Capitolo 17

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Forse, più che amare qualcuno
è infinitamente più difficile amare me stesso
Dobbiamo essere onesti e ammetterlo
Hai standard più severi, quando si tratta di te
Un nuovo, spesso anello, nella tua vita
Anche lui fa parte di te, anche lui è te
È giunto il momento di perdonarci
La vita è troppo lunga per arrendersi
Fidati di me, in questo labirinto
Una volta che l'inverno sarà passato, la primavera risplenderà ancora.



Quella mattina Jungkook era appena uscito dalla doccia dopo aver passato quattro settimane con Namjoon e la sua eterna goffaggine, Jungkook aveva perso il conto di quanti bicchieri, o tazze gli avesse rotto in una sola settimana per non parlare degli'altri giorni come aveva pensato la strigliata era durata relativamente poco, ma almeno adesso era libero poiché il maggiore aveva fatto pace con la sua dolce metà e adesso erano tutti più contenti, quando Jungkook entrò in camera si sedette sul letto e distrattamente abbassò lo sguardo sul tatuaggio che aveva fatto anni prima sul ventre, al lato destro vi era una fenicie. Jungkook ricordava quando aveva deciso di fare quel tatuaggio, lo aveva fatto nel periodo in cui frequentava l'università era al secondo anno, ed era anche il periodo in cui aveva preso coscienza del suo cambiamento, per Jungkook quel tatuaggio rappresentava la sua " rinascita " dopo essersi auto inflitto del dolore per espiare la sua colpa nei confronti di Jimin, quando lo aveva lasciato si era reso conto di aver fatto un errore e per quel motivo aveva anche iniziato a bere. Tutto iniziò con visite in qualche pub per bere in solitudine, di solito ordinava qualche drink ma con il passare del tempo la situazione gli era sfuggita di mano ed iniziò con drink poco leggeri, il suo obiettivo era quello di mettere a tacere la sua mente che lo assillava ogni qual volta era lucido, e Jungkook conosceva solo quel modo, infatti gli andava più che bene. E alla fine aveva smesso di frequentare quei pub e aveva fatto rifornimento di alcool e liquori forti purché fossero capaci di stordirlo, il resto poco gli importava e aveva continuato così fino a quando non aveva incontrato Seokjin, che con un solo sguardo era stato capace di leggergli dentro. Da quel giorno il maggiore si era preso cura di lui, ma Jungkook non aveva mai smesso di bere nonostante fosse costretto a farlo di nascosto né Seokjin né Namjoon erano riusciti a frenarlo, certo gli avevano imposto dei limiti ma il castano tuttora beveva ancora ogni volta che stava male, oppure ogni volta che aveva i suoi periodi di debolezza. Infatti quelle quattro settimane in compagnia di Namjoon erano state atroci per il povero Jungkook, che aveva dovuto rispettare le rigide regole del maggiore senza opporsi e bere era categoricamente vietato poiché forse Namjoon aveva capito che Jungkook stava esagerando, ma adesso almeno era solo e nessuno lo avrebbe fermato. E con questi pensieri in mente decise di vestirsi e andare a lavoro come ogni giorno, infatti come da routine non poté mancare il suo caffè quotidiano e la sigaretta subito dopo, quello era un altro vizio a cui non era disposto a rinunciare tanto facilmente.

×

Quel pomeriggio Jimin era nella sala dove spesso beveva il caffè se così poteva essere chiamato, sembrava più acqua sporca con l'aroma di caffè tuttavia doveva accontentarsi, perché non poteva uscire dalla centrale per concedersi un caffè come si deve, in quei giorni l'umore del biondo era alquanto altalenante, aveva troppi pensieri per la testa e quasi tutti riconducevano ad una sola persona per quanto Jimin si costringesse a non pensarci, egli si ripresentava sempre più potente di prima e quella persona portava il nome di Jeon Jungkook, quel maledetto proprio non voleva saperne di lasciarlo in pace era davvero persistente e con il passare del del tempo Jimin aveva dovuto rivalutare ogni sua convinzione, dovette ammettere che quel ragazzino era davvero tenace e non si sarebbe arreso neanche dopo il comportamento freddo e disinteressato che il biondo gli riservava, ovviamente nemmeno i regali che il minore gli lasciava ogni mattina sotto forma di corteggiamento avevano smosso Jimin, certo non negava che erano gesti carini e schifosamente romantici e, Jimin non credeva che Jungkook avesse quel lato così sentimentale, a volte era stato capace davvero di fargli venire la pelle d'oca ma tutto sommato avere ogni mattina la colazione assicurata aveva i suoi lati positivi, se non altro poteva prendere del caffè decente senza preoccuparsi di dover bere quello del distributore automatico in caserma. Quando Jimin uscì da quella stanza per poco non gli venne un infarto nel ritrovarsi Jungkook seduto sulla sedia di fronte la sua scrivania, che assorto si rigirava una penna tra le dita lunghe e affusolate Jimin si mise una mano sul cuore sospirando di certo non si aspettava di ritrovarselo lì e, la cosa che non giocava a suo favore era il fatto che Taehyung quel giorno mancava come il resto del Team, il caposquadra era ad un convegno e Taehyung ed Hoseok avevano avuto l'incarico di fare delle ispezioni riguardo il caso che stavano seguendo, quindi era solo con Jungkook al momento, cosa che decisamente non andava a suo favore dato che Jungkook non sarebbe andato via, Jimin ci aveva già provato ma il minore ovviamente non lo aveva ascoltato e non aveva niente con cui distrarsi e ignorarlo, il biondo dovette ammettere che quel piccolo demonio era davvero furbo, tuttavia pensandoci avrebbe potuto divertirsi un po con Jungkook quindi si avviò alla sua scrivania sedendosi poi sulla sedia e, solo in quel momento notò che il minore aveva ancora il camice addosso, ovviamente Jimin sapeva che Jungkook si era accorto di lui, infatti il minore alzò subito lo sguardo su di lui sorridendogli lievemente, il minore sembrava quasi triste per qualcosa quindi Jimin decise di parlare per primo.

Karma - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora