Capitolo 13.

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Nei giorni in cui odio essere me
Nei giorni in cui semplicemente vorrei sparire per sempre
Creiamo una porta con la nostra immaginazione
.




Quella sera Seokjin per fortuna era riuscito a tornare a casa ad un ora decente, erano giorni che passava notti insonni sui documenti riguardanti il caso assegnatogli, tuttavia Jin dovette ammettere che quel Serial Killer stava dando del filo da torcere a tutti e non faceva altro che depistare le indagini, le domande erano troppe e di risposte ne avevano davvero poche, per quanto quel Serial Killer fosse ritenuto solo un pazzo, Jin pensava che fosse fin troppo astuto e questo lo portava a pensare che facesse quelle cose con fin troppa lucidità, perché se così non fosse stato avrebbe di certo commesso qualche errore che lo avrebbe inchiodato, e con sommo rammarico Jin dovette ammettere che quel maniaco era davvero intelligente, tuttavia gli investigatori stavano solo aspettando che commettesse un errore, ed erano sicuri che prima o poi lo avrebbe fatto, era soltanto questione di tempo. Quando Jin entrò in casa non vedeva l'ora di riposarsi e poltrire, accese la luce del salone avviandosi verso il divano, dove appoggiò la sua valigetta in pelle nera dove aveva i documenti, di fronte a lui troneggiava una piccola parete attrezzata e, all'interno vi era esposto un servizio da thè in ceramica con rifiniture in oro, era in stile ottocentesco e fu importato direttamente dall'Inghilterra, quel servizio per Jin aveva un valore affettivo più che materiale, perché gli fu regalato dalla donna che più amava al mondo dopo sua madre, ovvero la sua adorata nonna che purtroppo non c'era più, nonostante ciò Jin lo custodiva come un tesoro poiché era l'unico ricordo materiale che aveva di lei. Tuttavia il ragazzo guardando bene si accorse che mancavano ben due tazzine all'appello e, in quel momento inorridì, una rabbia cieca lo assalì e un solo nome uscì dalle sue labbra.

" Kim Namjoon."

Urlò Jin, il ragazzo poté giurare di star sudando tanto era rosso il suo viso, davanti ai suoi occhi non vedeva altro che nero e il suo cervello aveva perso la sua consueta razionalità, d'altro canto Namjoon scese le scale richiamato dal suo fidanzato e, dal tono che aveva usato chiamandolo addirittura per nome e cognome non prometteva niente di buono, purtroppo sapeva cosa stava per succedere.

" Dimmi tesoro."

Disse Namjoon cercando di essere il più calmo possibile, doveva aspettarsi che si sarebbe accorto delle due tazze mancanti il suo era stato un errore sconsiderato, tuttavia aveva cercato di rimandare il più possibile l'inevitabile senza successo.

" Non chiamarmi tesoro Namjoon, dove sono le tazzine? Cosa ne hai fatto?"

Disse Jin cercando di trattenere le lacrime, Namjoon sapeva quanto valore aveva quel servizio per lui, sua nonna si era privata di tante cose solo per regalarglielo in modo tale che avesse un qualcosa di lei, qualora non ci fosse più stata e, la cosa più sconfortante era che quello che era il suo ragazzo non aveva avuto la minima considerazione per ciò che rappresentava per lui, eppure era l'unica cosa che gli aveva chiesto. Namjoon dal canto suo sospirò e andò in cucina prese la scatola dove aveva custodito i cocci delle tazzine, il minore non aveva avuto il coraggio di buttarle anche perché se si fosse azzardato a farlo, era sicuro che sarebbe stato un uomo morto rientrò in salone e porse la scatola al maggiore, Jin la prese dalle mani di Namjoon ma non ebbe il coraggio necessario di aprirla, quindi tutto quello che fece fu avviarsi verso le scale per andare nella sua stanza ancora con la scatola tra le braccia, non una parola uscì dalle sue labbra e, sul viso non aveva alcuna emozione.

" Jinnie, mi dispiace davvero è stato un incidente."

Disse Namjoon azzardando a parlargli, nonostante sapesse che in quelle condizioni sarebbe stato oltremodo impossibile farlo ragionare, in quel momento il maggiore era troppo adirato nei suoi confronti e, tutto ciò che doveva fare purtroppo era aspettare che Jin riuscisse a calmarsi e ragionare, tuttavia il maggiore sentendo quelle parole provò ancora più rabbia, si fermò sull'ultimo scalino del piano superiore, prima di dire quelle parole che furono in grado di far gelare il sangue nelle vene di Namjoon.

Karma - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora