Capitolo 2

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Un ragazzo dalla "sparata" chioma,dagli occhi dalla forma affilata e,anche se seduto,sembrava molto più alto di prima.

Insomma,l'unico ed inevitabile Bakugou Katsuki.

E ti pareva.

Chi poteva essere se non lui?Il ragazzo che mi ha torturato e preso in giro durante gli anni delle scuole elementari,medie e che mi avrebbe rovinato anche le superiori.

Era il primo tra tutti i bulli che mi infastidivano e,ovviamente,anche il primo della classe data la sua intelligenza.Se fosse stato anche amichevole e altruista sarebbe stato tutto migliore.

Poi dicono che la sfiga non esiste.


Diedi al collaboratore dell'istituto la mia valigia,che avrei preso alla fine delle lezioni,per poi avvicinarmi alla cattedra.

"Ragazzi,lui è Midoriya Izuku e da oggi frequenterà questa classe.Come vi ho già raccontato,Izuku soffre di Acromatopsia e per questo motivo vi chiedo di essere gentili con lui.Izuku,vuoi spiegare ai tuoi amici cosa è l'Acromatopsia?".

Deglutii per poi rispondere alla domanda del professore.

"B-beh,in p-poche parole delle cellule della retina del mio occhio n-non funzionano bene e,p-per questo m-motivo,non riesco a vedere i c-colori".

Cavolo se ero imbarazzato,eccome se lo ero.Non avevo mai balbettato così tanto.

Insomma stava andando tutto di bene in meglio,fantasticamente direi.

Sentendomi molto osservato,decisi di tralasciare gli sguardi confusi dei miei compagni,andandomi a sedere in un banco in fondo alla classe vicino la finestra.

Mi sentivo più a disagio del solito e tenni tutto il tempo la testa bassa,cercando di non incontrare gli occhi del mio "amico" d'infanzia.

Mentre il professore parlava della psiche,iniziai a pensare a come mi sarei potuto trovare in questa scuola e alle nuove amicizie che avrei potuto fare.


Spesso mi incantavo guardando fuori la finestra le piccole stradine colme di gente che camminava o parlava,cercando di immaginare il posto che stavano raggiungendo o cosa avevano fatto durante la giornata.


Insomma,questo per far passare il tempo.


La giornata passò abbastanza in fretta e,alla fine delle lezioni,ritirai la mia valigia e insieme ai nuovi compagni mi avviai nei dormitori,i quali si trovavano in un edifico distante circa un centinaio di metri dall'istituto.


Durante il tragitto mi sentii toccate la spalla e,con un'espressione alquanto confusa,mi girai per ritrovarmi davanti una ragazza molto bassa,dai folti capelli lisci e con un sorriso raggiante.


La ragazza in questione si presentò a me come Uraraka Ochako,con la quale cercai di fare amicizia.


"Quindi tu non vedi il colore dei tuoi capelli?O dei tuoi occhi?" mi guardò con un'espressione incuriosita.Scossi la testa.



"E immagino che tu non veda neanche il colore dei mie-" venne interrotta da un ragazzo dai capelli lisci e leggermente arruffati,piuttosto alto e muscoloso che indossava degli occhiali dalla forma quadrata.


"Uraraka non fare domande stupide,se soffre di una malattia che non gli permette di vedere i colori allora non ne può vedere nessuno" disse il ragazzo,il quale disse di chiamarsi Tenya Iida,con una nota di gentilezza nella frase.


Continuammo a parlare e una volta arrivati ai dormitori e nella mia stanza,disfai la valigia per poi sistemare tutto il suo contenuto nei vari cassetti e armadi.



Raggiunsi i miei amici nella mensa,dove venni invitato al tavolo di Iida,Uraraka e di una ragazza dai lunghi capelli e con occhi grandi,Tsuyu Asui.


I miei nuovi amici cercarono di farmi sentire a mio agio e,a mio parere,ci riuscirono.Per una volta mi sentivo davvero accettato da qualcuno nonostante il mio difetto.


Era difficile ignorare le occhiatacce di Katsuki,il quale avevo sempre chiamato in modo affettuoso,sin dall'infanzia,con il nomignolo "Kacchan".

Se degli sguardi simili potessero bruciare qualcuno,io già sarei morto

Dopo pranzo,raggiunsi la mia camera e,esausto,mi sdraiai sul letto.

Presi il telefono per poi comporre il numero di mia madre.


"Broccolino mio!Come stai?Tutto bene?Perché mi hai chiamato solo ora?MI SONO PREOCCUPATA DA MORIRE!".


Dal tono della sua voce ero certo che a momenti avrei perso un timpano,ma questo è un dettaglio insignificante.Mi tempestò di domande,alle quali risposi cercando di trasmetterle tranquillità.

"Si mamma,sto bene e non devi preoccuparti.Sono una persona che no vede colori,non irresponsabile!" dissi con un finto tono offeso per poter ironizzare là situazione.


Dopo averle raccontato della mia mattinata,decisi di raccattare le cuffie dal comodino per poi inserirle nel telefono ed ascoltare la musica.

La musica per me è sinonimo di libertà pura.Quando ascolto la musica mi sembra di essere in un mondo tutto mio fatto di emozioni,sentimenti e di colori.

Esatto.


Pur non conoscendoli,con la musica il mondo mi sembrava più "colorato".Non nel senso letterale,ma nel senso metaforico.


Diciamo più "bello".Un mondo migliore.


La musica che adoro più di tutte è di tipo house,mi trasmette una carica assurda.Mi sento come se potessi dominare il mondo quando ascolto quei suoni così ritmati,come se potessi aprire le mie ali immaginarie e volare nel cielo infinito.


Non sono molto attratto dall'amore,ma se mai dovessi trovare qualcuno che mi faccia battere il cuore,vorrei che mi facesse sentire nello stesso modo in cui mi sento quando ascolto la musica.


Semplicemente felice.


Non che non lo sia,ma è difficile vivere in un mondo come il mio.


Ma comunque mi accontento di ciò che ho.


Senza rendermene conto,con la canzone "Coming Home-ILIVEHERE" mi addormentai,per poi venire svegliato da delle voci.


SPAZIO AUTRICE DISAGIATA
La suspance fa bene alla salute.Ok non mi picchiate perfavore *schiva il colpo di un fucile* *schiva la mazza di baseball lanciata da Sugino-kun* (pochi capiranno 😏).Il nostro piccolo e indifeso Deku è stato svegliato da qualche pimpo/a cattivo/a.Secondo voi chi sarà?Vediamo se indovinate ihihi.Al prossimo capitolo,ciaooo (devo trovarvi un nomignolo,è orribile non riuscire a chiamarvi in modi decenti quando cerco di sembrare professionale nel mio spazio autrice ma in realtà sembro un Kacchan ciclato)😀

-Kalluto

The Colors of Love •TodoDeku•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora