Fu portata a riposare alla locanda non appena si trovò a poter camminare senza barcollare o cadere. Senza Nome volle sostenerla lungo tutto il tragitto. Era sempre così gentile, lei.
La fece sdraiare a pancia in giù, e le rimboccò le coperte. La guardò e le sorrise.
La Regina si voltò leggermente di lato, abbastanza da poter allungare con lentezza una mano verso Senza Nome. Questa, dapprima, sembrò ritrarsi, impaurita.
Vedendo ciò Lin abbassò subito la mano. Evidentemente c'erano alcune libertà che non si poteva ancora prendere con la Vacua. In ogni caso le sorrise, vedendola ricambiare.
- Stai facendo così tante cose per me che inizio a dubitare di potermi mai sdebitare - disse la Regina, aggrottando le sopracciglia.
- Non ce n'è bisogno - disse l'altra - Non voglio che tu ti senta costretta a fare qualcosa per me.
Lin sospirò. Senza Nome la viziava fin troppo. Non le dispiaceva essere aiutata, ma le sembrava di essere una sfruttatrice, e la cosa non le piaceva affatto. Sentiva di essere l'unica a beneficiare dalla loro amicizia.
Stava pensando se dire o no qualcosa a riguardo, quando Senza Nome disse che sarebbe andata a cercare Kith.
- Ma non lo sopporti - disse la Regina, alzando le sopracciglia.
- Ma è un tuo amico. Deve essere preoccupato per te. Tu resta qui.
Senza Nome le rivolse un ultimo sguardo e uscì dalla porta, lasciandosi dietro solo dei passi appena percettibili.
La Regina sospirò, guardandosi attorno. Non le piaceva stare ferma a non fare nulla. Quando lo faceva, arrivavano sempre i brutti pensieri. Doveva distrarsi, in qualche modo.
Non aveva proprio voglia di pensare. Almeno per poco. Eppure non c'era molto altro che avrebbe potuto fare.
Era tremendamente consapevole delle proprie ferite, dei rovi che presto avrebbero ricominciato a crescere. Era solo questione di tempo. Le sembrava di non avere vie d'uscita. Se solo avesse avuto qualche indizio, se solo fosse riuscita a ricordare qualcos'altro, qualcosa che le dicesse dove avrebbe potuto trovare coloro che appartenevano al suo popolo, forse sarebbe riuscita a risolvere la situazione. Doveva esserci un modo, dopotutto. Se solo avesse potuto trovare Eryne. C'era anche da chiedersi come fosse possibile che lei, che aveva passato giorni a cercarla volando, non avesse notato la presenza dei Pensieri Spezzati. Che le fosse successo qualcosa? Le si strinse il cuore al solo pensiero. Eryne doveva essere davvero importante. E forse soffriva ancora per la sua scomparsa. Questo, però, solo nel caso in cui lei fosse stata viva. Nessuno le assicurava che lo fosse.
Doveva sapere dove si trovava. Gettò una mano sul pezzo di carta letto la sera prima. Lasciò che le parole scritte dalla sua compagna scorressero sulla sua lingua. Cercò di capire come lei avrebbe potuto pronunciarle. Si chiese come fosse il suo viso. Anche lei, come Lin, aveva tratti del viso morbidi, occhi tondi e pelle pallida?
Riusciva solo pensare a quella selvaggia chioma riccia e alle ali blu notte. Eryne per lei era senza volto.
La porta si aprì, rivelando Kith, Senza Nome e Tylde.
Lin voltò leggermente lo sguardo di lato. Non le piaceva il modo con cui aveva parlato ai due.
- Va tutto bene? - chiese Kith, volando leggermente la testa di lato - Ci siamo preoccupati. Ah, comunque ti ho portato le scorte per preparare la bevanda, in futuro. Credo ce ne sia abbastanza per un paio di mesi.
- Se dicessi che va tutto benissimo direi una grandissima bugia, in verità - rispose la ragazza, con un sospiro. C'erano troppe cose che non andavano.
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Il Confine
FantasyIn un mondo che si trova sul bordo che divide l'energia pura del caos da ciò che l'uomo definisce normalità, una Regina senza ricordi vive in totale solitudine. La sua vita scorre lenta e pacifica, isolata dal resto del mondo. Fuori, la aspetta una...