L'Allieva e... un fulmine a ciel sereno

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Il giorno seguente con la scusa di voler approfondire la mia ricerca per la professoressa Boschi, ho evitato di stare in Istituto.
Il vero motivo è che voglio evitare il più a lungo possibile Claudio, anche se so che prima o poi lo dovrò pur rivedere e che conseguentemente dovremmo parlarci, ma fino a quel momento mi godo questa lontananza da lui e ne approfitto per andare da Robert, vorrei parlargli di Margherita e di Alessandra.
"Mi spiace se ti disturbo" comincio "ma vorrei da te dei chiarimenti sulla vostra... situazione."
"Don't worry, I mean... è inevitabile. So cosa vuoi sapere... di Alessandra, right?" annuisco accennando un sorriso "Conobbi per prima Alessandra, lei lavorava in una boutique proprio qui vicino, ma la incontravo sempre in un bar alle 7:30 del mattino e il suo sorriso che mi accoglieva era... meraviglioso, dopo sei settimane trovai il coraggio di dirle ciao." Robert sorride al ricordo "Era bellissima, la sua forza e la sua energia furono le prime cose che mi catturarono di lei, poi la determinazione e il coraggio. Piano, piano diventammo amici e lei cominciò a insegnarmi alcune parole in italiano, ma poi... un giorno, mentre Alessandra mi stava insegnando, arrivò Margherita e... all'inizio non capii che erano sorelle e pensai quanto fosse bella anche lei!
Stupidamente iniziai a corteggiare Margherita e a vederla, e al tempo stesso lo facevo con Alessandra. Margherita poi mi disse che Alessandra era sua sorella e che io dovevo scegliere, non sapevo scegliere tra nessuna delle due. Alla fine Margherita fu molto convincente e lasciai Alessandra." Robert si ferma e sospira "Solo dopo alcuni mesi seppi da Alessandra che la sorella aveva fatto di tutto per farci lasciare, quel giorno stesso la passione che provavo per lei si riaccese e ricominciammo a vederci."
Sorrido "Quindi sei... stato innamorato di entrambe." conosco la sensazione "E poi cosa è successo quella notte?"
"Io e Alessandra ci siamo dati appuntamento a quella festa, volevamo vederci, ma lei non sapeva come dire alla sorella che mi stava rivedendo. Lei venerava sua sorella e temeva molto il suo giudizio.
Poi quella sera inviai per errore a Margherita un messaggio in cui le indicavo l'indirizzo della festa.
Lei sapeva che sua sorella stava andando lì e... ha fatto due più due. Ci ha raggiunto e ha iniziato a inveire contro la sorella, poi l'ha aggredita fisicamente e poco prima di andare via, mi ha detto che fra noi era tutto finito."
"E tu che hai fatto?" chiedo non sapendo bene come possa essere evoluta la situazione, stavolta la mia immaginazione è immobile.
"Avrei dovuto inseguirla, fermarla, dirle che mi dispiaceva, ma non sarebbe stato vero. Per la verità era con Alessandra che mi sentivo vivo. Lei mi dava tutto e mi faceva sentire a casa."
Io con Claudio mi sento così, mi sento viva, mi sento tutto e niente al tempo stesso. Con Arthur... non so per la verità come mi sento... non dovrei pensare ad Arthur eppure le sue parole, quelle che mi ha detto a Sacrofano, riecheggiano provocando una certa confusione nel mio animo.
"E poi?" chiedo semplicemente.
"E poi siamo rimasti insieme io e Alessandra fino alle 23:30 più o meno, poi sono andata via. Lei ha detto che aspettava una persona, volevo farle compagnia, ma lei mi ha detto che era una persona molto riservata e che non era il caso. Stupidamente non ho indagato, sono semplicemente andato via e non l'ho più rivista." tacciamo entrambi io perso in un tipo di riflessioni, lui nelle sue.
"Robert, tutto quello che mi hai detto lo devi dire al vicequestore aggiunto Calligaris, collabora. Sei innocente. Non può accusarti di nulla. Ma se non lo fai, avrà ovvi motivi per dubitare di te."
"I will, Alice. I will." dice prendendomi la mano "Grazie."
E così accompagno Robert in questura dove Calligaris ci accoglie non sorpreso della mia presenza, ma meravigliato che Robert si sia presentato ancora prima della sua convocazione: tuttavia lo ascolta con attenzione e anzi dice che aveva controllato le celle telefoniche e effettivamente Robert aveva lasciato l'albergo alle ore 23:30 per poi fermarsi a casa sua.

Dopo aver fatto ciò, controllo il telefono e trovo 7 chiamate perse di Claudio e 3 suoi messaggi, tuttavia decido di non rispondergli, anzi lo lascio cuocere nel suo brodo. Chiamo Silvia per chiederle ufficialmente di bere un caffè, in pratica voglio parlarle di Claudio e di quello che ci sta capitando.
"E' stato stupido a dirtelo." commenta Silvia mentre aspettiamo i nostri caffè.
"Davvero? Perché avrebbe dovuto ometterlo secondo te?" chiedo perplessa "Ma da che parte stai?"
"Dalla tua, ma rifletti: se non te l'avesse detto, tu l'avresti mai saputo? Ne avresti mai sofferto? La risposta è no. Poi ti ha detto che è stato solo un bacio, un bacio senza importanza, quindi perché te la prendi? Se avesse fatto altro, mi sarei arrabbiata anch'io, ma dato che non è così, io ci passerei su. Non è uno stinco di santo, ma ti ama. E questo è già un motivo per perdonarlo."
"Silvia, no. Un bacio per me è un tradimento. Non è solo andare a letto con un altro che significa tradire. Ma già, per esempio, pensare ad un altro mentre si è fidanzati indica che qualcosa non va. Converrai almeno su questo con me!" affermo decisa "E poi... mi fa male pensare che abbia baciato un'altra e che con quest'altra continui ad essere così affettuoso, tutto pur di avere i soldi per quella maledetta ricerca!" sbotto sbattendo i pugni sul tavolo.
"E' stato un po' stronzo, hai ragione, ma ora cosa pensi di fare?"
"Non lo so." rispondo ancora mantenendomi il viso con i palmi delle mani "E' che ho bisogno probabilmente di tempo per metabolizzare." Silvia annuisce "A proposito di metabolizzare!" esclamo per poi raccontare a Silvia delle parole di Arthur, lei mi guarda perplessa e a lungo, poi lei riprende la parola chiedendomi "Dimmi la verità Alice, non sai cosa fare per quello che ti ha fatto Claudio o per le parole che Arthur ti ha detto? No perché nel primo caso è un conto, nel secondo devi essere sincera anche tu con Claudio e dirgli che le parole di Arthur ti hanno profondamente confusa."
"So che sono ripetitiva, ma per davvero non so cosa fare. Avrei pagato oro per sentirmi dire quelle parole da Arthur in un altro momento, ma ora mi sembrano così... strane."
"Di certo sono un fulmine a ciel sereno!" esclama "Ah, ecco i nostri caffè."
Beviamo lentamente i nostri caffè macchiati, poi Silvia dice ancora "Di certo non puoi evitare Claudio per sempre. Parlagli. Digli cosa ti affligge e, se necessario, parlagli anche di Arthur."
Sbuffo per poi bere il resto del caffè: Silvia ha ragione, ma quelle parole di Arthur unite al tradimento di Claudio mi hanno destabilizzato.

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