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Non aveva chiesto ospitalità a Senza Nome, anzi, non aveva neanche provato a parlarne. Però la seguì quando lei disse che doveva andare a comprare alcune cose da un mercante.

- Prima ho preso un buon set di colori - disse la bruna - Ma non mi basteranno per un anno intero. Me ne servono altri, e la donna che mi ha venduto questi deve avere altri materiali al suo carro.

Senza Nome evitava del tutto le strade affollate. Come la bionda, non pareva trovarsi a suo agio in mezzo a tutto quel rumore e a tutta quella gente. Per fortuna entrambe amavano passare per vie più calme e meno affollate.

Le due arrivarono, passando per vicoli stretti e scorciatoie, nella stessa piazza dove stavano prima, pregna dell'odore della vernice.

- Là - disse Senza Nome, facendo un cenno verso lo stesso carro davanti al quale le due si erano ritrovate.

Era rossastro, dipinto con varie decorazioni nere, e su un lato era stato temporaneamente posto un bancone, ricco di oggetti metallici dalla funzione ignota, pietre, pelli e pellicce, collane, colori, armi, pennelli, coltellini, libri e ogni altra cosa che si possa immaginare.

Varie persone stavano osservando la merce esposta, per questo le due dovettero spintonare. Per un attimo la Regina si sentì di nuovo soffocare da ogni lato, finché non si fu trovata davanti al bancone. Dietro e di fianco a lei la gente ancora si muoveva come se fosse stata controllata da una corrente e non da sé stessa, ma perlomeno davanti a sé non aveva nessuno, se non la mercante, a più di due metri da lei, che dava prezzi, scambiava merce, discuteva con i clienti, il tutto con l'aiuto di una ragazza più piccola, dai capelli più chiari.

La Regina non cercava nulla in particolare, ma le piaceva osservare quel gigantesco bancone pieno di oggetti di ogni genere.

Con una mano sfiorò la copertina di un libro, e sentì la pelle dura e scura sotto le proprie dita. Dava una bella sensazione. Il titolo era impresso e colorato in un pallido color bronzo sulla copertina marrone, e  passando le dita tra le pagine si sentiva quanto fossero spesse e vecchie, leggermente spiegazzate.

Senza Nome parlò con la donna dai capelli bruni che stava al banco per poco tempo. Prese altri colori e una scatola di qualcosa di non meglio identificato, e pagò con alcune monete dorate.

Poi la mercante si rivolse verso di lei. Aveva grandi occhi scuri e le guance arrossate, le mani e le braccia scure, nere, come quelle di Nyoka - Vorresti prendere quello?

La Regina posò ancora lo sguardo sul libro e si rese conto di volerlo. Aveva solo sfiorato la sua copertina e letto il titolo, "Il fiore di rame", ma all'improvviso le era parso più interessante di quanto non apparisse. Da quanto non leggeva? Non ricordava di aver mai sfogliato un libro nei Pensieri Spezzati. Eppure lì, fu attirata inevitabilmente da quell'oggetto all'apparenza tanto anonimo, ma che poteva nascondere dentro di sé qualsiasi cosa. La Regina si sentiva terribilmente attratta dall'idea che quell'oggetto potesse parlarle, raccontarle qualcosa del mondo, farla entrare in un altro, appassionarla o terrorizzarla. Eppure era solo un oggetto di carta e cuoio.

E non poteva averlo.

Scosse la testa e si rivolse alla mercante - Non posso, mi spiace.

Abbassò lo sguardo, triste di non poter soddisfare la propria curiosità.

Pochi secondi dopo si ritrovò a seguire Senza Nome fuori da quell'orrenda piccola folla e, ancor più del desiderio di leggere quel libro, si insediò nella sua testa un pensiero. Quasi se n'era accorta solo in quel momento.

La Regina non aveva una sola moneta. Non poteva comprare cibo, o il necessario per sopravvivere. Non poteva chiedere un letto in una locanda. E non sapeva sopravvivere senza materiali. Ogni secondo che passava, la giovane non faceva che convincersi sempre di più di non avere altra scelta se non di unirsi alle Maschere e l'idea non le piaceva del tutto.

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