva andare a lezione. Per la prima volta in vita sua, però, non aveva voglia di farlo.

Dopo un notevole sforzo, Ethan andò in cucina e mise su il caffè. Ne sarebbe servito parecchio.

Will, nel frattempo, dormiva beatamente. L'odore del caffè, per, lo fece destare. Provò ad alzarsi in piedi ma il dolore che sentì allo stomaco fu così lancinante da costringerlo a correre in bagno alla velocità della luce. Ne uscì solo un quarto d'ora dopo, maledicendo se stesso per aver bevuto come una spugna.

Ethan sentì dei rumori molesti che provenivano dalla toilette e poco dopo dei passi per le scale. Avvertì un tuffo al cuore mentre le sue mani, intente a infornare i cornetti, presero a tremare. Sentiva il sudore sulla fronte, ma cercò di fare un respiro profondo e di calmarsi, cercando di esser il più naturale possibile.

Will fece il suo ingresso nella cucina con un sorriso che definire radioso sarebbe riduttivo. Si diresse verso Ethan e, prima che il ragazzo potesse fare o dire qualcosa, gli stampò un bacio sulla guancia.

Il ragazzo dalla candida divenne rosso e il cuore gli perse un colpo, poi chiuse gli occhi e fece un profondo respiro. «Will....» disse con voce ferma e solenne. «Non è come pensi tu...»

Il sorriso dipinto sul volto di Will si spense di colpo mentre un'ombra scura passò sui suoi occhi azzurri, un'ombra minacciosa che prometteva tempesta. «Vattene...» sibilò come un serpente cobra.

Ethan sospirò. «Will, ascoltami. So che quello che è successo ieri sera ti ha messo in testa strane idee ma fidati, è stato solo colpa dell'alcool». Lo guardò poi negli occhi, con le guance rosse.

«Vattene!» esclamò Will. La sua espressione era diventata dura, accusatoria.

«Dai, calmati... forse ti sei svegliato male.» disse Ethan cercando di sdrammatizzare.

«Ti do un'ora.» affermò Will. «Se entro quel tempo non sei fuori di qui, ti faccio uscire io a calci nel culo. Intesi?»

Detto ciò Will sparì lungo il corridoio.

«Sei solo un bambino viziato!» gli urlò dietro Ethan furente.

Cosa credeva, che lui fosse gay? Che da adesso in poi lui sarebbe stato il suo giocattolino sessuale?

«Dovevo lasciarti scopare da Berry! Almeno ti saresti sfogato, represso che non sei altro!» aggiunse Ethan e andò in camera sua. Tirò giù dall'armadio le valigie e, dopo essersi tolto il pigiama, cominciò a riempirle.

Will non rispose: quello che sentiva dentro non gli lasciava scampo. Si sentiva usato, calpestato, e poi gettato via come uno straccio vecchio. Amava quel ragazzo, questo non poteva negarlo, ma non ce la faceva più: era arrivato alla massima saturazione. Si era illuso credendo che Ethan avesse ceduto, che finalmente fosse solo suo e, invece, la realtà era ben diversa. Beh, che se ne andasse a farsi fottere da un'altra parte... Magari dalla sua cara amichetta Rebecca. Lo sentì armeggiare con le valigie nelle stanza accanto senza provare il minimo senso di compassione.

Ethan prese delle buste dalla cucina e iniziò a caricare libri, dvd, play e giochi, mettendoli in macchina alla rinfusa, insieme alle valigie scomposte. Poi andò in bagno e in un'altra busta infilò tutto il resto, dai profumi al gel. Se Will voleva rimanere solo con i suoi soldi e la sua amata chitarra, che ci rimanesse.

Ethan si infilò infine i pantaloni e le scarpe. Prese la tracolla e la copia delle sue chiavi e andò verso la camera di Will. «Riprenditele!» esclamò e gliele infilò sotto la porta.

A grandi passi si diresse verso il portone e lo chiuse dietro di sé, sbattendolo fragorosamente.

Will osservò Ethan andare via dalla finestra e un senso di vertigine quasi lo assalì. Si riprese quasi subito, fermamente convinto del fatto che non doveva dargliela vinta.

Ethan, intanto, non sapeva dove andare. Era confuso e non sapeva cosa pensare di ciò che provava. Aveva fatto bene a reagire così? O avrebbe dovuto essere più accondiscendente con Will?

Non gli piaceva la piega che stavano prendendo le cose ma ora aveva un problema più urgente da risolvere: trovare una nuova sistemazione e al più presto. Mara lo voleva spremere solo per i soldi. Rebecca era fidanzata e piombargli in casa non era il caso. Così, con la macchina piena di bagagli, decise di andare all'università. Come pochi mesi, comprò il giornale con gli annunci per trovare un affitto conveniente. 

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