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Lin, in silenzio, si era trovata a cercare di imparare a memoria quella che era praticamente una mappa disegnata sulla pelle della ragazza davanti a lei. Erano talmente tanti, i puntini che la decoravano, che c'era da chiedersi se colei che le possedeva si sarebbe potuta accorgere dell'eventuale scomparsa di qualcuno di essi. Si guardava allo specchio ogni mattina, probabilmente, era possibile che conoscesse a memoria ogni segno, ogni piccola lentiggine?

E quei fitti segni si trovavano solo sul viso? Oppure, sotto al sottile vestito azzurro si trovavano altri segni, nuove parti di quella mappa? Avrebbe dovuto saperlo eppure non riusciva a ricordarlo, come se non si fosse mai soffermata su quel dettaglio che eppure all'improvviso la intrigava così tanto.

- Allora, prendi qualcosa?

Si sentì presa alla sprovvista, come se fosse stata scoperta mentre compiva un qualche orrendo reato. Era entrata con l'unico scopo di comprare il pane e scambiare due chiacchiere con la sua migliore amica e come al solito si era trovata a pensare cose a caso.

Era da un po' di tempo a quella parte che la familiare presenza di Eryne aveva iniziato a metterla a disagio. Non in senso negativo, però. Si trattava di un sentimento così confuso da lasciarla spiazzata, e la spaventava abbastanza da portarla a non parlarne con nessuno.

- Oh? Eh... sì, insomma, ecco... prendo tre dolci alla crema.

Eryne ridacchiò, le diede i dolci e la fece pagare. Dopodiché intrecciò le dita sotto il mento e le rivolse uno dei suoi soliti sorrisetti furbi - In questo periodo sei con la testa tra le nuvole più del solito. Non pensare troppo, Lin, o la tua corona finirà cone quella della vecchia Alvit!

- Oh non c'è pericolo, solo la tua presenza mi impedisce di fare un pensiero intelligente - rispose lei immediatamente, guadagnandosi una linguaccia.

- Allora, chiese Eryne, sorridendole - Stasera ci sei?

- Ovvio che ci sono.

- È un problema se viene anche mio fratello? Mi ha scoperta, e credo che abbia paura che ci mettiamo in qualche guaio. Ha detto che o viene anche lui o lo va a dire in giro.

Lin si sentì più irritata del dovuto a quella scoperta. Non che il fratello di Eryne avesse qualcosa che non andava, era un ragazzo simpatico e un ottimo amico, tanto che la stessa Eryne era stata convinta a lungo che tra i due potesse esserci qualcosa.

Lin, però, era perfettamente consapevole di non essere mai stata interessata né a lui né a nessun altro.

- Certo. Va benissimo.

Non voleva esternarle la frustrazione che per qualche motivo quelle parole le avevano causato. Aveva paura che potesse scaturirne un qualche tipo di discorso, e vista la confusione che la invadeva in quei giorni non poteva avere idea di come un'eventuale discussione sarebbe potuta finire.

Lin salutò Eryne e si allontanò, stiracchiando le lunghe ali non appena si fu trovata fuori dal negozio. Si incamminò lungo una stradina di ciottoli bianchi che si districava tra l'erba azzurra e bianca e le case di pietra.

Salutò chi le passava di fianco e camminò a passo sostenuto fino a casa propria. Aprì la porta del piccolo edificio e prima di entrare salutò sua madre, seduta sul tetto a leggere un libro.

L'ambiente casalingo era stretto e buio, invaso dalla penombra. Vivendoci da sempre, però, la giovane lo conosceva a memoria.

Lin riuscì a portare i dolci in cucina senza inciampare da nessuna parte e uscì quasi subito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 12, 2020 ⏰

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