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Fu solo la mattina dopo che la Regina si accorse di essersi addormentata. Pensò di alzarsi, ma si rese conto di essere avvolta dalle braccia di Senza Nome.  Non era esattamente quella che avrebbe definito come una brutta sensazione. Aveva la testa sul suo petto e poteva ascoltare il suo respiro regolare. Alzando lo sguardo vedeva i suoi occhi chiusi. Sembrava tranquilla. Rimase a guardarla per un po'. Aveva la pelle più scura della sua, più spessa, e il suo corpo era, in generale, decisamente più robusto. Probabilmente erano caratteristiche di coloro che vivevano come lei, sulle montagne.

L'unica cosa che realmente la infastidiva erano le catene che legavano i polsi di Senza Nome, i quali erano duri e scomodi.

Ancora non capiva il perché della loro presenza. Non dovevano essere poi così difficili da togliere. Allora perché stavano lì? Soprattutto la catena che aveva al collo, non solo sembrava fastidiosa, ma probabilmente le causava anche non poco dolore. La pelle che stava attorno a essa sembrava irritata, e qui e la si vedevano tagli e cicatrici. Non doveva essere affatto piacevole.

Poi Senza Nome si svegliò. Quasi subito si separò dalla Regina, per poi spendere qualche secondo per stiracchiarsi e sbadigliare, mostrando al mondo la propria dentatura piuttosto notevole.

- Come ti senti? - chiese la bruna, sedendosi di fronte a lei a gambe incrociate.

La Regina sospirò, alzando le spalle - Non lo so. Non voglio pensarci.

Avrebbe preferito dimenticare di nuovo. Avrebbe preferito poter tornare nella beata ignoranza di qualche tempo prima. Il solo ripensare all'argomento le aveva fatto salire un brivido lungo la schiena, costringendola a stringere gli occhi per non versare nuove lacrime.

Si chiese dove fosse quell'uomo, se l'avesse riconosciuta. Se la stesse cercando. Magari voleva portare a compimento il suo obbiettivo e venderla a chissà chi per fare chissà cosa. Si strinse le mani attorno al bacino, cercando di calmare i tremiti avevano iniziato a prendere possesso del suo esile corpo, mentre altre leggere fitte alla testa tornavano a colpirla.

- Credo di avere bisogno di stare un po' tranquilla. Non posso restare con gli attori. Ho bisogno di più silenzio, e qualcosa in loro mi fa paura. Tu… tu devi andartene oggi, vero?

Se n'era ricordata solo in quel momento. Le sembrò di sentirsi cadere nel vuoto. Niente Nym, niente Senza Nome. Non sarebbe stato un problema essere da sola, se solo non fosse stato per lui. Lui cambiava tutto. Si sentiva già insicura insicura con qualcuno, ma da sola? Non sapeva lottare, era anche quasi zoppa. Cosa sarebbe successo se avesse incontrato di nuovo qualcuno come lui? Come poteva sperare di affidarsi a qualcuno che non fosse Nym o Senza Nome? Chiunque avrebbe potuto decidere di farle del male e lei non aveva modo di difendersi.

Anche tornare nei Pensieri Spezzati, affrontando la Foresta D'Argento e le sue creature notturne, non le sembrava affatto la migliore delle idee. Come avrebbe potuto incontrare qualcuno di cui fidarsi?

Come avrebbe potuto incontrare qualcuno che non le avrebbe fatto del male?

Non era abbastanza forte per starsene al mondo, non da sola. E questa era una cosa che senza alcun dubbio detestava.

Senza Nome sembrò notare la preoccupazione nel viso della Regina - Sei sicura di non voler… non lo so… venire con me?

Aveva parlato con incertezza. Probabilmente lo aveva detto solo perché le dispiaceva lasciarla da sola.

- Non voglio disturbarti. Alla fine sono un peso.

- Sul serio - rispose Senza Nome, con tono più deciso - Puoi venire con me.

La Regina sospirò. Era ovvio che non le sarebbe dispiaciuto, Senza Nome le sembrava così buona, e per la prima volta da quando si era allontanata dalla Barriera l'aveva in qualche modo fatta sentire al sicuro. Ma non voleva abusare della sua gentilezza.

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