Fu il dolore alla schiena a svegliarla. Lo sentì all'improvviso, come se due artigli avessero deciso, dal nulla, di bucarle la pelle. Fu un dolore cieco, violento e inspiegabile. Talmente forte da lasciarla quasi del tutto senza fiato. Per un attimo strizzò gli occhi, paralizzata, vivendo un secondo di panico che parve protrarsi all'infinito, facendola restare totalmente pietrificata. Dalla sua bocca uscì solo un gemito soffocato, e le parve di sentirsi pugnalata alla schiena.
Le ci volle del tempo per riprendersi, per respirare normalmente. Quando finalmente riuscì a inspirare ed espirare si ritrovò ad avere un respiro spezzato e confuso, troppo veloce e troppo pesante.Lentamente spostò una mano sulla propria schiena, l'origine del dolore, e ciò che scoprì la lasciò più che mai inquietata. Le due parti della corona che arrivavano fino a metà del suo collo fino a poche ore prima, si erano allungate e diramate su tutta la parte posteriore del collo, iniziando ad allungarsi verso scapole e spalle, similmente a come avrebbero fatto delle piante rampicanti su un albero.
Per un attimo ebbe una visione orrenda del proprio corpo interamente coperto da quella scura materia spinosa, avvolto e soffocato.
In più punti la sua pelle sembrava graffiata e ferita, e alcune ramificazioni di quella corona erano andate sottopelle. Quanto ancora sarebbero cresciute?
Alzarsi in piedi fu un'impresa epocale, costellata di orrende fitte. La Regina doveva tenere la schiena leggermente piegata in avanti, e dovette aggrapparsi più di una volta al letto per non lasciarsi cadere.
Voltatasi verso le coperte, le trovò sporche di sangue in alcuni punti. Le serviva un qualche tipo di medicazione. Chi poteva dire se Kith aveva qualche medicinale? Giusto per evitare un qualche tipo di infezione. Avrebbe risolto parte del problema.
- Senza Nome - chiamò piano la propria amica, ma questa, dal letto di sopra, non rispose. Probabilmente dormiva ancora, l'aria fuori dalla finestra era piuttosto chiara.
Non voleva disturbarla, ma non riusciva a muoversi da sola. Aveva bisogno che qualcuno le desse una mano.
Con il respiro pesante, decise che avrebbe aspettato che l'altra si svegliasse. Lentamente, leggermente piegata in avanti, si rimise seduta.
Si chiese per quanto ancora sarebbe stata così. Se il dolore sarebbe continuato in eterno. Era improbabile, in realtà, perché le sembrava già di sentirlo diminuire almeno un po'. Questo di certo non impedì alla sua testa di affollarsi di pensieri e domande senza risposta, che iniziarono presto a sovrapporsi tra di loro fino a diventare insopportabili. Il tutto sfociò in uno dei suoi tanti mal di testa, e la Regina si ritrovò a chiudere gli occhi.
Rimase a lungo in silenzio, ferma, mentre il dolore scorreva con terribile lentezza via dalla sua schiena.
Non capì quanto tempo fosse passato quando la porta si aprì con uno schiocco. La Regina alzò la testa, prima incassata tra le spalle, sorprendendosi di trovare Senza Nome, che evidentemente non stava dormendo. Aveva i soliti capelli scompigliati, decorati però da qualche foglia secca.
- Credevo dormissi - borbottò la Vacua, con la faccia di chi è stato colto a commettere un crimine - Ho solo fatto un giro fuori. Niente di strano.
- Va bene - annuì, con un sussurro, Lin. Aveva altro a cui pensare, e anche l'altra ragazza sembrò rendersi conto della situazione in cui stava.
- Sei pallida. Insomma, più del solito. Che succede? - chiese Senza Nome, avvicinandosi un po' - Va tutto bene?
- È la schiena - rispose l'altra - Non so cosa sia successo. Ma credo di essere sporca di sangue. Puoi dare un'occhiata?
Senza Nome si allungò per controllare, e quando si ritirò per guardare la Regina in viso, non aveva esattamente un sorriso dipinto sul volto.
- È così brutta? - chiese la più minuta, mordendosi il labbro inferiore con aria preoccupata. Quelle spine sarebbero cresciute ancora? E fino a che punto?
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Il Confine
FantasyIn un mondo che si trova sul bordo che divide l'energia pura del caos da ciò che l'uomo definisce normalità, una Regina senza ricordi vive in totale solitudine. La sua vita scorre lenta e pacifica, isolata dal resto del mondo. Fuori, la aspetta una...