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Fino a sera a la Regina non parlò con quasi nessuno.

Nyoka e suo fratello, insieme al resto della compagnia, si erano messi a studiare quello che sarebbe stato il loro spettacolo. Era una questione importante.

- Noi siamo attori. Viviamo così. Niente spettacolo - aveva detto la ragazza dai capelli di ebano - e niente soldi. Niente soldi, niente pane. E il pane mi serve, eccome.

Perciò la giovane aveva passato il tempo a guardare i vari membri della compagnia. Il più vecchio era colui che sembrava il capo, l'uomo con gli zoccoli, che le era stato detto chiamarsi Eldohir.

- Viene dal popolo dei boschi. Ci sono tanti come lui, ma non si vedono mai. Stanno nel profondo della foresta, e vivono per conto proprio - l'aveva istruita Nyoka, per poi avvertirla di stare zitta e non fare altre domande, perché aveva una parte molto importante nello spettacolo.

Quindi la Regina aveva dovuto provare a dedurre tutto il resto da sé, osservando e ascoltando. Tutti i membri del gruppo erano terribilmente diversi tra di loro. Impossibile che venissero tutti da uno stesso popolo, probabilmente si trattava di una mescolanza di varie genti, provenienti da vari luoghi diversi.

La Regina non poteva immaginare quanto questi ultimi fossero lontani tra di loro, o come apparissero. Le sarebbe piaciuto poter sapere com'era il mondo che le Maschere avevano visto, ma dovevano studiare e lei doveva tacere.

In particolare, non era riuscita ad evitare di guardare una ragazza più grande di lei, che se ne stava in disparte rispetto agli altri membri della compagnia teatrale. Sotto un albero, dalla pelle pallidissima, vi era una giovane dalle lunghe orecchie a punta, che spuntavano dai capelli di uno strano colore verde scuro, lunghi, voluminosi e legati in una treccia.

Indossava vari ciondoli al proprio collo, tenuti da sottili catenine argentate, più o meno strette.

Aveva abiti verdi e marroni, stivali di cuoio lunghi fino al ginocchio e pantaloni che si infilavano al loro interno. Aveva poi un corsetto dello stesso materiale degli stivali, che si stringeva sopra ad una maglia verde. Alle sue orecchie erano attaccati vari orecchini, ed sul suo viso pareva che qualcuno avesse voluto dipingere. La sua pelle era quasi bianca ma le sue labbra rosse spiccavano incredibilmente, come il nero attorno agli occhi.

La Regina guardò anche gli altri, guardò il ragazzo dal viso sporco e i capelli disordinati e quello che era vestito con una tunica elegante, guardò la donna, ormai matura, con una cicatrice che le passava attraverso il labbro e quella che era appena una bambina, di un biondo assai più scuro di quello della Regina, vestita con un abito semplice e con le maniche decorate di pizzo.

Ma soprattutto guardò la ragazza dai capelli verdi. Non sapeva neanche esattamente il perché, ma effettivamente trovava che avesse qualcosa di interessante.

La osservò in silenzio, mentre leggeva, concentrata, il proprio copione, finché, forse percependo lo sguardo della bionda, non si voltò verso di lei. La squadrò per un attimo, e la Regina si sentì come se fosse stata vista a fare un qualche tipo di atto proibito.

Si aspettava che la più grande le avrebbe chiesto qualcosa, invece la vide tornare a posare gli occhi sul testo.

La Regina distolse lo sguardo e non poté fare a meno di sentirsi esageratamente a disagio.

Guardò il cielo prendere nuovi colori oltre le fronde degli alberi, con il passare del tempo. Nasceva il giallo e il rosso, e ad ovest apparivano le prime stelle, mentre l'azzurro sfumava nel blu.

Allora, insieme, i membri della compagnia si misero a lavorare, senza dirsi nulla, funzionando alla perfezione, come una sola mente.

In tutto ciò la ragazza dalle ali spezzate si guardò attorno, senza sapere cosa fare e senza sapere se doveva esattamente fare qualcosa.

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