Era una giornata d'estate. Il gioco di luci che filtrava tra le foglie disegnava sulle braccia pallide della ragazza un'infinità di disegni diversi. Tra le mani aveva una tazza liscia e fredda, decorata su un lato da semplici disegni floreali. Una bevanda vagamente verdognola, che odorava di caramello, era stata bevuta per metà.
- Ripartirete presto? - chiese una voce, e nel sollevare lo sguardo la giovane riconobbe il viso dai capelli scuri del proprio amico.
Anche Kith beveva, seduto come lei tra i rami di un albero, dondolando le gambe nel vuoto.
Il ragazzo aveva decine di collane tintinnanti appese al collo, e teneva tra le mani un bastone la cui sommità ricordava il muso di una serpe. Come suo solito i suoi abiti differivano leggermente da quelli indossati solitamente dai suoi simili, su toni più scuri, senza i verdi più vivaci.
- Non saprei - il suo sguardo vagò verso il basso. Su un largo telo appeso con robuste corde tra i rami scorse una familiare figura, con ali blu come la notte e una gigantesca massa di capelli bruni.
- In che senso?
- Nel senso che non siamo abituate a muoverci così tanto. Eryne era sfinita quando siamo arrivate qui.
Kith annuì, guardando verso l'alto - Comunque mi piacciono, quelli della vostra specie. A parte che non sapete muovervi senza fare caos con quelle ali.
La ragazza non volle accogliere la sua leggera provocazione, quindi rimase zitta per un po' prima di cambiare del tutto discorso - Non so se abbiamo fatto bene a venire qui. Nel senso, ormai ci siamo. A volte mi sembra che siamo andate troppo lontano, che prima o poi dovremmo tornare. Mi piace il viaggio che stiamo facendo, ma credo che Eryne voglia correre troppi rischi.
- Sai cosa penso io? Che ti fai troppe paranoie. Tranquillizzati, è andato tutto bene finora.
La Regina giocherellò distrattamente con la propria collana, un semplice cordino nero con una punta di freccia come ciondolo.
Forse Kith aveva ragione. Alla fine, erano partite da quasi due mesi e non avevano mai avuto gravi problemi. Era sempre andato tutto bene. Era solo lei che, come al solito, si preoccupava troppo. Per sé stessa, e per lei.
Guardò di nuovo verso il basso, verso la ragazza che dormiva usando come coperta le proprie stesse ali, e le sfuggì un sorriso.
- Dannazione, devo trovarla una ragazza che guardi me come tu guardi Eryne, Lin - commentò Kith.
La giovane ridacchiò tra sé e sé.
Kith era sempre lo stesso. Non era invecchiato o altro, tranne che per un'impercettibile ruga sulla fronte e una nuova cicatrice sul viso, che passava quasi orizzontalmente sul naso.
Era seduto di fronte a lei, su una delle poltrone della locanda dove le due ragazze alloggiavano. Senza Nome era con loro, e non sembrava vedere affatto di buon occhio il Silvano che si era appena unito al duo. Addirittura, ogni tanto, si lasciava sfuggire un ringhio.
La Regina si era fatta dare qualcosa da bere, chiedendo della semplicissima acqua, che però aveva un sapore ben diverso da quella che aveva sempre bevuto nei Pensieri Spezzati.
Aveva fatto un tentativo, abbastanza fallimentare, di calmarsi, ma perlomeno non sentiva più alcun macigno schiacciarle il petto. Più di una fitta alla testa la aveva attraversata, e la ragazza si era ritrovata a passare più volte la mano sulle due nuove piccole parti della corona, lunghe almeno come il suo dito indice.

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Il Confine
FantasiIn un mondo che si trova sul bordo che divide l'energia pura del caos da ciò che l'uomo definisce normalità, una Regina senza ricordi vive in totale solitudine. La sua vita scorre lenta e pacifica, isolata dal resto del mondo. Fuori, la aspetta una...