Ancora, si trovarono in una strada fiancheggiata da infinite coltivazioni e morbide colline.
Camminarono lungo la strada sterrata, la città si allontanava lentamente dietro di loro, passando dall'essere una maestosa e massiccia costruzione in pietra chiara a una macchia indefinita nel paesaggio verde.
I campi si estendevano all'infinito e, insieme alla soggezione per un luogo talmente grande, la Regina fu colpita anche da un altro pensiero.
- Quanto è lontana la tua casa?
- Molti giorni di cammino - rispose Senza Nome - Ma non preoccuparti, sembrerà tutto molto più facile, superata la Foresta d'Argento.
Dell'infinita massa di alberi scuri da cui la Regina proveniva non c'era nemmeno l'ombra. Gli unici erano quelli coltivati ordinatamente su linee rette, in mezzo a ogni genere possibile di pianta.
- Nym mi ha detto che solo i gruppi di Silvani o gli spiriti della Foresta possono sopravvivere là dentro. Ci sono mostri orrendi. Ci sono gli Wendigo.
Solo nominare quella creatura dal pelo corvino e dalla testa ridotta al teschio allungato di un animale le fece venire i brividi.
- Io sono forte - disse Senza Nome, incrociando le braccia al petto - E sono già sopravvissuta. Staremo al sicuro.
Parlava con orgoglio, come se si stesse difendendo dopo essere stata accusata di essere troppo debole rispetto a chi era nato per sopravvivere nella Foresta.
Di fianco alle due passavano, talvolta, carri di ogni forma e dimensione. Alcuni andavano verso la città, altri se ne allontanavano. Nei campi, uomini dalle orecchie a punta e dai capelli scuri lavoravano mentre qui e là sorgevano le modeste case dei suddetti uomini. Nel frattempo il sole, troppo luminoso per essere guardato (nei Pensieri Spezzati era solo un disco pallido, che dava ben poco fastidio agli occhi) compiva il proprio percorso nel cielo, colpendo con prepotenza la schiena e la testa della Regina. A causa del caldo, si tolse la mantella e la ripose nella sacca.
Fu solo quando il cielo si tinse d'arancio che le due giovani avvistarono la Foresta in lontananza, una muraglia di alberi che, a causa del sole che tramontava dietro di loro, parevano neri, e che invadevano totalmente l'orizzonte.
Mangiarono quella che Senza Nome chiamò carne secca e che alla Regina non piacque più di tanto. Ma non si lamentò, del resto aveva fame. Dopo il breve pasto consumato camminando si trovarono entrambe assetate, ma tra le provviste di Senza Nome vi era anche dell'acqua, conservata in una borraccia di pelle.
Riposarono nascoste tra la giallastra erba alta. Parlarono ancora, ma la Regina si tenne molti pensieri per sé. Si tenne per sé il fatto che le fitte alla testa fossero aumentate per frequenza e diminuite per dolore, si tenne per sé l'amarezza dell'aver salutato Nym, si tenne per sé la paura che tesseva la sua tela sulla sua pelle, riempiendola di dubbi su ciò che stava facendo, sulla sua fuga dai Pensieri Spezzati.
Le piacque ascoltare Senza Nome, e a quest'ultima piaceva raccontare delle cose che aveva fatto. Raccontava della caccia, raccontava della montagna. La Regina fu affascinata nel sentirla parlare della neve. Acqua resa solida e bianca dal freddo, che copriva per tutto l'anno le vette delle montagne e che cadeva come pioggia in minuscoli fiocchi.
Le piaceva il pensiero della neve, così cercò di concentrarsi su di esso invece che su tutti gli altri brutti pensieri che affollavano la sua testa.
Passarono così più di un giorno.
Camminare sotto il sole era stancante, ma senza alcun dubbio il fatto di avvicinarsi sempre di più all'ombrosa coltre di alberi rendeva il viaggio più piacevole. Avendo la propria meta davanti, poteva vederla avvicinarsi e farsi sempre più reale, e questo la motivava. Durante le salite, che mano a mano si stavano facendo, per quanto impercettibilmente, più ripide, anche se non la lasciavano senza fiato, poteva sentire chiaramente il proprio respiro appesantirsi.
STAI LEGGENDO
Il Confine
FantasyIn un mondo che si trova sul bordo che divide l'energia pura del caos da ciò che l'uomo definisce normalità, una Regina senza ricordi vive in totale solitudine. La sua vita scorre lenta e pacifica, isolata dal resto del mondo. Fuori, la aspetta una...