Capitolo 45

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IZUKU'S P.O.V.

28 Giugno.


Sarebbe stata la settimana successiva.


Quando mia madre mi chiamò, ci misi tempo a realizzare.


E i giorni volarono.


Passarono così in fretta che mi ritrovai quella mattina, in quel posto, senza quella persona che aveva promesso di sostenermi in quel momento.


In quella settimana il pensiero di Todoroki non abbandonò la mia mente, o almeno non del tutto.


Non dissi a nessuno che avevo scoperto chi fosse l'artefice di tutto quel problema, preferivo pensare per bene cosa fare.


O almeno, così avevo progettato di fare.


Però il pensiero dell'operazione, insieme alla preoccupazione, il nervosismo e tante altre emozioni negative, mi si erano schiaffeggiate dritto in faccia.


Arrivai in ospedale il giorno precedente all'operazione, nella stanza prestabilita, e mi guardai intorno per prendere confidenza con l'ambiente.


'Che brutto posto...'.


Sarà forse stata la mia malattia a rendere il tutto peggiore, ma la puzza dei medicinali, la scomodità del letto e quelle mura spente non facevano altro che peggiorare la situazione.


Per non parlare delle persone che a stento camminavano, con un'espressione stanca e con l'asta porta flebo di fianco.


L'intervento si sarebbe svolto il mattino seguente, e inizialmente mi sdraiai sul letto mentre guardavo i messaggi di auguri e buona fortuna che mi arrivavano dai miei amici.


Anche mia madre era visibilmente preoccupata, ma provava a nasconderlo per non farmi spaventare ancora di più.


In seguito vennero i dottori per controllare come fosse la situazione e, soprattutto, per vedere in che stato ero io.


Per passare il tempo, decisi di uscire dalla mia camera e fare un giro per i corridoi.


Dentro di me sentivo un vuoto che solo una persona poteva colmare, peccato che in quel momento non era con me, e probabilmente non lo sarebbe stata per molto tempo.


Arrivai ad una zona dedicata ai bambini, dove vi erano giocattoli e vari oggetti per intrattenere i più piccoli.


Un bambino che indossava un cappello, seduto per terra a giocare con una macchinina, rivolse i suoi grandi occhioni verso di me.


"Cespuglio!" esclamò indicandomi.


Inizialmente non capii cosa fosse successo, quindi sgranai gli occhi sorpreso.


"D-dici a me?" mi indicai a mia volta.


"Sì! Dico a te!" disse con la sua acuta vocina mentre un tenero sorriso gli contornava il volto.


Prima di entrare in quella zona rimossi le scarpe, ed il pavimento freddo e di marmo sotto di me venne sostituito da uno di quegli enormi tappeti-puzzle con i numeri.


Mi avvicinai al bambino in questione, che mi osservava incuriosito.


"Come ti chiami?" domandò, smettendo di giocare con una macchina.


"Izuku Midoriya, tu?" gli sorrisi, sedendomi accanto a lui.


"Il mio nome è Kouta Izumi. Lo sai che sembri proprio un cespuglio?" scherzò, sistemandosi lo strano cappello che aveva in testa.


The Colors of Love •TodoDeku•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora